Ciao Npc!
Anzitutto, perdonami per l’enorme ritardo con cui passo a recensirti, ma le settimane volano e a recensire di sera non riesco proprio più (troveresti una sfilza di parole sconnesse e orrori ortografici che ti farebbero sanguinare gli occhi, temo). La conversazione tra Aphedriel e Freya mi ha fatta sorridere e perché pretendere attenzioni e impegno è un qualcosa che si trova in personalità appiccicose che possono essere sia uomini che donne – ma la capisco, io mal tollero chi si accolla. Ma torniamo a noi. Sono d’accordo con Freya e ho trovato curioso che Aphedriel abbia ammesso (mentendo e raccontando comunque un’altra storia) l’intervento di Daren nella sua partecipazione a questi tè pomeridiani. Rivela e non rivela, spezzando una lancia a favore del drow, ma comunque le cose rimangono sostanzialmente come nello scorso capitolo: sospese. Daren e Amyll si piacciono, con tutta probabilità si stanno innamorando, si trovano persino in sintonia e sono affezionati l’uno all’altra, ma c’è ancora questo lecito bisogno di confrontarsi con il resto del mondo che li frena, questo timore che una storia seria insieme sarebbe terribile per le aspettative disattese (quindi c’è paura di deludere il partner), questa timidezza nel non voler sbandierare ai quattro venti la loro relazione non perché c’è timore degli altri, ma per timore, dunque, di loro stessi e della loro capacità di stare insieme. Vogliono vedere se questa relazione va avanti ed è come se la sentissero, pressante e presente.
Mi si stringe il cuore nel leggere che Amyll vorrebbe solo essere certa di non sbagliare. In realtà, credo che non possa saperlo e se fossi a tavola con lei direi “cogli l’attimo e vivi il presente” sebbene, con i drow e con gli elfi, questo attimo è sempre qualcosa di differente rispetto al nostro concetto di tempo e ne è un esempio il fatto che la lunghissima vita degli elfi li fa essere giovani e sessualmente attivi anche quando lo sono i loro figli e, addirittura, nipoti.
Le riflessioni di Daren sono sempre molto affascinanti e anche qui mi sono piaciute molto: lui continua a fare delle connessioni che lo tradiscono. Pensa alla sorella e poi ad Amyll, ammette che si affeziona alle persone e poi non riesce a lasciarsi andare alla possibilità di poter amare. E credo che questo dipenda dal suo essere stato solo per molto tempo, dall’educazione drow e anche dall’idea di poter divenire inutile, come quando pensa al fatto che può non andare da Krystell perché lei non è ingenua, anzi, e forse non ha più bisogno di lui. Riconosce come sempre i propri limiti (e questo per un guerriero che vive molto spesso da solo è fondamentale, sopravvalutarsi rischia di essere molto, molto pericoloso). Lui non comprende del tutto nemmeno Krystell e abbraccia saggiamente il so di non sapere di Socrate. I momenti più leggeri servono comunque a cogliere sia Amyll che Daren alle prese con quella che è la vita quotidiana di una città dove tutti si conoscono. Il momento dello gnomo col caffè è divertentissimo perché Daren lo manipola pur di non chiedergli qualcosa e lo fa nel modo più antico del mondo, convincendolo di aver avuto lui per primo l’idea di una tazza di pregiato caffè. Loro sono sempre carinissimi insieme, devo proprio dirlo.
Un saluto e a presto,
Shilyss |