Buongiorno mia cara Gee,
ed eccomi qui pronta a commentare un altro capitolo di questa storia, che sto centellinando un po' a causa dei ritmi infausti e un po' perché so che sta per finire ed io non sono certa di volerlo.
Allora: inutile dirlo, forse, perché avendolo scritto tu lo saprai meglio di me; però che ci vuoi fare, quel che va detto va detto: questo capitolo è bel-lis-si-mo. Qui hai steso in modo magistrale un qualcosa che io, neanche in giornate particolarmente ispirate, avrei mai avuto (mai e poi mai!) il coraggio di trattare. E lo hai fatto in modo splendido. Mi chiedo che forza d'animo ci voglia per decidere di incentrare un capitolo sulle commemorazioni del due maggio, ad un anno di distanza dalla Battaglia. Ripeto: io non ce la farei. Se ci provassi, sicuramente scadrei nel banale, nel lacrimoso, nel pietista. Tu, cara mia, questa cose non le hai fatte. Non le hai fatte!... Sei riuscita a descrivere con il giusto ritmo, e scegliendo scene maledettamente azzeccate, tutto quello che c'era da dire: obiettivamente, senza eccessi, eppure con un'intensità che, in più di un passaggio, mi ha fatto inumidire gli occhi.
Sei riuscita a rendere alla perfezione, almeno secondo i miei gusti, il dolore delle persone riunite, che trovano le une nelle altre la forza, i motivi per andare avanti. Le descrizioni dei luoghi sono vivide e belle; quelle dei personaggi, ciascuno riconoscibile nella sua peculiarità, sono eccelse.
Come sempre la saggia dolcezza di Andromeda, una donna che ha perso forse più di qualsiasi altro ma che, spesso, non ricordiamo, associata alla speranza di vita rappresentata da Teddy mi hanno commossa in maniera indesrivibile; ti confesso però, e forse qui tu riderai, che il brano con Fierobecco è stato il colpo di grazia. Non solo perché, con questa trovata fantastica, sei riuscita a mettere a posto uno dei tanti tasselli che la morte di Sirius aveva lasciato in sospeso, ma anche perché effettivamente l'Ippogrifo rappresenta una sorta di legame fra Sirius (colui con il quale l'animale è andato a vivere in clandestinità) e Alhena (la figlia di colui che avrebbe dovuto tagliargli la testa). E insomma tu sai che quando si parla di Macnair in generale divento sensibile, porca pupazza.
Sono davvero contenta che tu abbia deciso, con grande coraggio, di inoltrarti sul terreno insidioso delle commemorazioni, perché lo hai fatto in modo davvero memorabile. Ci voleva. Ci voleva come omaggio dovuto e ci voleva perché l'intera storia, senza questo passaggio che costituisce al tempo stesso la chiusura simbolica di un ciclo e l'apertura di una nuova fase, non avrebbe avuto lo stesso spessore.
Ti mando un abbraccio,
A.
PS Ho molto apprezzato il paragrafo iniziale, con l'avvicinamento fra Alhena e la motocicletta che, da brava privilegiata quale sono, so già avrà un peso non indifferente negli sviluppi a seguire. Senza contare che Sirius, con i suoi trascorsi da collezionista di posters osé, deve averla molto apprezzata a cavallo della moto, nonostante la gelosia che prova nei confronti del suo amato gingillo. |