Recensioni per
Ritratto di un antagonista
di PiscesNoAphrodite

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/07/20, ore 20:06
Cap. 1:

Carissima,

Non sto qui a dirti da quanto tempo tu sia nella mia lista da autori da leggere, ma siamo nell’ordine degli anni – sì, io sono un pochettino scandalosa di mio e, quando la vita e gli impegni ci mettono lo zampino, questo è il risultato…



Come dicevo, è un po’ che punto la tua bibliografia, perché si concentra sia su personaggi bistrattati e da Kurumada – sommo cialtrone tra tutti i cialtroni – e dal fandom, che quanto a cialtronate di riflesso non scherza affatto; sia su personaggi per cui ho un debole celato male, Aphrodite su tutti.

Del resto, di deboli, io ne ho tanti, inclusa la brevità – narrativa; ahimè, come noterai, nel commentare, tendo a dilungarmi oltre i limiti della decenza, e te ne chiedo venia sin d’ora. La brevità forza chi scrive alla cura per l’importanza del dettaglio e chi legge ad una maggiore attenzione, a cogliere il peso di ogni parola.  Raccontare una storia, evocarla, raccogliere un concetto chiaro e concluso, in un unico giro di  frase è un esercizio di  stile che fa onore a chi ci si cimenti con successo – già ti dico: cheapeau! – e che, soprattutto, arriva al lettore con un’immediatezza che scritti più articolati sovente tendono a perdere. La brevità non fa  sconti, a nessuno. Sarà per questo loro lato così spietato, che le cose brevi tendono a piacermi immensamente.



Comincio, dunque, da qui, perché c’è bisogno di più storie come la tua, di più riflessioni, studi, racconti su personaggi come Misty – su di lui, credo di essermi sinora imbattuta soltanto in un paio di drabble di Francine.

Ho letto questa tua raccolta tutta d’un fiato. È ammirevole come questi tasselli, frammenti di un uomo, singoli giri di frase, vengano assieme in un mosaico per nulla scontato, tratteggiando un ritratto complesso, sfaccettato, di quello che è sì un antagonista – senza scuse –  ma che tu presenti in una luce più sottile, cangiante, di quella che appiattisce gli antagonisti sulla cattivissima cattiveria, in fin dei conti di poco interesse. Ho riflettuto su se  lasciarti un pensiero d’insieme, conclusivo, ma sono giunta alla conclusione che limitarmi a ciò non avrebbe reso onore alla struttura frammentaria di questo lavoro, all’importanza di ogni parola. Farò però del mio meglio per evitare di scriverti un commento interlineare – rischio serissimo: deformazione professionale – un poco alla volta.

Mi piace la tua scelta di caratterizzare il rapporto che Misty ha con la propria bellezza come una forma di consolazione – la sola che conta, in fondo: quella di fronte al pensiero della propria fallibilità e dunque della morte. Mi piace perché, in fondo, è una caratterizzazione che va dritta al sodo. Così come la consapevolezza di un vuoto interiore – di quella che più avanti definirai un’aridità dell’anima –  che quest’uomo ha, assieme alla consapevolezza che è quel vuoto, quel senso di abbandono a spingerlo a cercare amore, ammirazione, la celebrazione della propria bellezza, delle proprie gesta. Qui, però, a me sorge il sospetto che Misty stia prendendo una grandissima cantonata nella propria valutazione di sé, o che sia un caso di autoinganno bello e buono, perché tanta consapevolezza di sé, nel bene e nel male (soprattutto nel male) mal si concilia con l’essere davvero completamente vacui e superficiali. Questo Misty è una contraddizione, come tutte le persone vere, in fondo; e nell’essere così contraddittorio è vero, è vivo, è credibile. Anche solo in un giro di frase.

Recensore Master
25/09/19, ore 15:39
Cap. 1:

Ciao! Innanzi tutto complimenti per esserti messa in gioco in questa impresa, che secondo me è tutt'altro che facile, nella quale stai riuscendo benissimo. Anche se ogni parte è composta da una sola frase e poche parole, entrambe rendono benissimo il concetto espresso. Non è per nulla facile scrivere periodi così brevi ma allo stesso tempo così pregni, davvero complimenti.

Nella prima parte si legge proprio l’inquietudine di Misty, in una presa di coscienza della verso la morte e lo scorrere del tempo, la sua paura di essere sopraffatto. Sommerso dalle insicurezze, trae dal suo aspetto esteriore la forza per combatterle; la sua bellezza è ciò in cui si rifugia, tutto ciò che sente di avere. È una fotografia perfetta dello stato d’animo di questo personaggio, di ciò che nasconde dietro alla perfezione del suo aspetto.

Nella seconda c’è la consapevolezza di essere amato e ammirato solo per il suo aspetto. Ma è come se la bellezza fosse un guscio, che definisce la sua immagine, funge da protezione, ma dentro il quale sente di avere il vuoto. Di fatto questa bellezza non porta a niente, non è un potere, non è un’abilità e neppure un merito. Ci vedo un po’ i pensieri verso Aphrodite che avevo letto in una delle tue one-shot, dove lo ammirava per quello che era, consapevole che aveva ottenuto la sua posizione per virtù ben diverse dall'aspetto esteriore, e soffriva per questo contrasto con lui che gli portava un senso di inferiorità.

Il tuo stile di scrittura elegante rende questi pezzi ancora più belli, sembrano quasi estratti di poesie. Rinnovo i complimenti, hai fatto un bellissimo lavoro! ❤️

Ciao e a presto!

Recensore Veterano
25/07/19, ore 16:28
Cap. 1:

Fa sempre piacere scovare qualche cosa di interessante in un periodo così 'morto' per questo fandom, ed interessante questa raccolta lo è davvero, che apprezzo sempre immensamente quando qualcuno si prende l'onere di dipingere un ritratto verosimile di personaggi che, talvolta, anche definire secondari pare troppo ardito.

Intanto complimenti per il coraggio di imbarcarti in quest'impresa: non è affatto facile riuscire, in una frase, a creare un concetto rotondo, denso...non lo è con un personaggio come Misty che, assieme al cavaliere dei Pesci, soffre di quel terribile appiattimento dato proprio dall'identificazione esclusiva con la sua Bellezza.
Mi piacciono i toni grevi che hai da subito scelto di dargli, mostrando una sorta di cupo abisso dietro alla sua ammirevole facciata.
In particolare mi colpisce moltissimo la seconda frase, con quel suo senso tremendo di autentica paura, quella che si scopre quando la Bellezza si rivela d'una nullità sconcertante, priva di Potere perché quel potere non procede dalla Virtù prima di tutto, ma da un armonioso accordo di elementi che, a quel punto, paiono quasi Trompe-l'Oeil...allora il Potere risiede ovunque tranne che in quella Bellezza, è solamente in mano ad altri, e questa consapevolezza è come lo sperone infilzato nel fianco dell'animale spaventato che non può fare altro che dannarsi correndo all'impazzata in giro in cerca di sollievo.
E' molto accurata questa piega che ha preso il personaggio, in perfetto accordo con uno dei principi della Bilancia, l' ARmonia fondata sulla Giustizia e quindi sulla più alta manifestazione di Bellezza e Virtù, senza la quale non si riesce almeno in via teorica a vivere di una vita in Pace.
Perdona lo sproloquio, non sono più abituata a scrivere;
il tutto poi per dire che mi piace davvero molto questa corposità che stai dando a Misty, anche in così poche righe...
davvero complimenti.

Recensore Master
14/07/19, ore 12:14
Cap. 1:

Amo poco questo personaggio. Come Aphrodite, l'ho sempre considerato l'emblema del culto della bellezza esteriore fine a sé stessa, che è un tema che evito proprio, lo ammetto. Mi piacciono però i componimenti brevi. Anche se sessanta parole sono davvero poche. Mi hai fatto rivalutate Misty con la chiusa finale, quando si accorge della caducità del suo pensiero, quando necessità di nuove conferme, perché le due sono nulla. Molto brava, complimenti :)