Ugh. Che male.
Lo confesso, avrei preferito che la raccolta terminasse con la sesta drabble, sono in uno stato di prostrazione tale in questo periodo che ogni cosa riverbera in modo fin troppo esagerato dentro al mio povero cuoricino vecchio e stanco, tanto che in questo momento cerco di annegare il mio dolore nell’ennesima tazza di caffè della giornata. Non ti senti almeno un pochino in colpa per questo?
Comunque, piagnistei a parte, adoro. A-D-O-R-O.
Tutto quanto, dalla prima all’ultima parola. Amo in modo viscerale le drabble, e quando trovo qualcuno in grado di scriverne di così belle io salto letteralmente su e giù dalla contentezza. Sono brevi istantanee, piccoli spaccati di vita in grado di rivelare però le innumerevoli sfaccettature di un amore che trascende quasi il tempo e lo spazio, che passa attraverso mille cambiamenti, si perde infinite volte ma alla fine si ritrova sempre. Sono così innamorati, santo cielo, che non si può proprio fare a meno di innamorarsene di rimando. Non ti so dire quale fra queste short stories mi sia piaciuta di più, sono tutte bellissime e ognuna illumina a suo modo con nuova luce il meraviglioso rapporto che lega Steve a Bucky. Notevole – come sempre del resto – è la cura dei particolari, tanto che io me lo sono proprio visto davanti agli occhi Bucky che passa la mano nei capelli di Steve, fingendo di sistemarli come piace alle dame, e traendo (ma anche dando) da quel semplicissimo gesto un piacere intenso e segreto. È qualcosa di intimo, quasi un rito ed è proprio grazie a questa famigliarità che i due si riconosceranno e ritroveranno, dopo che così tante cose sono cambiate fra loro. Poi c’è anche la parte più scherzosa, con questi giochi fra amanti che si desiderano continuamente e trovano il modo di dimostrarselo anche nelle situazioni più impensabili (povera Peggy, quanta pazienza! E un bacio nel bel mezzo di un combattimento, ah, AVREI VOLUTO DAVVERO VEDERLO). Un amore di questo tipo, tanto profondo, abissale quasi, non può che lasciare segni indelebili: Steve e Bucky, separati l’uno dall’altro, non esistono e l’urlo di dolore dell’ultimo capitolo è la ferita di un’anima mutilata, che non potrà mai più essere intera senza la sua gemella a fianco. A questo si aggiunge anche il bruciante senso di colpa di Steve, che non può perdonarsi di aver lasciato cadere Bucky. Saranno anche 100 parole ma ti assicuro che hanno fatto male più di 100 badilate. Sulle gengive, per giunta.
Una menzione particolare, infine, merita la parte grafica della storia, come al solito curatissima (e io che non sono minimamente capace di fare nulla del genere rosico da morire).
Ehm, dicevo. Perdona la recensione un po’ delirante, mi rendo conto di aver fangirlato indegnamente e per questo ti chiedo scusa. Però tu sei tanto brava, ed è un tale piacere leggerti che ogni volta l’entusiasmo in pratica mi soverchia XD
Un bacione grande mia cara, complimenti e alla prossima!
:*
padme |