Recensione premio per il contest "Tarocchi Narranti" di _Vintage_ [1/3]
Questa storia è davvero toccantissima. L'ho scelta - neanche a farlo apposta - per il titolo insolito, che mi ricordava proprio l'amato caffè ch'ero solita bere nel mio bar preferito. E mi ritrovo con un racconto mozzafiato, denso della mia tanto adorata introspezione e di un personaggio davvero fuori dal comune.
Un personaggio, ammetto, in cui per molti aspetti mi sono rivista, proprio perché io stessa in passato ho vissuto una cosa simile. Fa ridere l'assurda coincidenza, ma forse è proprio per questo che ho adorato la tua protagonista.
Ho apprezzato moltissimo l'idea di narrare in prima persona, l'ho considerata una trovata geniale che spinge il lettore ad immedesimarsi facilmente in questa giovane donna, di cui non conosciamo neppure il nome (cosa che, ovviamente, rende più partecipi della storia). E ci si ritrova immersi e sommersi in un mondo in cui a farla da padrone sembra un rimorso cinico e spietato, velato da un sottilissimo e ben delineato rimpianto di fondo.
Come sempre, il tuo stile è così raffinato da far venire la pelle d'oca, con delle immagini così ben descritte da mozzare il respiro: "altre invece, quando il vento placa il proprio soffio, si posano illusoriamente calme sulla superficie liscia e rimangono lì, pregne di un carico che presto le trascinerà verso il basso." Cioè, probabilmente è la sottoscritta che si sofferma su frasi del genere, ma ti posso assicurare che è rarissimo trovare una persona che sappia impiegare il suo stile così precisamente da rendere perfetta - e sottolineo perfetta - l'idea di queste gocce che scorrono veloci lungo il vetro. Ho amato questo periodo proprio perché ricalca in modo spietato ciò che prova la protagonista, che suscita compassione e lascia implicitamente sperare che possa riprendersi da questo suo impasse. Lei è addolorata nel modo più sincero possibile, ma nonostante questo non prova a giustificare le sue azioni, al contrario: sembra essere molto più severa verso se stessa che verso quest'uomo che l'ha fatta soffrire, in parte forse anche perdonandolo per non possedere, in realtà, tutte le colpe. Lei sembra quasi incattivita dalla sua incapacità di frenare quei sentimenti a cui non ha mai dato un nome, perciò si lascia sopraffare da una rabbia giustificata. Se la prende un po' con tutto, nella speranza di placare un vuoto che è consapevole di non poter più colmare.
E a questa tristezza che forse si aspettava di provare, s'aggiunge una rabbia improvvisa e violenta, nata proprio dal suo continuo cogitare e ricalcare su pensieri che aveva già accantonato, provando ad andare avanti.
"Allora capisco che questa è una metafora di quanto successo, di quello che ho lasciato tu compissi sulla mia persona, troppo cieca per rendermi conto di ciò che stava accadendo." Qui si assiste ad una vera e propria rivelazione, poiché la protagonista s'accusa infine d'una singola, fatale cosa: ha concesso troppo, ad una persona a cui non importava niente del suo tempo. Se ci si pensa a fondo, tutti noi abbiamo incrociato una persona del genere sul nostro cammino, indi per cui è impossibile non provare compassione per questa donna, che per quanto forte e in grado di razionalizzare la cosa, resta pur sempre un essere umano dotato di sentimenti.
Infine, l'insegnamento più profondo che si potrebbe ricavrare da un'esperienza simile: si deve andare avanti. Nonostante il dolore, nonostante la rabbia, nonostante le emozioni che non si possono controllare. Avanti, una parola che non tutti sono disposti ad accettare, ma che la tua protagonista sembra quasi abbracciare per potersi finalmente liberare di quell'orrendo vuoto che la opprime.
Questa storia è stata davvero eccezionale (perdona gli "svarioni", ma l'ho davvero adorata!). Sei stata davvero eccezionale, complimenti!
Ever / Vintage |