Per concludere questa tua raccolta e così “chiudere” la collana di perle preziose che può renderne l’essenza in modo diretto, scegli l’atmosfera triste e grigia del post Reichenbach. Una decisione, la tua, che mi ha trasmesso il gusto dell’originalità. Sì, perché il più delle volte, per una scelta di fan service, nel mare immenso del fandom si preferisce, da parte di chi scrive, chiudere una serie di capitoli, una long, insomma, o una raccolta come la tua, con il sospirato lieto fine.
Qui, niente di tutto questo.
Angoscia, profonda malinconia, rimpianto, consapevolezza della fine di qualcosa d’irripetibile...Così, preferisci caratterizzare il capitolo conclusivo di ciò che hai portato avanti sotto forma di dribble, piccoli, grandi pezzi di un mondo irripetibile, lasciandoci un sapore malinconico ma intenso e ricco di suggestioni.
E, secondo me, in questo modo, hai veramente colto il sapore che ci ha lasciato la S5, perché sono proprio quei sentimenti che ho tentato di elencare più sopra che costituiscono l’ “ereditá” dell’ultima Stagione BBC. A me personalmente una grande malinconia , soprattutto per il fatto che, qualcosa che avrebbe potuto essere, si è disperso in un oceano di malintesi, di rabbia, di disistima di sè.
Voglio, però, una volta tanto, pensare positivo ed accantonare il mio languido pessimismo: certo, tra i due di Baker Street è successo di tutto e di più, ma nulla è impossibile, anche il tentare di ricostruire qualcosa tra le macerie, perché no...
Nella prima dribble e nella terza, ciò che racconti segue il POV di John, anche se non hai usato la prima persona, e ci fai entrare, per un attimo, dentro alla devastazione che il “volo” dal Barts ha lasciato nel suo cuore. Un dolore grande che, però, non ha la forza terribile e rabbiosa del livore dovuto al ritorno di Sh come nulla fosse, dopo due anni di “morte”.
In “Thè”, mi é piaciuto il doloroso passaggio dal “calore” di quella tazza
ristoratrice all’ultima frase, in cui è come se tu incidessi nella pietra una tragica sentenza sul destino di John e Sh, quest’ultimo ritenuto morto, l’altro sprofondato nel dolore di un vuoto incolmabile.
In poche righe, condensi tutto ció di cui la BBC non ci ha mai parlato e cioè di quale sia stata la vita di Watson dopo che l’uomo, che gli aveva ridato il gusto di vivere, si era gettato da un tetto, chiamandolo ad assistere alla sua fine.
Possiamo immaginare, certamente, il doloroso e lungo passaggio dalla disperazione alla lenta e faticosa rielaborazione del lutto. Tu, come ho scritto sopra, ci offri un flash di quegli innumerevoli momenti in cui John, forse non più al 221b, si trova a “percorrere” tutte le vie strette e buie che una perdita troppo dolorosa può causare.
Nella seconda dribble, passi a farci considerare le cose dal punto di vista di Sh il cui dolore non è di certo meno soffocante di quello provato da John. Anzi, perché in lui, come metti in risalto tu, c’è la consapevolezza che John non lo perdonerà mai per avergli mentito. In più sa che lui soffrirà moltissimo e che non sarà possibile dargli consolazione (“...deve fargli del male...”). Quanta pena ha ascoltato quella lucida lapide nera che, a tutti gli effetti, è un fake devastante.
Nella terza dribble ti servi di un semplice oggetto per collegare idealmente il canone BBC e quello vittoriano, di Doyle; è “una vecchia pipa in argilla” che attira l’attenzione di John, prigioniero del suo dolore per la morte (che crede reale) di Sh e che lo proietta idealmente nell’Ottocento. Epoca ormai passata ma ciò che lui prova ancora per il consulting e che, dopo il terribile lutto, ha un volto decisamente diverso dall’amicizia tra coinquilini, lo spinge ad immaginare delle altre ”vite” in cui poter avere un’altra occasione per chiarire quello che veramente è importante. Ma, ora, il tempo di parlare a Sh del suo amore, non c’è più.
Decisamente, siamo in piena Johnlock di cui tu, in questa raccolta, hai mostrato vari volti, ma è uno in particolare sul quale imprimi la parola “fine” di tutte queste preziose “perle” ed è la piena consapevolezza di John, purtroppo tardiva, di essere innamorato di Sh. Troppo tardi, ciò che sarebbe successo, infatti, avrebbe confermato che un’era magnifica era volata giù con quell’ “angelo nero”.
Complimenti, davvero. |