Tesoro, era davvero da tanto tempo che volevo leggere questa tua storia che mi incuriosiva oltremodo, e finalmente sono riuscita ad approdare su questi lidi. E CHE LIDI! **
Dunque, qui siamo immersi nel canon che più canon non si può, con il nostro amato Tony che purtroppo non è sopravvissuto allo schiocco e se n'è andato. Per davvero. Definitivamente. E poi c'è Peter, un Peter di cui vediamo il parallelismo tra il momento del funerale e qualche tempo dopo. E c'è anche Pepper, ma cercherò di procedere con ordine, quindi su di lei tornerò dopo.
Io rimango sempre incredibilmente sorpresa dall'intensità con cui sei in grado di descrivere il senso di perdita di Peter, come riesci a esprimere alla perfezione il suo sentire, i suoi sentimenti, facendo loro bucare lo schermo e facendoli arrivare al lettore come un colpo dritto al cuore, che fa male, che cattura e rapisce. Il dolore di Peter è palpabile, reale, così vivido che quasi sembra prendere vita. È lì, negli occhi e nel cuore del ragazzo, nei ricordi di Tony, nella sua paura di dimenticarlo.
Tutto il capitolo è un alternarsi tra il giorno del funerale e il momento presente, e ci accorgiamo che Peter, quella morte così improvvisa, dolorosa e devastante, ancora non è riuscito a superarla. Il dolore non è lo stesso del giorno del funerale, ovviamente: è passato del tempo, quindi la ferita ha avuto modo di rimarginarsi un po', però è ancora presente, così come il rifiuto, il non capacitarsi, il non voler affrontare determinate cose. Ora Peter non ha la nausea se mangia, ma ha molte altre cose, cose che sono sopraggiunte dopo, quando è tornata anche la lucidità. Però, in ogni caso e da qualsiasi punto di vista lo si guardi, quello di Peter è un dolore che si trascina, un dolore che è un parassita e che rimane attaccato, rimane avvinghiato all'anima e la consuma, la tormenta, la spegne pian piano. Peter è rimasto morto per cinque, lunghissimi anni, anni che Tony ha vissuto ma lui no, anni che per lui non sono significati che un secondo, eppure è tornato in vita solo per vedere l'uomo che ama morire. Morire per lui, ed è questa la cosa più straziante in assoluto. Perché Tony lo ha fatto per il mondo, ma lo ha fatto soprattutto per Peter, e Peter questo lo sa molto bene, ne ha la conferma anche da Morgan, anche se non gli serviva davvero.
Mi ha fatto davvero molto piacere anche rivedere Harley, perché mi ha riportato alla mente la storia dedicata a lui e Peter che mi è rimasta nel cuore, e che vedo come un finale alternativo di questa. C'è anche Strange, qui, che è una presenza furtiva, quasi evanescente, e che pure diventa centrare nei pensieri e nel dolore di Peter, perché il ragazzo attribuisce a lui la colpa della morte di Tony, perché lui sapeva e non ha fatto nulla. C'è un bisogno, qui, naturale e comprensibile, di dare una spiegazione a quanto accaduto, di trovare un motivo, qualcuno con cui prendersela diverso da se stesso. Perché è troppo difficile dire "Tony è morto per salvarmi", è più semplice dire "Tony è morto per colpa di qualcuno che non sono io". E Peter cerca di proteggersi in tal senso, all'inizio.
Passo ora a Pepper e, cara, oh cara, ormai lo sai, ma io lo dico e lo ridico e lo ribadisco: amo il modo in cui la tratteggi e come le fai vivere la consapevolezza di non essere l'unica. Lei non è mai nemica di Peter, non è mai nemica del sentimento che lo lega a Tony, ma ne è parte, ne è complemento. lei sa che Tony la ama, così come sa di non essere l'unica. Sa che Tony ama anche Peter e glielo ha perdonato. Glielo perdona perché Tony è così e o lo prendi per com'è oppure non riesci a starci. È comprensibilissimo che Peter si senta di troppo, in colpa, si senta come se ha rovinato una famiglia intera, come se ha distrutto qualcosa, ma Pepper lo vuole con sé, lo cerca, gli chiede di frequentare la sua casa, di parlare con Morgan. Lo vuole come parte della sua vita, perché Peter lo era di quella di Tony e l'amore di quest'ultimo per lui era qualcosa che lo definiva, insieme a tutto il resto. Peter non è un nemico, è solo la persona che può meglio di tutti capire il dolore di lei e cosa significhi aver perso Tony.
Ora, questo capitolo si concentra non solo sulla morte di Tony, ma anche su ciò che Tony ha lasciato di sé dopo la sua morte. È molto bello che lui abbia avuto un pensiero per ognuno, qualcosa da lasciare della sua persona a ognuno di coloro che conosceva. Ed è bellissimo anche che Peter non voglia il suo dono, e che ci metta davvero tantissimo per sentirsi pronto ad accettarlo. È troppo difficile, troppo doloroso avere qualcosa di Tony tra le mani, perché gli ricorderebbe costantemente che se n'è andato davvero, che non c'è veramente più. Che è tutto reale. Per parafrasare l'immenso Marquez, "la gente che si ama dovrebbe morire con tutte le sue cose", e anche per Peter è esattamente così. Ogni cosa di Tony gli ricorda cosa lui è stato e cosa non potrà essere più, cosa non potranno più essere insieme. E fa male, fa davvero troppo male.
Sono contenta che Peter abbia accettato di ricevere il regalo di Tony, alla fine: è certamente un passo avanti verso l'accettazione. E poi sono davvero troppo curiosa di sapere che messaggio il nostro Tony ha lasciato per Peter e cosa ha architettato per lasciargli qualcosa di sé. Qualcosa che sicuramente è più concreto e tangibile di com'è per gli altri.
Tesoro, sei fantastica e ogni tua storia è un bagno di emozioni. Di leggerti non ci si può proprio stancare.
Un abbraccio e a presto ♥ |