Non avevo mai letto una fanfic su questa coppia prima di adesso e anzi non li consideravo proprio prima, mi erano indifferenti.
Non so spiegare bene perché mi sia piaciuta così tanto questa fanfic, forse ho empatizzato un sacco coi personaggi (soprattutto con Morticay), forse hai fatto trasparire molto bene i "sentimenti" di Zero, non lo so, ma in alcuni punti mi ha addirittura commosso.
Andiamo per gradi, come sempre.
La scena dalla psicoterapeuta: già l'idea che un Rick vada in terapia è strana (lo abbiamo visto nella puntata di PickleRick) e quindi mette subito in primo piano il fatto che questo sia un Rick diverso, che non affoga nell'alcol le sue sensazioni, i suoi problemi e tutto il resto, semplicemente ha annullato tutto. Tiene tutto a zero, proprio come il suo nome.
“A volte mi piace quando fischietta mentre cucina…”, questa è una delle frasi che più mi ha colpito, perché nonostante Zero si sforzi per ignorarlo, nonostante gli risponda male, si accorge di quelle piccole cose che sembrano sciocchezze, ma che in realtà dentro di sé nota e gli fanno anche piacere, anche se non vuole ammetterlo a se stesso. Molto bello, davvero.
In questa fanfic c'è così tanto che mi metterei ad analizzare ogni frase.
Quando Zero torna a casa dopo la seduta e Morticay prova a prendersi cura di lui in ogni modo, anche slacciandogli le scarpe. Lo sforzo di Morticay di renderlo felice, facendo tutto il possibile, cercando di capire i suoi bisogni anche se Zero non lo dice, adattandosi alle sue emozioni piatte, smussando il proprio entusiasmo per farlo coincidere con i sentimenti incolori della persona che ama. Penso sia una delle parti che preferisco.
Tutto questo infastidisce Zero non perché gli dia fastidio il comportamento in sé, ma perché sa di non riuscire a ricambiare tutti quegli sforzi, di non essere capace di dare a Morticay ciò che desidera.
"Zero sospirò profondamente, prima di andarsi a sedere sul letto. Era stato rifatto perfettamente, come sempre. Profumava di pulito, di cura. Di lui.
Lui, che sicuramente era seduto nel corridoio, con la schiena appoggiata alla porta ed un’espressione triste ma fiduciosa in viso. Lui, che lo aspettava, sempre." questa è un'altra delle parti che preferisco.
Fa quasi male leggere che Zero lo sa, conosce ogni mossa che farà Morticay, e ne prova fastidio, e non riesce a far altro che disprezzarlo perché altre emozioni non sa esternarle. Gli viene difficile anche solo abbracciarlo, un gesto semplice ma che è come scalare una montagna per lui.
E di nuovo Morticay si modella, aspetta, prova a rendersi l'altra metà del puzzle per incastrarsi perfettamente a Zero, nonostante lui cambi forma ogni volta. Non lo so, mi commuove davvero tanto, non so spiegarlo.
"Mise la lametta nelle mani tremanti di Morticay, che piangeva, obbligandolo a tagliarlo sulla schiena, più e più volte. Ricordò di come il ragazzino sporco di sangue si accasciò a terra, esausto, coprendosi il volto con le mani mentre provava a parlare fra i singhiozzi, soffocato.
“T-ti prego, Zero… Ti p-prego non farmelo più fare”." e con questa parte le lacrime si sono sprecate.
Il finale mi è piaciuto ancora di più. Zero ci ha provato a smuoversi, ha provato a fare un piccolo, piccolissimo passo verso Morticay e ci è anche un po' riuscito.
Questa è a mio parere una delle fanfic più belle, sei riuscita ad entrare perfettamente nei personaggi, mi hai fatto provare una ad una le sensazioni di entrambi con una maestria incredibile. Come sempre, senza essere prolissa, riuscendo a esprimere concetti difficili con poche parole.
Spero di leggere ancora fanfic del genere, perché è incredibile come riesci a stupirmi ogni volta. Ogni volta che ti viene lanciata una "sfida" che pare difficile se non impossibile, tu la superi tranquillamente con una fanfic perfetta in ogni suo aspetto.
Davvero sono senza parole, grazie per regalarci sempre questi piccoli capolavori!
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