Recensioni per
A broken man
di Watson_my_head

Questa storia ha ottenuto 23 recensioni.
Positive : 23
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/01/20, ore 07:59
Cap. 6:

Vedi che non ti ho dimenticata....Il tuo modo di scrivere e ciò che racconti li ho messi al sicuro tra le “Storie da recensire”, e penso che, leggere delle osservazioni che possano testimoniare la qualità dei propri pezzi, per un Autore/trice sia molto utile. Detto questo, arrivo al presente capitolo.
C’è un primo commento da fare che riguarda la forma del testo. Infatti hai impostato il capitolo con la struttura di un blog, del blog di John, per la precisione.
Questo ci regala un punto di vista privilegiato perché possiamo leggere il flusso di pensieri che John fissa sullo schermo. Il tuo stile, qui, si adegua perfettamente al contenuto perché non ci sono, volutamente, strutture stilistiche complicate in quanto sono discorsi e, quando si parla a ruota libera, il modo di costruire le frasi è meno “ingessato”, cioè segue ciò che esce dal cuore. Così veniamo accompagnati, in quello che dovrebbe essere un percorso di elaborazione del lutto, da una raffica di pensieri che si accavallano l’uno sull’altro e che tu hai espresso con una sequenza prevalentemente di verbi, scelti con cura, che ricostruiscono un panorama emotivo in completo subbuglio.
Sappiamo che lo scrivere, diario tradizionale o blog che sia, non ha importanza, è uno degli aspetti della terapia che Ella ha consigliato a John dopo il tragico “volo” di Sh dal tetto del Barts. John trova la forza per farlo e, nelle prime righe troviamo, dilaganti, un senso di vuoto, di rabbia, di frustrazione e, ovviamente di dolore, oltre alla terribile nostalgia di Sh e l’incredulità per ciò che è successo. Però, progressivamente, andando avanti nella lettura, si notano prima delle quasi impercettibili aperture alla realtà circostante, poi quella che sembra una convinta rassegnazione, nonostante rimanga, silenzioso ma vivo, il sogno assurdo che Sh ritorni (l’ormai mitico “Please, Sherlock, don’t be dead”).
Penso proprio che sia stato un lavoro molto difficile il tradurre un percorso psicologico così particolare e mantenergli la caratteristica fondamentale della credibilità. Ma a te è riuscito molto bene infondere una solida verosimiglianza introspettiva alla confessione di John. Interessante è il reiterare di termini che si riferiscono alla rabbia (“...sono ancora arrabbiato...così arrabbiato...”) soprattutto nell’ultima parte, prima del momento in cui hai riportato un passo del vero blog di John. Dal punto di vista psicologico risulta ciò che resta dopo l’annichilimento iniziale, il disorientamento, i complessi di colpa...A John rimane soprattutto la rabbia e questo mi ricorda moltissimo il John che abbiamo visto nella S4, che ancora non è riuscito a perdonare Sh per averlo lasciato fuori dai suoi piani. Parlavo prima di aperture alla realtà che il medico manifesta nelle sue parole: mi riferisci, per esempio, al fatto che venga citata “una persona” che è riuscita a farlo sorridere. Ed il fatto che venga citato questo particolare accanto all’esortazione rivolta a Sh di tornare, beh, è decisamente rivelatore dello stato d’animo di Watson. Sei cioè riuscita a tradurre il suo dolore, la sua disperazione ma anche la forza per riuscire ad andare avanti. Ma c’è anche l’irrazionale (ma reale!) sensazione che Sh possa tornare. Penso proprio che, la persona che viene citata e che è riuscita a trasmettergli qualcosa di positivo, sia Mary. E qui mi viene l’ansia perché quel personaggio non l’ho mai potuto sopportare.
Questo capitolo mi è piaciuto perché mi riporta al tragico clima di TRF, grandissima puntata dello Sh dei Mofftiss, in cui John si trova di fronte ad un delirio che sconvolge la sua vita. Del dopo Reichenbach, dai Mofftiss non sappiamo più alcuna notizia che ci possa dare un’idea del suo stato psicologico. Con la tua storia ne stai ricostruendo un quadro credibile, senza banalità o facili risvolti lacrimevoli.
Brava.

Recensore Master
04/08/19, ore 15:57
Cap. 6:

Questo capitolo segna in maniera più netta lo scorrere del tempo, aiutata delle pagine del blog di John (quelle reali e quelle scritte da te) ci ritroviamo a vedere il passare dei mesi. Il suo inverno e poi il Natale e più passa il tempo, più il modo di scrivere di John si alleggerisce di molti pesi
e questo lo si percepisce in maniera molto netta. Ciò a cui assistiamo è a una vera e propria crescita del personaggio a un ritorno alla vita vera e propria. Prima c'è solo il pensiero di poter tornare a godersi la propria esistenza, pensare di invitare fuori qualcuno magari anche quando la cosa non gli interessa nemmeno. Poi c'è la vera accettazione della morte di Sherlock, forse la parte più dolorosa del capitolo che culmina con il blog finale. Quello che è pubblicato realmente sul blog di John Watson e che John ha scritto realmente (o chi per lui, voglio dire... è pur sempre un telefilm, ecco). Sappiamo perfettamente quello che sta succedendo, il tornare a vivere da parte di John ha un nome e un cognome ovvero Mary Morstan, il cui nome compare anche tra i commenti al blog originario. Con tanto di Harry che domanda al fratello chi sia questa Mary (e per me ha vinto tutto con quel commento, ma va beh...). Qui abbiamo una presa di coscienza molto reale di quello che è successo a Sherlock ormai un anno prima, una presa di coscienza che è maturata nel tempo e che non è arrivata improvvisata né spuntata dal niente. Sherlock è morto e lui è rimasto solo e il modo in cui arriva ad accettarlo è in realtà molto sereno. Sherlock resterà sempre con lui e l'averlo conosciuto è diventato un valore aggiunto, è felice d'averlo incontrato insomma. Naturalmente è positivo, anche se è un po' una falsa illusione. Io credo che anche se fosse morto davvero, John non avrebbe mai accettato del tutto la morte di Sherlock. Non in maniera profonda almeno. Anche a distanza di molti anni non lo avrebbe superato del tutto e una parte di lui sarebbe morta quel giorno al Barts. Qui però arriva ad accettarlo e questo è un fattore molto positivo, uscire dal buco nero dentro al quale era caduto, fatto anche di ubriacature (e non dimentichiamoci che la storia familiare di John in rapporto con l'alcol non è delle migliori), era fondamentale. Però c'è il fattore Mary e lo star sfociando praticamente nella complicatissima terza stagione. C'è il fatto che il blog è di aprile e Sherlock torna a ottobre e quindi The Empty Hearse, è imminente. C'è il fatto che non manca tanto all'incontro al ristorante. E a questo punto mi domando cosa succederà nella tua storia. Se modificherai il corso degli eventi della serie e in che direzione lo farai, oppure se deciderai di seguire una stessa linea fino alla quarta stagione e anche oltre. Se fosse un qualunque altro autore opterei per quest'ultima, ma io so che non ami Rosie come personaggio e che la sua sola presenza ti dà fastidio (almeno, qualche tempo fa mi ricordo che era così, non so se nel frattempo è cambiato qualcosa). E non mi sfugge nemmeno l'avvertimento slash così come quella sfilza di generi che tendono al suicidio Johnlockiano. Mi sto facendo molte domande, diciamo così perché sono curiosa di capire quale direzione deciderai di seguire se faciliterai la vita a Sherlock e a John oppure se gliela complicherai ulteriormente. Io spero in un finale positivo, come sempre. Non privo di passaggi sofferti, ma è anche vero che John è nella disperazione più totale fin dal primo capitolo...


Resto in attesa di aggiornamenti ovviamente.
Koa

Recensore Veterano
31/07/19, ore 15:38
Cap. 6:

«La gente si innamora del proprio dolore al punto che non riesce più ad abbandonarlo. Lo stesso vale per le storie che racconta. Siamo noi stessi a tenerci in trappola».

Mi piace molto come frase per cominciare questo capitolo che sapevo gia' essere tutto sul blog di John. Ho avuto la sensazione che volesse provare a parlare, a tirar fuori qualcosa, a liberarsi un po' dal peso... ma che non ci fosse riuscito per niente. Si sa ormai, John e' proprio stitico emotivamente, un super-io che batte quello di pochi e quindi leggere queste righe mi ha ridato l'idea del mio John (hello dad, by the way, noi amiamo il Natale ora, tie'!), bloccato, solo, ma con l'obbligo morale di andare avanti. Una pecca? John non scrive mica cosi' bene sul blog come scrivi tu! 🤣🤣🤣
Mi e' piaciuto anche molto il nome del titolo, da' gia' l'idea di qualcosa di vuoto e di inconsistente.

I'll wait again now.
Oggi non ti chiedo dell'altra, perche' l'altro lo tolleriamo poco. :)