Ciao!

E' un piacere essere tornato a leggere della coppia Loki/Sigyn, destinati a ritrovarsi sempre e comunque anche in realtà alternative e distorte perché come dice anche Odino nel sogno-visione avuto dal suo figlio adottivo:" non può esistere un universo dove l’inganno sia privo della fedeltà". Una sorta di infinito corso e ricorso storico insomma, in qualunque epoca, spazio e universo questi due sono destinati ad incontrarsi, amarsi, perdersi e così via. Mi è molto piaciuto questo Lingua d'Argento nei panni di uno skald contemporaneo, che incanta una folla in delirio con ballate di un'era lontana e di un mondo perduto e che in un certo senso il suo tenere vivo il ricordo di Asgard nella mente e nel cuore di tutti coloro che lo ascoltano adoranti sia una sorta di contrapasso per lui che ha sempre complottato e ingannato e ci ho visto un secondo cerchio, agganciato al primo, dell'eterna vicinanza tra menzogna e verità, tra tradimento e fedeltà. E i due cerchi uniti fanno un otto rovesciato che guarda caso è anche il simbolo dell'infinito.
Ebbene sì, mi sono sentito molto metafisico nel lasciarti questa recensione, spero non ti sia dispiaciuto. ;)
Lo stile è come al solito impeccabile e molto ricercato, complimenti!
Un saluto e a presto
Will D.

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Cara Autrice, diletta Fatina dell' ispirazione, contesto la scelta di postare questa bellissima perla nel fandom Avengers per il semplice motivo che l' assoluto protagonista di questa scena mirabile è solo Loki. Un eccezionale Loki, vivo, potente, magnifico, bellissimo che non ho avuto alcuna difficoltà a immaginare su un palco, inondato di fumo artificiale e posseduto da emozioni ancestrali di gloriosi propositi. Ho amato questa armata di gente che balla e canta e salta e osanna un rocker perché l' ho fatto anche io, in mezzo a duecentomila persone, in una notte di settembre a Campovolo. La perfezione della tua immagine, della tua trasposizione è un quadro fiammingo di violenza emotiva che rapisce, sconfigge, esalta, soffoca, risveglia e lascia gli occhi e il cuore pieni di poesia. Ho bevuto questa storia come si tracanna un whisky che brucia e riscalda: tutta d' un fiato. E mi ha lasciata un po' ubriaca della tua genialità. La vera pifferaia sei tu: dolce e delicata, intimista, lieve come suono di flauto magico eppure tosta, roboante, dirompente, assoluta come il più grande e bello dei tamburi da guerra che danno il ritmo ai rematori quando si insegue la preda. Sei sempre eccelsa. Mi piace sempre di più leggere le tue storie. Un grande bacio.

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