Settimo Posto
L’ultima notte al mondo
di Inzaghina.EFP
Grammatica: 5/5
Non ci sono errori grammaticali né di sintassi. Complimenti!
Stile: 17/20
Lo stile è strutturato, molto potere lo affidi al lessico, e nello specifico ad alcuni aggettivi ben piazzati. Nell’insieme risulta uno stile molto personale, distaccato dai personaggi nella forma, ma che possiede una forza propria, originale, che a mio parere denota personalità e voglia di trovare una propria voce creativa. È uno stile che adoperi con cognizione di causa, ma che a mio parere può essere raffinato in alcuni passaggi. A volte, infatti, ho avuto l’impressione che mancasse di emotività (e non espressività, ci tengo a precisarlo).
La prima cosa che devo analizzare per poter affrontare appieno i vari punti è il narratore. Ne hai scelto uno in seconda persona, ma non lo hai trasformato in un personaggio indipendente con una “voce” (il narratore non mostra alcune emotività o particolare espressività soggettiva, si mantiene posato e distaccato), bensì gli dai la funzione di coscienza parlante. L’impressione, leggendo, è quella di star ascoltando la voce di una pagina di diario, dove è la coscienza del personaggio POV a spogliarsi di emozioni e sentimenti e ad analizzare e riflettere sui meccanismi e a porli in maniera esplicativa davanti agli occhi del personaggio stesso; e lo fa “sul momento”.
Da questo punto di vista, il tempo presente è perfetto: insieme al tono – che andrò ad analizzare a breve – sembra dilatare il tempo, o meglio immobilizzarlo. Il ritmo della narrazione così rallenta, si ferma addirittura, in maniera ottimale, dando l’impressione al lettore di star vivendo ogni attimo come se fosse lungo una vita intera. Gli unici momenti che “sfuggono” a questo arresto del tempo sono quelli in cui tempo della narrazione e tempo della storia tornano a toccarsi, a coincidere (come la frase di Lily posta al centro o il dialogo nella seconda parte/drabble). A far ripartire il tempo, alla fine di ogni momento, è la voce di James stessa che parla in prima persona.
In maniera inconscia – o forse consapevole - sembri affermare con questo stile quanto complesso e stratificato possa essere su una persona l’impatto di una singola frase o di un semplice sguardo. C’è questa bellissima contrapposizione che solo la scrittura può creare: da un lato l’istante, un momento in cui non puoi realmente sederti a riflettere ma agisci e basta; dall’altro, c’è qualcosa di profondo e complesso nel subconscio dell’uomo in cui quell’istante riesce a scatenare trecento pensieri e reazioni mai diventate veramente pensiero. Ed è il narratore che dà voce a quel pensiero in divenire.
Il tono del narratore è composto, denso di spirito analitico. È un tono che risulta impregnato di un non so ché di elaborato, formale, un senso di costruito che si accompagna a un’introspezione più psichica, che ne sviscera i meccanismi.
I periodi sono lunghi in maniera uniforme, non seguono l’emotività del momento e non esaltano, tono parlando, le emozioni. Da questo punto di vista il narratore è atono, privo di un tono emotivo. È un testo disteso ma che presenta pause forti per la presenza di subordinate e gerundi.
- Il centro dell’attenzione, che sei solito anelare, perde ogni attrattiva. Le risate dei tuoi pari si trasformano in echi vuoti, infastidendoti inaspettatamente. → È uno stile che ha un’impronta forte, densa. L’impressione è data subito in apertura da una frase lenta, piena di pause per un periodo che non è poi tanto lungo; ed è accentuata dalla combinazione di gerundio e avverbio nella frase che la segue.
Il lessico adoperato di base è semplice e utilizza un registro medio, ma poi si avvalora di termini rimandanti a un registro più alto. Non li definirei aulici, ma comunque sono particolari, scelti per ovviare al massimo ai problemi inerenti il limite di parole. Il risultato è per l’appunto un lessico misto, che nell’insieme funziona, e che d’altra parte concorre a esaltare il particolare tono formale, composto, strutturato che ti dicevo prima. Prendendo ad esempio sempre le due frasi riportate sopra – le parole evidenziate in grassetto – troviamo il verbo “anelare” che riesce a caricare la percezione del lettore di un’idea di bisogno e ricerca costante, così come il sostantivo “attrattiva” conferisce al tono quell’aspetto più composto di cui ti parlavo. Formulando l’intera frase in maniera più semplice, con termini diversi e diverse espressioni (“Hai perso ogni interesse per quell’attenzione che di solito vai cercando” è la forma più semplice e lineare della tua frase che mi viene in mente) si può far risaltare come l’intento del tuo stile sia dare spessore ad alcune caratteristiche con poche parole, e così facendo sfruttare al massimo lo spazio per inserire più riferimenti possibili alla storia originale. Poco più su ti ho detto che l’introspezione che metti in atto è più psichica, piuttosto che emotiva, comportamentale. Il lessico evidenzia quest’idea. Sempre analizzando la tua frase, hai posto come soggetto della frase “il centro dell’attenzione” e hai caricato il periodo affinché non fosse il personaggio a essere caratterizzato, ma la sua psiche a essere esaltata. Quindi hai preferito caricare di espressività a discapito dell’emotività. Anche poco più sotto:
- Quelle parole intrise d’insofferenza s’incastrano nel tuo subconscio, costringendoti a riflettere sul tuo comportamento. → Ancora una volta non è il personaggio il soggetto, ma sono le parole che portano avanti azioni e reazioni. Il narratore si sofferma sull’analizzare i vari aspetti, e soltanto di riflesso caratterizza i personaggi.
Questa tecnica di distacco fa esaltare ancora di più i pensieri in prima persona del personaggio POV.
Continuando ad analizzare il lessico, ho notato come se da un lato il tono narrativo no è capace di esprimere emozioni o a esaltare al meglio la vicinanza, dall’altra parte è proprio il lessico a farsi espressione:
- Percepisci l’incombere della fine.
È una crudele questione d’attimi → Innanzitutto la forza di quel verbo usato come soggetto è davvero potente, pressante. Il lessico non è improntato per incidere la pelle, ma piuttosto per pressare sulla mente del lettore, è pesante (ma non in senso negativo), vuole fargli sentire il peso di certi meccanismi, come l’incombere della fine (e altri: il lambire le labbra, l’anelare l’attenzione, l’incastrarsi delle parole). Altra cosa che colpisce sono gli aggettivi che danno carattere all’atmosfera, come crudele in questo punto ma anche “sfolgorante” nella seconda parte del testo.
A questo tipo di tono non si addicono le elisioni costruite – intendo quelle adoperate tra vocali differenti.
- Intercetti due iridi smeraldine nella folla che t’attornia → Non ho tolto punti per l’elisione tra consonanti differenti nella voce grammatica perché il narratore in seconda persona permette secondo me “licenze poetiche”, più personali. Tuttavia, un’elisione simile mi fa pensare a una persona che usa un tono più “vicino”, più caratteristico, mentre il narratore che usi tu ha un tono molto sofisticato, posato, che parla con eleganza e con un’espressività forbita. Inoltre il suono in questo caso mi risulta un po’ cacofonico.
- Eppure, nonostante tutto, sei sicuro che è così che avresti voluto vivere l’ultima notte al mondo — se t’avessero lasciato scelta → Stessa cosa qui. Il suono diventa molto colloquiale nella parentetica, mi ricorda molto il parlato, cosa che non fa il resto della narrazione.
A parte i punti di forza e di debolezza del tono narrativo, voglio analizzare anche alcune frasi che mi hanno poco convinto.
- ma la convivenza forzata ha rafforzato il vostro legame → La ridondanza tra “forzata” e “rafforzato” non è piacevole, io cercherei un sinonimo per uno dei due. Personalmente cercherei un’altra espressione a posto di “convivenza forzata”. So cosa vuoi dire, ma come parole risultano un po’ amare per accostarsi ottimamente al contesto.
- Ti tortura non poterle dire addio, baciandola un’ultima volta... → Avrei evitato il gerundio, appesantisce un po’ troppo spezzando la musicalità della frase, soprattutto se poi finisci la frase con i punti di sospensione, che danno l’idea di qualcosa che poteva ancora continuare (mentre il gerundio di solito conclude). Io avrei semplicemente dato l’idea di “elenco” in senso positivo. “Ti tortura non poterle dire addio, baciarla un’ultima volta…”. Se invece quello che vuoi dire è che lei vuole a dire addio baciandola, allora devi togliere la virgola, e personalmente eliminerei in questo caso anche i puntini di sospensione.
Infine, i generi trattati. Non posso che complimentarmi con te per il modo in cui hai saputo inserirli. C’è l’idea della guerra che aleggia sin dalla prima parte, in quel “combatterti accanto” e ancora nella seconda parte “combattere per lei – per voi” che in realtà si riferiscono alla vita in generale, ma che assumono connotati profetici e drammatici nel finale, quando la battaglia è perse in partenza ma lui comunque si pone come scudo. Il romanticismo – che trova il suo massimo nella parte centrale – nel finale si fa struggente e si miscela in maniera potente con il drammatico. Brava.
Sviluppo del tema: 15/15
La coppia è espressa molto bene, posta al centro della storia. Ho trovato ben sfruttata la centralità del personaggio amato rispetto al personaggio principale. Lily è il motivo per cui James “cambia”, si migliora, ed è lei il sole che muove le altre stelle (permettimi la citazione fatta un po’ alla bell’e meglio).
Mi ricollego subito a quello detto poco prima nella voce stile per commentare questo parametro. L’intera flash è un continuo propendere verso il meglio, è una continua lotta se vogliamo contro la parte peggiore di sé. La “crudele questione di attimi” non coinvolge soltanto il momento finale ma simboleggia in maniera intrinseca l’impostazione della flash: quando sembra che James vinca, ecco che incombe la fine di tutto. I suoi buoni propositi, le sue promesse di combattere (e i sottintesi quindi di proteggere) vengono distrutti dalla realtà, da una guerra che non è più contro se stessi ma coinvolge tutto il mondo. È il mondo che vuole entrare e far danni (altra citazione) e ci riesce.
Ho apprezzato la personalità con cui hai affrontato i due temi del contest. Ho trovato che entrambi siano stati interiorizzati, espressi al meglio attraverso il romanticismo. Per quanto ci siano riferimenti verso la trama e altri fattori esterni – gli amici, Minus – l’interno mondo di James, e della flash, ruotano intorno all’amore, e quindi a Lily.
Il momento della consapevolezza è impregnato di forza di volontà. È una consapevolezza che James accetta subito, l’accetta per la sua maturità e profondità – una profondità che prima relegava a semplice gioco forse – non lo sorprende né lo sconvolge: la sua reazione è di tristezza e subito determinazione. È carico di crescita, di dolcezza, di genuinità. E nonostante ciò, a colpire è il modo in cui spogli in qualche modo questa determinazione nella seconda parte, dove proprio quando c’è il coronamento del loro amore lui si sbalordisce di averlo ottenuto.
La felicità incredula di cui avvolgi questo momento fa da trampolino per l’ultima parte: il trampolino in realtà è una passerella che getta il protagonista dritto in pasto alle fauci della morte. Ed è questa passerella che imprime struggimento e una vena di triste romanticismo nel momento della separazione. Una separazione che non si sono potuti veramente scambiare, ma che viene comunque messa in atto dalla morte. E dalle parole di James che sembrano accarezzare col pensiero la sua piccola felicità.
Titolo, Introduzione e impaginazione: 4.5/5
Il titolo è semplice di primo impatto, ma attrae proprio per quel senso di mistero che fa trasparire. Ha una composizione che incuriosisce, ma che già leggendo la coppia a cui è abbinata si arricchisce di significati più mesti. L’idea della notte poi, che nell’immaginario collettivo rappresenta la fine, il buio, ma anche qualcosa di dolce e malinconico allo stesso tempo, ammanta il titolo di un sapore struggente, che sa catturare.
Per quanto riguarda l’attinenza alla storia, non posso che farti i complimenti per come l’hai posta come richiamo della fine, riprendendola poi all’interno del testo stesso e conferendole il ruolo di immagine chiave per rappresentare sia l’amore sia il dramma. Il titolo è davvero perfetto, me lo immagino ammantato della luce romantica e mesta della luna.
L’introduzione non manca di nulla, io trovo che sia davvero una presentazione ad hoc. Il modo in cui hai saputo presentare, con un tono professionale anche, da copertina, il lavoro introspettivo ed evolutivo del personaggio maschile definendo l’impostazione della storia a partire proprio dall’introduzione è davvero ammirevole. Così come l’espressione “a volte, comunque” riesce a segnalare senza rivelare troppo, con tono annunciatore, le due ripartizione della flash, da un lato l’amore, dall’altro il finale tragico.
L’impaginazione ha i suoi pro e i suoi contro. Trovo che sia stato ben gestita la centralità delle battute in prima persona di James, i suoi pensieri posti al centro, a formare sì una catena ma anche a richiamarne il ruolo fulcro a partire dalla forma estetica: sono i pensieri, infatti, le espressioni più emotive e affilate dello stile. Trovo anche che fosse una buona idea isolare i dialoghi a destra. Proprio per quell’effetto che sopra ti dicevo – il ritmo immobilizzato e i dialoghi come unici “sfuggenti” a questo effetto, io avrei posto anche i dialoghi tra Lily e James a destra. Inoltre trovo superfluo quello spazio nella seconda parte che divide in due la “seconda drabble”.
Caratterizzazione dei personaggi: 19.5/20
Lily non ha avuto modo di essere caratterizzata in maniera valutabile. Mi riferisco al fatto che l’impostazione del narratore così introspettivo non ti ha permesso di valorizzare al massimo l’IC del personaggio femminile. Ciò nonostante quei pochi elementi presenti sono in linea con il personaggio, a partire sia dal riferimento – immancabile – degli occhi verdi di Lily – sia al modo in cui descrivi con due aggettivi i sentimenti di Lily: delusione e disgusto. Mi vien da chiedere: delusa da Severus e disgustata da James? O anche James l’ha delusa in qualche modo? La flash fa intendere che sì, anche James le ha suscitato delusione, e in qualche modo questo la caratterizza ancora di più, perché suggerisce da parte sua già un’iniziale interesse, come a dire “mi potresti anche piacere, ma adesso ti vedo e non sei quel che voglio”.
Ben fatto anche per come hai posto l’accento sul sorriso fiero – e non solo dolce o allegro e pieno di vita, qualcosa che poi si sottintende dal resto della flash – ma l’aggettivo che definisce esplicitamente il sorriso di Lily è fiero. Ne esalti quindi la forza, la vitalità ma anche il coraggio di essere quel che è. L’allegria e la dolcezza si evincono dalla seconda drabble, dove anche le battute – anch’esse in linea con il personaggio – ne caratterizzano l’animo perspicace, ironico, leggero e dolce; l’anima avvolgente, che supporta, che tranquillizza.
James è il protagonista indiscusso. La sua caratterizzazione è completa, approfondita, sfaccettata, ne segui con attenzione e cura l’evoluzione, la crescita, e devo dire che anche l’IC è perfetto. Eccetto per un unico dettaglio. Temo che qui c’entri anche l’interpretazione diversa che forse io e te diamo a certe scene nella storia originale, ecco perché nonostante il parere diverso ho preferito non penalizzare in maniera eccessiva il punteggio. Comunque, passando al dettaglio in questione:
- non quando ti stai innamorando di lei e vorresti renderla orgogliosa di combatterti accanto. → Personalmente credo che James ne fosse innamorato già da tempo e che in qualche modo questa frase affermi che l’amore sia nato in quel momento o si sia consolidato da poco.
Per il resto posso soltanto farti i miei più sinceri complimenti.
Ho apprezzato il fatto che nella prima parte usi il cognome “Evans” e lo contrapponi al nome Lily nei pensieri di James: è come se non ci fosse ancora abbastanza confidenza per chiamarsi per nome ma ne suoi pensieri lui si sente già legato e vicino a lei, amorevole nei suoi confronti. Inoltre altrettanto ben riuscita è poi la contrapposizione sempre con il cognome in questo punto e il nome utilizzato nella seconda parte dove “stringe forte Lily”.
Hai catturato molto bene il momento in cui James prende atto dei suoi difetti e prende la decisione risoluta di voler cambiare per amore. L’esaltazione dell’orgoglio fa risaltare in una versione più positiva il suo bisogno di essere amato, di apparire come il migliore agli occhi degli altri. Nella prima parte c’è questa ambivalenza di senso: da un lato le attenzioni superficiali, l’ammirazione che anela per arroganza; dall’altra la ricerca di attenzione piene di orgoglio che anela per amore.
Hai altrettanto evidenziato il cuore puro di James, quel suo essere in fondo un ragazzo semplice, dai rapporti genuini, onesti, leali. Il suo amore per i genitori, la felicità della compagnia che si percepisce nella parte centrale. Il suo senso di protezione, ma anche il suo coraggio e la sua voglia di lottare per ciò che ha di più caro. Anche di lui ne esalti il lato solare, espansivo, la sincerità anche in quelle parole che sanno essere di una dolcezza che forse non ti aspetti ma che ho trovato molto IC, soprattutto perché nell’ultima battuta del dialogo si percepisce un tono più scanzonato, malizioso che completa la sua caratterizzazione.
Lo hai reso molto umano, in quel “temevi che la reclusione avrebbe potuto allontanarvi” si sente il James che chiede a Sirius “ma che cos’ha?” nel ricordo presente nel quinto libro, un James un po’ innocente, dai pensieri genuini, da bambino quasi (mi verrebbe da dire da cucciolone un po’ ingenuo), sono le paure di chi ama e teme di perdere. Ed è ironico che lui si aspetta problemi dal quotidiano quando invece la fine incombe in maniera più violenta da fuori.
Avrei voluto che ponessi un accento più forte nel riferimento al tradimento, magari con una nota di amarezza, ma capisco che l’impostazione stessa della caratterizzazione, improntata al romanticismo con i pensieri totalmente rivolti al suo amore non te lo ha permesso, e accetto la tua scelta senza penalizzarti. Per il resto, le sue ultime parole hanno lo stesso potere della sua morte: disarmante in tutti i sensi.
Gradimento personale: 4/5
La storia mi è piaciuta ed è davvero bella.
Ci sono diverse cose che mi hanno colpito leggendo, sia l’ambientazione del pomeriggio del matrimonio, che sembra profetizzare in qualche modo, come a dire l’attimo prima della fine, sia il modo in cui hai ripartito la storia, con il sorriso e la lotta come punti di coesione dell’intera flash, ma su cui vince il sorriso, l’amore che prova e che ha provato James, tutto ciò che alla fine rimane (non solo quindi l’amore di Lily che protegge Harry ma anche l’amore di James che sembra lasciare un’impronta del loro passaggio). La sua vita ha avuto senso e forza proprio perché l’ha condivisa con Lily, combattendo per quel sorriso. La dolcezza di questo particolare che fa sia da imput sia da collante mi ha stretto il cuore, le parole di James poste al centro voglio ferire, arrivare dritte al petto. Ci sono riuscite, con me sicuramente. E quel condizionale passato alla fine che chiude tutto… non mi ha fatto piangere, ma credimi se ti dico che provo davvero un dolore fisico al petto, alla bocca dello stomaco. Bellissima.
Il punteggio comunque non è pieno in questa voce perché devo confessare che non ho saputo ritrovarmi nel tuo stile. Personalmente preferisco un uso della seconda persona differente, più caratterizzante; inoltre ho percepito alcuni passaggi troppo artificiosi, così come l’introspezione esplicativa della coscienza non ha saputo farmi provare ogni singola emozione sulla pelle. È stata efficace nel finale, ma nella parte più “leggera” non ha saputo snellirsi per i miei gusti, era troppo elucubrante, e quindi non mi ha saputo far vivere la scena al meglio dell’emozione.
Detto questo ti voglio davvero ringraziare. So che James non gode di ottima fama tra i più fan del fandom, in generale lo bollano come il bullo arrogante, ma io non posso che amarlo per il modo in cui ha saputo, per amore in primis ma io credo anche per ideali e contesto in genere, prendere in mano la sua vita e trasformarla in qualcosa d’altro. Io personalmente amo la generazione dei malandrini e amo James, quindi averlo visto trattato così, con tutti i suoi difetti e pregi, in maniera rispettosa e piena mi ha fatto emozionare e riempito di soddisfazione. Grazie di cuore per avermi regalato questo gioiellino.
Punteggio: 65/70 (Recensione modificata il 25/05/2020 - 11:38 am) |