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Autore: Watson_my_head    24/07/2019    3 recensioni
Sherlock è morto. Cosa è successo in quei due anni prima del suo ritorno?
Questa è la storia di John, un uomo distrutto costretto a venire a patti con se stesso e a trovare la forza, forse, di cambiare il proprio destino.
#introspettivo #friendstolover #fixingpostreichenbach #happyending #dontbescared!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, a quelli andati, a quelli rimasti.
Sono una pessima, pessima scrittrice. Ma intanto c'è questo e anche se fosse solo per me, è qui.
Alla prossima.


 




«La gente si innamora del proprio dolore al punto che non riesce più ad abbandonarlo.

Lo stesso vale per le storie che racconta. Siamo noi stessi a tenerci in trappola».

Chuck Palahniuk, “Cavie”

 


 


THE PERSONAL BLOG OF
 

Dr. John H. Watson



9 Novembre

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Eccomi qui. Solo per me, comunque.

 

Sono passate sei ore.

 

La cosa triste è che alla fine un po' ci si abitua. Perché a nessuno a parte te sembra importare. A qualcuno probabilmente si, ma la verità è che sei troppo cieco per vederlo o troppo impegnato a non essere te stesso per preoccupartene. Dormi, non dormi, ti svegli, respiri, vivi, sopravvivi. Un giorno dopo l'altro. E così, senza nemmeno accorgertene, ti abitui.

Abituarsi.

E' una parola che mi fa vomitare. Ci si abitua a svegliarsi ad una certa ora, a mangiare senza sale, al traffico, alle chiacchiere inutili, alla pioggia costante, ai convenevoli superflui. Ma non ci si può abituare a qualcosa che manca. Perché mancherà sempre e farà male sempre. Non ci si abitua al dolore. Io non mi abituo al dolore.

 

Ti odio con tutto me stesso.

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16 Novembre

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E se non fossi andato via quel giorno?

Me lo chiedo tutte le notti.

 

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12 Dicembre

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Vorrei avere qualcosa da scrivere ma la verità è che non succede niente nella mia vita. Non succede più niente. Come se il destino o chi per lui avesse esaurito già tutto quello c'era in serbo per me. Come se non ci fosse altro. Finito. Hai già finito tutto John. Mi sembra di aspettare da solo un treno che non passerà mai. A volte mi chiedo se questo mio vivere sia ancora utile, se abbia ancora uno scopo, se tornerà ad accadere qualcosa, se passerà mai quel treno. Una parte di me vorrebbe cedere, alzarsi, lasciare la stazione senza girarsi nemmeno una volta a guardare. Ma l'altra parte, quella che mi fa sedere ancora qui a scrivere di niente, mi tiene incollato a quel pensiero, a questa sedia, in questa vita. Non parlerò mai di queste cose, mai. A nessuno.

E' che non dovrei scrivere di sera. La sera i pensieri si fanno complicati.

Sono ancora incazzato.

Se fossi qui adesso ti spaccherei quella faccia. Ah puoi giurarci.

 

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24 Dicembre

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Ho sempre amato il Natale.

Non è vero, l'ho odiato, poi l'ho amato, ora lo odio di nuovo.

Sono fermamente convinto che a nessun bambino debba essere negata la felicità del Natale, per quanto stupido, finto e consumistico sia. Eppure, o forse è proprio per questo, se ripenso alla mia infanzia non ricordo un solo Natale felice. E ci sto pensando, ma proprio non lo ricordo. Che infanzia di merda. Grazie papà.

Poi ho smesso di crederci, ed è andata meglio.

 

Sono sempre stato solo. Durante gli anni nell'esercito ogni giorno era uguale al precedente e se riuscivi a non farti ammazzare quello era il tuo Natale. Anche se era agosto o febbraio, potevi rinascere ogni volta. Qualcuno invece ci è morto davvero e basta. Qualcun altro è tornato a casa, ma in realtà è ancora lì.

 

Perché sto scrivendo queste cose?

La verità è che Ella ha ragione. Scrivere può far bene.

Scrivere mi fa sentire di avere un posto a cui tornare.

 

Buon Natale Sherlock.

 

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28 Dicembre

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Credo che a volte ci convinciamo di essere soli solo per poter giustificare il nostro comportamento e sentirci in pace con noi stessi. Ho un fottuto casino qui dentro e sono fottuto io. Ma forse, lo sono sempre stato.

Non sono una persona emotiva. Cioè, so di esserlo. Sono emotivo. Tutti hanno emozioni. Persino Sherlock Holmes ne aveva. E' solo che non posso lasciarmi andare al dolore, alla sofferenza. Non davanti agli altri, non con qualcuno che non sia me stesso. E' tutto qui dentro, seppellito da qualche parte.

 

Mi hanno cercato in questi giorni, Greg, Mike, Molly, Harry.

Harry.

A volte dimentico di avere una sorella che è più fottuta di me. In tutti questi anni avrei dovuto aiutarla, ascoltarla. Ma la verità è che sono sempre stato troppo incasinato per riuscire ad occuparmi anche di lei. Almeno quello avrei voluto non annoverarlo tra i miei fallimenti. E invece.

E invece...

Ignorare i problemi non li risolve e non li fa sparire. Devo chiamarla.

 

La cosa migliore di questi post è che non potrà leggerli nessuno.

 

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31 Dicembre

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E' l'ultimo giorno dell'anno.

Cosa fanno le persone normali? Stilano una lista di buoni propositi che poi non rispetteranno mai? Fanno un bilancio dell'anno passato? Il mio bilancio è in perdita. Ho perso tutto, rimango solo io. Io che non mi abituo al dolore. E ogni giorno che passa è solo un giorno in più di perdita. Non accumulo più niente, perdo solo pezzi. Arriverà il meraviglioso giorno in cui non ne avrò più e spero che avvenga il più presto possibile.

 

Ero così solo, e lo sono di nuovo.

 

Buon anno nuovo Sherlock.

 

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15 Gennaio

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Non ho più visto Mycroft da quel giorno all'appartamento. Ma sono certo che lui vede me. Non smetterà mai di spiare le persone ed esercitare quel suo controllo inquietante su tutto.

 

Avrebbe dovuto controllare suo fratello.

 

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26 Gennaio

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Buon compleanno Sherlock, ovunque tu sia.

 

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18 Febbraio

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C'era questa donna ieri che mi guardava sull'autobus. Era attraente. Aveva lunghi capelli neri e occhi chiari. Mi ha sorriso.

Avrei dovuto salutarla, scambiare due parole, magari invitarla a cena. Sentire del calore umano. Sentire che sono ancora vivo, che sono ancora qui. Perchè per quanto tu sia uno stronzo e te ne sia andato, io sono rimasto.

 

Dovrei riprendere in mano la mia vita e andare avanti. O avere quel coraggio che una volta ho quasi avuto. Quasi.

 

 

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27 Marzo

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Le cose possono cambiare in fretta. Ed io lo so bene. Nell'arco di una telefonata si possono cambiare vite intere. Una corsa in metro, un caffè nel parco con un vecchio amico, un pranzo. A volte non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.

 

Forse è giunto il momento di tornare, tornare a questa cosa, il blog.

 

Tornare ad avere una vita vera, una che non sia notti insonni, lavoro e bicchieri di whisky. Tornare a condividere. Anche se sinceramente non ho idea di cosa potrei mai condividere di nuovo. Ma mi è stato detto che devo farlo e che devo parlarne. Parlare del mio “migliore amico” e del fatto che sia morto. E che devo accettarlo e che non tornerà. Questo è l'esatto ordine in cui devo imparare a fare queste cose. A volte le ripeto come un mantra per dargli maggiore forza, ma finisco solo col togliergli ogni significato. Come quando ripeti una parola e all'improvviso ti sembra di non averla mai sentita. E sono punto e a capo.

 

Ti ho anche chiesto di smetterla di essere morto, te l'ho chiesto per me. Non esattamente quello che si dice “andare avanti”, lo ammetto. E' che non ho voluto farlo, per molti mesi. Sono stato incredulo e poi arrabbiato, e ancora incredulo. Non sono riuscito nemmeno a dirlo per così tanto tempo. Non potevo convincermi di essere di nuovo solo. Non potevo davvero credere di averti perso. Sono ancora arrabbiato.

 

Ripenso a quella notte, quella in cui ti guardai dormire. Sono cambiate così tante cose eppure, tutto è come allora. Sono lo stesso, sono rimasto triste e miserabile. Il cuore a pezzi. Le mani vuote. Se avessi saputo che si può essere più miserabili di come ero allora, forse ti avrei svegliato. Ma la verità è che il passato non può essere cambiato. Io non ti ho svegliato quella notte. Così come non ti ho salvato quel giorno.

 

Ma tu hai salvato me. E ti devo così tanto che una vita intera non basta. E anche se sono ancora così arrabbiato perchè mi hai lasciato indietro di nuovo, sento di doverti quella vita che quel giorno di tanti anni fa hai salvato per la prima volta.

 

Non potrò mai dimenticarti e dimenticarmi di noi, ma forse è davvero giunto il momento di tornare, Sherlock.


(Ho conosciuto una persona. Non sarà niente di serio ma è riuscita a farmi sorridere. E a questo punto non so se serva altro.)

 

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20 Aprile*

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Un nuovo inizio

 

E' strano. Tornare qui. Questo blog. Mi ci è voluta circa una settimana per scrivere questo. Ho continuato a tornare. Cancellando. Aggiungendo. E' che non sono una persona emotiva. Lo sono, ovviamente. Provo emozioni ma non mi lascio andare al dolore. Immagino sia molto inglese da parte mia.

Non mi piace parlarne.

Ma mi è stato detto che dovrei. Che se non ne parlo sarò come ero prima di Sherlock. E non posso tornare a quello. Ho una vita adesso.

Comprendo che sia morto. E lo accetto. Credo ancora in lui. In chi era. La verità dietro tutto questo verrà fuori, ne sono convinto. Ma Sherlock è morto e quel periodo della mia vita appartiene al passato.

E questo è ciò che è la vita. Le cose accadono. Poi passano. E tu vai avanti verso cose nuove. Nuove persone. Nuovi amici. Nuovi inizi.

Ma è altrettanto importante non dimenticare il passato. E ho trovato alcune foto e post incompleti quindi per le prossime settimane è quello che farò. Ricordare il passato.

E non sarò triste. Non più. Perché sono stati bei momenti. Siamo stati grandi e ci siamo divertiti. Ed è questo che ricorderò. Il mio migliore amico, e mi ucciderebbe per aver detto che era quello che era, è morto. Sherlock Holmes è morto.

Ma lo giuro, non sarà mai dimenticato.

12 commenti

 



* Tutto ciò che è scritto alla data 20 aprile è la traduzione dello stesso post sul blog ufficiale di John:  http://www.johnwatsonblog.co.uk/
   
 
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