Recensioni per
La vita vera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/02/22, ore 15:36
Cap. 1:

Caro Old manco da EFP da quattro anni e più, ma son periodi, a volte ci piace fare delle cose, poi ci stanchiamo, poi la voglia ritorna e via andare!
Disquisizioni inutili a parte avevo voglia di leggere qualcosa  e siccome tu sei una garanzia, mi sono messa a spulciare il tuo profilo per trovare una storia che potesse rientrare nei miei gusti, quando il plot di questa mi ha letteralmente catturata.
Allora che tu abbia talento e sappia scrivere bene ormai è voce di popolo ed è assodato, ma la cosa che mi piace di più è che riesci a catturare l'attenzione del lettore e tenerla alta fino alla fine del capitolo.
Hai descritto in maniera amaramente cinica un borghesuccio insoddisfatto, un omuncolo da due soldi, ingrato della fortuna che ha, come purtroppo ce ne sono per davvero, Rizzoli è insopportabile e per di più è anche stupido, il che lo rende ancora più mal digeribile.
Mi piace che tu abbia voluto parlare di una dipendenza gravissima, come la ludopatia, ancora non tanto conosciuta ma che rovina e ha rovinato un sacco di gente, anche con le maledette slot da bar. Conosco gente che ci si è mangiata la casa porca miseria!
Per concludere, questo primo capitolo l'ho trovato eccellente sia nella forma che nella narrazione. Ovviamente continuo a leggere con grande curiosità e avrai presto mie notizie!
 

Recensore Master
17/08/21, ore 09:50
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned,
anche se la tua storia non è arrivata in tempo a partecipare al concorso per il quale era stata concepita, il grande lavoro di ricerca svolto per darle uno spessore non è stato certo sprecato.
Alessandro Rizzitelli, il protagonista, ha già più di quanto un uomo medio potrebbe aspettarsi dalla vita, ma questo non gli basta. Non è soddisfatto della sua bella casa che gli dà tutti gli spazi necessari, della sua bella moglie che può permettersi di gestire un negozio poco redditizio pur di seguire i suoi hobby, vede tutti i minimi difetti della sua berlina e, anziché concentrarsi sul lavoro, perde il tempo a sognare dietro a favolose automobili delle quali non potrebbe neppure sfruttare le prestazioni senza stracciare ogni codice stradale.
Il dottor Clerici gli appare in tutta la magnificenza e munificenza di un modello positivo, e lo introduce nello sfavillante casinò di Portorose dove
si sfoggiano ricchezze e si vive come un sogno l'ebbrezza di dilapidarle per correre dietro alla fortuna e al miraggio di una maggiore ricchezza.
Tutto il sistema appare concepito per creare uno stato di dipendenza che spesso si traduce nel dilapidare la propria ricchezza, o nel bisogno di inseguirne ancora di più per non essere escluso da quel giro sfavillante.
La vittoria non ha fatto bene al protagonista: oltre alla sua precedente perpetua insoddisfazione, ora comincia a nascondere la vincita alla moglie, e le sue ricerche alla ditta. Si creano le premesse per una doppia vita che può erodere il non poco che già aveva.
Complimenti per il capitolo, scritto e strutturato benissimo e che ci fa scivolare nella prospettiva sempre più insaziabile del protagonista.
MaxT :)

Recensore Junior
21/06/20, ore 20:40
Cap. 1:

Ciao Old
Non avendo nulla da fare, ho deciso di leggere questa storia. C'è un solo aggettivo per definirla: cattiva. Ma non in senso negativo, anzi.....
Nessuna redenzione, qui, nessun modo per il protagonista di suscitare empatia fra i lettori. Uno stronzo. Uno stronzo e basta. Amaro il passaggio in cui dice"Ma figurati se vado in quel posto frequentato da drogati e ubriaconi", senso di superiorità come se piovesse. Come se poi lui fosse così tanto diverso da loro.
E, visto che, come suol dirsi, l'erba grama non muore mai, l'idiota ha deciso di rompere i c....i fino all'ultimo, diventando un tetraplegico bisognoso di costante assistenza e di soldi invece di crepare. Stronzo fino in fondo.
Non poteva finire altrimenti, dopotutto

Bravo, spero di poter leggere qualcosa di tuo al più presto , è da un po' che manchi

Alla prossima!

Recensore Master
07/06/20, ore 21:51
Cap. 1:

Okay, questa nuova storia si prospetta interessante, specie con tutto lo studio che ci hai messo a dietro. Roberto fa abbastanza ridere con le sue interpretazioni letterali, ma di sicuro si dimostra più saggio di Alessandro per quanto riguarda il gioco d'azzardo.
Anche perché questo Alessandro non sta neanche male coi soldi, ha una bella casa, una famiglia del modello classico e rispettabile ma che sembra comunque serena e tranquilla... semplicemente, vuole il lusso. Non è una condizione di partenza che metta molta simpatia per lui, ed è interessante: nelle storie sul gioco d'azzardo che ho letto finora, il protagonista partiva sempre da una condizione di reale bisogno di soldi.
Ma guarda la coincidenza, il tizio con cui diveva fare affari è il tipo di persona che ama introdurre poveri disgraziati al mondo del gioco e rompere il ... insistere cordialmente affinché non smettano. Quantomeno ha buoni gusti letterari.
Mi è piaciuta comunque la descrizione della scarica adrenalinica di Alessandro al gioco, di come quasi gli piaccia più quella dei soldi veri e propri, e di come si convinca quasi subito e contro le prove concrete di avere qualche sorta di dono.
E il nostro si avvia verso la dipendenza. Alla fine, il gioco gli dà molte più soddisfazioni di un lavoro ben svolto, una cosa abbastanza triste a pensarci.
Si prospetta davvero una storia interessante: complimenti!

Recensore Master
24/05/20, ore 18:34
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Feat. Masters" - 1/2

Carissimo Old, come promesso eccomi a lasciare la prima recensione premio a questa storia *-*
Ma... MI DOVEVI AVVISARE PRIMA che avevi pubblicato la storia che avrebbe dovuto partecipare al mio contest, sarei dovuta passare a leggerla molto prima, e poi mi fa davvero tanto piacere perché il tema della dipendenza mi è davvero molto caro! Anche se devo ammettere che per quel contest avrei preferito leggere di una dipendenza da una "sostanza" concreta, ma va benissimo anche così, anzi! Non mi era mai capitato di leggere una storia sulla dipendenza dal gioco, la trovo molto originale e ti confesso che mi stai facendo incuriosire tantissimo ocn questa minilong *____*
GRAZIE per avermi citato all'inizio, sono onorata di averti ispirato questa storia, soprattutto visto l'impegno che ci hai dedicato, anche e soprattutto per informarti! Immagino che un po' tutti noi, quando vogliamo scrivere su un determinato argomento con cui non abbiamo dimestichezza, facciamo qualche ricerca... ma tipo io mi limito a Google AHAHAH, tu invece sei andato a scavare a fondo e sono davvero impressionata dalla serietà con cui hai affrontato la questione! Non posso che rispettare gli autori come te, che veramente ci mettono il cuore! :)
Detto ciò...
Alessandro Rizzelli è il classico personaggio medio dalla vita media, che non ha per niente una vita esaltante, che non sta morendo di fame ma non è nemmeno ricco, che ha un lavoro e una famiglia normale, nessun hobby particolare, pure il suo nome è tremendamente ordinario... insomma, è avvolto da questa patina di mediocrità che, paradossalmente, lo rende il soggetto perfetto per ciò che gli è captato nel corso di questo primo capitolo.
Insomma, questo Alessandro è esattamente tutto ciò che io non voglio essere da grande (o forse non vorrei essere sua moglie, dato che essendo una ragazza non posso essere lui AHAHAH vabbè sto delirando, lasciami perdere), ha quel classico tipo di vita che non ha nulla di interessante ed esaltante e anche i suoi desideri sono un classico: una macchina migliore, una casa migliore, le belle donne, la ricchezza... bah.
E, sai, sei riuscito a far emergere perfettamente questo aspetto di lui, sei riuscito a definirlo in pochissime righe: già nella scena in cui guardava la macchina e poi conversava con il suo collega, avevo già inquadrato che tipo di persona fosse e mi ha fatto venire una gran tristezza, non so nemmeno spiegarti perché XD
Esplicato Alessandro, sei poi riuscito a definire perfettamente la moglie: la donna media col lavoro a caso che fa i soliti lavori di circostanza. La classica moglie dei film, o quella di cui parlano i comici nei loro monologhi prendendola un po' in giro. E anche qui mi è presa la tristezza XD
Questi dettagli quasi introduttivi mi sono piaciuti tantissimo e li ho trovati davvero utili per inquadrare l'atmosfera generale della storia, per esaminare la situazione di partenza: quando si parla dell'inizio di una dipendenza, mi sembra sensato anche indagare i meccanismi che l'hanno causata, perché niente succede a caso. Alessandro, forse senza nemmeno rendersene conto, è fortemente insoddisfatto della sua vita e questa "fame" di soldi, questo voler provare ad arricchirsi, lo spinge ad avvicinarsi al gioco d'azzardo, soprattutto dopo aver visto il riscontro positivo - la vincita.
Davvero incredibile come il cervello umano risponde a ricompense/punizioni in maniera molto basilare: gioco, e se il giocare mi dà qualcosa di positivo, continuo a farlo. Sono gli stessi stimoli con cui addestrano i cani, il che a ben pensarci fa un po' paura XD
E infatti proprio di questo vorrei parlarti: mi sono venuti i brividi quando Alessandro ha cominciato a puntare e puntare e non riusciva a fermarsi, era totalmente fuori controllo, totalmente succube delle sensazioni che il rischio gli dava. Questo concetto di "perdere il controllo" su se stessi è qualcosa che mi ha sempre terrorizzato ed è anche uno dei maggiori fattori che mi affascinano nell'ambito delle dipendenze - ovviamente vissute dall'esterno XD -, quindi ritrovarlo in maniera così forte in questo scritto mi ha colpito moltissimo e, ti giuro, per me è quasi come leggere un horror AHAHAH XD
Npta di merito anche per le descrizioni del casinò e per la creazione dell'atmosfera al suo interno! Io non ci sono mai stata (una volta sono stata in una di quelle sale giochi dove però vanno pure i bambini, con quei giochi che vogliono simulare quelli di un casinò e in cui si vincono premi idioti tipo un timer a forma di hamburger XD), ma grazie alle tue descrizioni è come se ci fossi entrata insieme ad Alessandro: oltre a visualizzare il luogo, ho percepito proprio quest'aria di pericolo e ricchezza, di perdizione, di sbagliato... non so nemmeno come definirlo, ma è stato davvero vivido e ti faccio tantissimi complimenti per questo!
E come al solito ho scritto un papiro come recensione, perché non sono stata dotata del dono della sintesi XD alla fine è come se ti stessi scrivendo una valutazione dettagliata, anche se non sei riuscito a partecipare al contest!
Ma ora la smetto di divagare ancora e vado a leggere il prossimo capitolo, così ti lascio entrambe le recensioni premio!! Poi la storia mi sta prendendo tantissimo, quindi non vedo l'ora di scoprire come continua *___*
Complimentissimi davvero e a tra poco (o a tra molto, perché ci metterò mezza giornata a scrivere un'altra recensione così lunga AHAHAH) :)

Recensore Junior
31/03/20, ore 16:01
Cap. 1:

Ok eccomi ancora una volta su una storia diversa ma questo primo capitolo mi ha proprio entusiasmato! L'avevo scelta tempo fa perchè la tematica delle dipendenze (ulteriore degenerazione delle ossessioni umane) mi piace molto ma sono poche quelle che trattano del gioco d'azzardo, forse perchè molto scomodo.
Davvero hai studiato così tanto per scriverla al punto da intrufolarti ad un corso?! Complimenti davvero!
In questo primo capitolo mi è piaciuta molto la delineazione dei protagonisti. Ho subito empatizzato con Rizzelli, che da fuori può sembrare "mediocre" immagino, ma guardando dentro si vede che in fondo è come tutti noi, con sogni e desideri. Materiali, ma sempre di sogni si parla. Anche la moglie mi piace e anche come è costruita tutta la famiglia: le figlie che andranno all'estero, i gioielli, si capisce perfettamente che pur essendo brave persone normali, danno molta importanza all'apparenza.
Prevedo che questo non porterà niente di buono....

Nuovo recensore
20/12/19, ore 23:06
Cap. 1:

Ciao ;)
Sono incappata in questa storia perché ammetto, sono una persona abitudinaria su elementi come le lettura e dopo aver scoperto un autore che ha scritto cose interessanti vado in cerca di letture lì. Mi piace il tema che hai scelto, diverso dalle due storie che avevo già letto tempo fa (una horror e una sulla guerra, entrambe con protagonisti dei soldati tedeschi). Non è facile passare da un romanzo storico a un tema di attualità quindi un punto perché sei eccletico. Apprezzo molto anche la terminologia usata, le parole gergali ecc. perché rendi il tutto più verosimile e permetti ai lettori di adottare il punto di vista dei personaggi. La storia in sé: forte, questa idea di volere una vita diversa, migliore, soprattutto sul piano materiale. Il fantasticare sul lusso anche come maniera per evadere da un'esistenza che forse va stretta. Penso sia un dettaglio che ci permette di comprendere, nei capitoli successivi soprattutto, le azioni del protagonista invece che limitarci a pensare: "ingenuo, andrà a rovinarsi con le sue mani".
Poi sei stato coraggioso a scegliere la dipendenza da gioco o ludopatia, che viene curata anche al sert, perché spesso la persona affetta non gode (in letteratura o cinema) della stessa popolarità di chi è affetto da altre problematiche. Non che una dipendenza sia affascinante, ovvio, ma si legge più di romanzi o storie su tossicodipendenti (sulla scia dei ragazzi dello zoo di Berlino), quindi il tuo è un argomento non da cliché. Ho letto solo un capitolo quindi dovrai aspettare che prosegua per avere una opinione più precisa. Continueró a seguirla, così magari mi stacco un po' dal genere horror che leggo quasi sempre.

Alla prossima

Recensore Master
03/12/19, ore 00:44
Cap. 1:

Ciao Old! Eccomi anche qui, a seguirti in questa ennesima avventura. Questo Rizzelli è davvero un poveraccio: se la passa in realtà più che bene ma non è soddisfatto di niente, neppure si accorge di tutto quello che ha il che equivale in realtà a essere povero in canna, povero dentro, intendo. E la famiglia che ha non è decisamente da meno: sono i classici viziati sempre con i soldi attaccati alla testa e alle mani. Fosse stato un poveraccio in canna sul serio, uno con l'acqua alla gola, avrebbe potuto anche restarmi simpatico. In realtà è solo un pollo che si lascia incantare dal miraggio dei baiuc facili, e il resto è già storia, anche se, conoscendoti, immagino ci saranno colpi di scena a palate. Ottimo inizio di storia, realistico e che affronta un tema quanto mai attuale. Anche dal mio tabaccaio sotto casa ci sono le macchinette, e c'è sempre qualcuno che ci butta quattrini. Ci sono le vecchine che comprano un gratta e vinci dietro l'altro, ma nel caso di Rizzelli siamo già sull'orlo della patologia vera e propria. Hai descritto molto bene qual'è il nodo cruciale in questi casi: quell'adrenalina che sale e di cui, a un certo punto, non si riesce a fare a meno. L'adrenalina che scorre a fiotti mentre la pallina gira nella roulette, mentre la macchinetta scorre le sue figurine, e il pensiero che forse, alla prossima puntata, la Mercedes dei tuoi sogni potrà essere tua.
Qua a Bologna cominciano a proliferare quei posti che immagino siano ad alto tasso di slot e diavolerie del genere. visti da fuori son tutti chiusi, una sorta di mondo a sé. Immagino che, una volta dentro, una perda la cognizione del tempo. Esce fuori pelato e neppure si ricorda che giorno è. Si tratta di una dipendenza bella e buona, di quelle che ti fanno prudere le mani e ti assillano la testa di giorno e di notte con lo stesso pensiero. Brutta roba, sul serio. La vedo grigia, molto grigia per Rizzelli.
Ottimo il modo in cui hai descritto le sue avventure al casinò: il lettore rimane con il fiato sospeso, seguendo il frullo velocissimo di quella maledetta pallina.

Recensore Master
23/11/19, ore 21:18
Cap. 1:

Ah! Ora ho capito perché non eri sul podio del contest di Soul! Non hai partecipato! 😅
Dunque, questo primo capitolo mi spinge a raccontare un aneddoto che sa dell'incredibile.
Anni fa andai con la allora mia ragazza e suo fratello al casinò di Sanremo. Girammo un po' fra i tavoli, giusto per capire come funzionava. C'erano tavoli per 'tutti', piccole giocate, e tavoli 'privati', per chi poteva permettersi di puntare di piú, credo. Totale arrivò ad uno di questi tavoli una signora anziana, capelli bianchi vestitino tipo regina Elisabetta. Si sedette da sola vicino alla roulette e chiese al tipo di far girare la pallina per tre volte nella ruota di numeri. Il tizio l'assecondò. Uscí tre volte consecutive il numero 1. Incredibile, lo so, ma l'ho visto e la statistica non dice che non sia possibile...
Totale la signora tirò fuori dalla borsetta un tacquino, lo aprì, scrisse accuratamente l'ora, il giorno e il numero del tavolo e tre volte il numero uno.
Poi prese una fiche da 500000 lire e indovina un po' dove la mise?
Ovviamente sul numero 1.
Che ovviamente non uscì.
La signora se ne andò scazzata, lasciando noi tre con gli occhi fuori dalle orbite.
Altra cosa fu andare a giocare i 30000 lire che avevamo in tasca.
Il fratello della mia ragazza aveva quello che in gergo tecnoco e professionale si chiama "un gran culo".
Puntando solo sul rosso o sul nero, in cinque minuti vincemmo 150000 lire, poi ce ne andammo.
Fu divertente, ma le uniche due perdite che avevamo avuto, erano pesate molto di più dei soldi che avevamo vinto.
Tutto sommato, non perdendo quei soldi, avremmo potuto andarci a mangiare la pizza in tre.
Usciti da lì vedemmo la signora anziana salire su una limousine. Mi ricordo che mi fece una gran pena...
Tutto ciò per dire la pazzia di questi abitudinari frequentatori di sale da gioco/slot etc. Conosco gente che si é venduta casa, auto, mobili, famiglia e anima, pur di continuare a giocare alla macchinette, quelle dei bar per intenderci.
Ma se solo si pensa che é il casinò o la macchinetta che vincono sempre e comunque, ciò dovrebbe già far pensare a quali siano le reali possibilità di qualcuno di sbancare il banco, come si dice...

Altro aneddoto sul gioco d'azzardo l'ho vissuto ancora in prima persona. La mia nipotina, 6 anni: "zio, compriamo un gratta e vinci?" "Zio non vince mai, perché é fortunato in amore, buttiamo solo via i soldi" "ma c'é scritto gratta e vinci. Quindi tu gatti, IO vinco"
🤨
Lo compriamo. 1 €. Ovviamente non vinciamo nulla. 'sta pulce prende il biglietto e incazzatissima va al banco e fa: "Me ne hai dato uno che non funziona: io ho grattato e non ho vinto. Perché c'é scritto 'gratta e Vinci'? Dovevate scrivere 'Gratta e FORSE vinci'"
😲
6 anni ha già capito la truffa.

Ultima cosa. La Mercedes...
😒
Avevo un vicino di casa proprietario di una deliziosa due posti. Non Mercedes, l'altra da te citata.
Ogni benedetto we veniva a bussare e a chiedermi se poteva prendere la mia auto famigliare per andare a fare la spesa. Se volevo in cambio potevo prendere la sua macchina per farmi un giro.
Ora, premesso che la suddetta beveva piú di un ubriaco a capodanno, che me ne faccio io di un macchinino cosí piccolo? Manco un sesso decente ci si poteva fare!
Tutto per dire: comprati pure il Mercedes, ma poi non rompere i vicini per andare a fare la spesa, idiota...
Vado a leggere il prox cap!
Ssjd
(Recensione modificata il 24/11/2019 - 09:16 am)

Recensore Veterano
21/11/19, ore 17:18
Cap. 1:

Ciao, carissimo!^^

Avrei voluto recensire prima...
Ma, dunque, la storia è già straordinariamente avvincente.

L'istinto di prendere il protagonista e fargli molto male c'è, perchè costui non è un poveraccio, ma una persona che quantomeno se la cava bene.

Adesso immagino che sarà una discesa verso gli inferi, perchè uno inizia con la Mercedes e finisce in miseria, trascinando anche tutta la sua famiglia con sè.

Bellissime, comunque, le descirizoni dal suo punto di vista del casinò.

Non vedo l'ora di continuare.

(Tra l'altro apparentemente "ti sei fatto veramente il culo" (scusa il francesismo) per scrivere questa storia, e da lettrice ti posso assicurare che è una cosa apprezzabilissima vedere che lo scrittore sa quello che scrive.)

Scusa per la recensione molto corta, perchè la storia meritava di più, ma non ho molto tempo, se no avrei scritto un poema.

Alla prossima!^^

Recensore Master
19/11/19, ore 12:01
Cap. 1:

Ciao, carissimo^^
Un'altra storia di quelle che non guardano in faccia a nessuno, cruda e intrisa di realismo.
I ludopatici iniziano tutti così: e se vinco mi compro la macchina, e che vuoi che siano due gratta e vinci ogni tanto, e il fluido magico...
Non si rendono conto (o forse non vogliono) che nel gioco d'azzardo ci sono dei meccanismi che creano dipendenza, e che nonostante tutta la buona volontà sono difficili da controllare.
Rizzelli sta facendo lo stesso errore: lui è convinto di fare qualcosa di innocente, ma ci sono già tutti i presupposti perché questo "gioco" si trasformi in qualcosa di molto pericoloso...
Vorresti entrare nella storia e prenderlo a bastonate, ma non puoi far altro che star lì ad assistere impotente mentre si scava la fossa.
Complimenti davvero, per aver portato alla luce una tematica così attuale e così sottovalutata, spesso messa in ombra dal "mito" del tizio che prende un numero a caso alla lotteria e diventa subito straricco - cosa di cui tutti si credono capaci (e complimenti anche per esserti imbucato nel corso del tuo amico, vorrei averli anch'io degli amici così^^).
Alla prossima!
(Recensione modificata il 19/11/2019 - 12:04 pm)
(Recensione modificata il 19/11/2019 - 12:05 pm)

Recensore Master
18/11/19, ore 10:38
Cap. 1:

Eccomi carissimo, potevo mai perdermi una storia con un argomento così interessante?
Terribile la sindrome dei giocatori d'azzardo, al pari di una dipendenza da sostanze psicotrope. Mi ricordo di aver messo piede in un casino solo una volta nella vita, quando mi laureai nel 1999. Andammo a Campione e la sensazione che provai fu di tristezza. C'erano, sì, le luci, l'arredamento lussuoso/pacchiano, le belle donne in abiti da sera, i croupiers elegantissimi in smoking, e gioielli, gioielli, gioielli a profusione...
Ma c'era la solitudine del vecchietto ingobbito a scrutare la pallina sulla roulette, con indosso una giacca troppo grande per lui, con una camicia stazzonata e la cravatta male annodata.
C'era la ragazza mezza nuda dallo sguardo vitreo.
C'era la signora agée dal viso mezzo rifatto, che reggeva il calice di champagne con mano tremante.
Rizzelli non lo sa, non lo sa ancora.
Ma lui perderà tutto quanto, in primis se stesso.
Perderà non solo i suoi sogni di ricchezza, ma anche tutto quello che si è costruito col suo lavoro. 
Perché il fluido magico gli apparirà, ogni tanto, giusto per tenerselo schiavo e complice, ma gli assegni e le cambiali che dovrà firmare al casino... quelli non avranno mai fine.
La villetta, la boutique di Laura, le due automobili, gli studi universitari delle figliole: il suo "fluido magico" gli si ritorcerà contro, lasciandolo in miseria.
Una miseria morale, prima, e materiale poi.
E comunque i germi della rovina sono già in lui: ammirare e bramare un'auto di lusso, non condividere con la moglie la sua prima vincita, corteggiare la pallina che gira nella roulette.
Ecco: tutto questo tu lo stai rappresentando magistralmente.
Non posso che seguire, con apprensione, lo svolgersi di questa dolorosa vicenda.
Dico "dolorosa" a ragion veduta, perché chi è schiavo del gioco d'azzardo porta solo dolore, a se stesso ed ai suoi cari.
Complimenti, come sempre, per il tuo indiscusso talento narrativo: potresti parlare di cipolle e patate, saresti sempre avvincente, amico mio!

Recensore Master
17/11/19, ore 17:12
Cap. 1:

Carissimo, queste immersioni nella "vita vera" che ci regali sono talmente realistiche da essere spiazzanti.
Sembrano estratte dalle pagine di cronaca dei nostri quotidiani o da un format televisivo sull'attualità.
Il protagonista mi sta già salendo su per la braga, come si dice dalle nostre parti; è una persona con un buon tenore di vita, un buon lavoro (e s'intuisce che sia anche bravo in ciò che fa!), una bella casa, moglie, figlie grandi studiose e "sane".
Eppure...
Eppure non è soddisfatto, non gli basta, vuole di più.
E invece di smazzarsi sul lavoro pensa di aver trovato la scorciatoia gettandosi nel fantastico e falssissimo mondo del gico d'azzardo, seguendo la chimera di una ricchezza ottenuta senza sforzi.
Insoddisfazione, frustrazione e moralità elastica sono gli ingredienti per un potenziale disastro, mi attrezzo con zaino, corde e caschetto e mi preparo a questa discesa all'inferno! °-°

Recensore Master
16/11/19, ore 16:34
Cap. 1:

Ave Of.. mi tuffo in tua nuova e bella storia.. già il titolo è un gioco ironico tragico .. la vita intesa come gioco e lusso sfrenato..immense le possibilità che si sgranano dinanzi a una fiche..il brivido e la potenza in fieri..mondi rutilante e falsi ..si pensa di avere tutto ed in realtà non si possiede nulla. La ludopatia è davvero un dramma del nostro tempo..a la prochaine Jq

Recensore Master
15/11/19, ore 18:46
Cap. 1:

Quella da gioco d'azzardo è una dipendenza molto sottovaluta, a giudicare dalla disinvoltura con cui sono permesse pubblicità seduttive, accessi facili al web e macchiette rubasoldi nei bar.
In questo primo capitolo vengono descritte con particolarità le ambizioni del protagonista, che già di per sé appare insoddisfatto della vita che conduce. Forse il titolo che hai scelto sta a indicare quella che sogna.
Nella seconda parte dello scritto si fa più viva la seduzione sottile del gioco, grazie anche alla grossolana ma doviziosa presenza del cliente di Rizzelli.
Si inizia a parlare di magia del gioco e fluidi irresistibili, cosa che ci fa comprendere che ormai l'amo è lanciato.
Mi chiedo fino a che punto giungerà la sfortunata vittima di se stessa nella vicenda che hai scelto di regalarci.
Un'altra storia realistica e documentata, di quelle che piacciono a me.
Un bacione! :)
(Recensione modificata il 15/11/2019 - 07:46 pm)

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