Recensioni per
Il debito
di Madame Grandier
È incredibile come tu sia riuscita a trasmettere le sensazioni, le emozioni, la paura che ha afferrato il cuore meschino e codardo di questo essere immondo, che ha ucciso un bambino per una moneta d'oro. |
Bueno diría que por lo malvado, egoísta, miserable y sin misericordia, se merece ésto y más pero al final da pena, no puede morir y así llame a la misma muerte nunca vendrá porque cómo dicen los pecados se pagan en vida y contimas matando a un niño que con una buena reprimenda no lo volvería hacer y peor es un niño que no tuvo la culpa de nacer pobre y sus padres no podían darle ni un pan. Si hubiera sido más misericordioso quizás podría pagar sus deudas........ |
Woow impactante, es el Duque de Germaine que debe estar en su último aliento, su conciencia no lo deja morir por la culpa, el niño al cuál mata fríamente regresa para cobrarle su muerte. Me gustó mucho bella, espero el próximo capítulo 💕💕 |
Ciao Madame Grandier. In questo capitolo l'orrore è molto più forte e concreto nel suo essere immateriale. Mi piace come questo uomo così sprezzante con gli altri e superbo venga qui rappresentato nei suoi lati più deboli e meschini. Vive con terrore quel che gli sta accadendo,al limite fra il reale e l'onirico,dai contorni sfumati. Nel prossimi capitolo vedremo in quale dimensione questo uomo crudele stia subendo la punizione per quanto di atroce commesso. La scena dei topi mi ricorda bene quanto successo a Winston nel romanzo di Orwell "1984 ",seppur totalmente innocente rispetto al Duca. Ben presente il senso di angoscia. Al prossimo capitolo. Un saluto. :) |
Per il piccolo Pierre non c'è mai stata una vera e propria giustizia. È morto senza colpe nell'impotenza generale. Ma se nulla hanno potuto le leggi addomesticate degli uomini, c'è forse una giustizia superiore, soprannaturale, che restituisce il dovuto. Lo restituisce sotto forma di brividi, sudore freddo, angoscia, paura, terrore che esista un qualcosa di indefinito, che tormenta e ritorna a punire le colpe, a restituire il dolore, a ridare valore alla vita umana, così spregevolmente calpestata. Che pena il piccolo Pierre e i suoi pensieri rivolti alle lacrime della sua povera mamma che lo chiama invano. Mi piace pensare che fosse destinata a lei e ai suoi fratellini affamati quella maledetta moneta. Si preoccupava per loro. Era già grande il piccolo Pierre. |
La legge del contrappasso del piccolo Pierre è feroce, implacabile e senza via d’uscita. |
Complimenti anche per questo capitolo Madame Grandier, rendi estremamente realistico quello che sembra essere l'inferno per il malvagio duca, che soffre i dolori patiti da Pierre, ma all'ennesima potenza. Il particolare della moneta fusa sul suo petto è anche di molto effetto. Mi hai fatto "sentire" lo zampettare dei ratti, veramente brava. Ma anche io mi chiedo sarà l'inferno oppure un incredibile intervento ultraterreno che lo vorrebbe obbligare al pentimento? Complimenti, a presto. |
Sogno o realtà? Cara Madame Grandier mi incuriosisce molto questo tuo scritto vorrei capire in quale direzione ci stai portando. Il duca è morto e soffre all' inferno o è vivo e non riesce a risvegliarsi dal suo incubo? Oppure ancora siamo difronte ad un evento soprannaturale, una visione, un' allucinazione delirante? Come al solito, la scrittura è perfetta. A presto! |
Cara Madame Grandier, nel primo capitolo avevamo solo avuto un assaggio di quello che il duca aveva provato vedendo il fantasma del bimbo che aveva ucciso, aveva sperato fosse stato solo un incubo frutto del troppo oppio di cui aveva fatto e faceva abbondante uso. E invece quello era solo l’inizio del suo supplizio. Il bambino è tornato a rendergli quella maledetta moneta così tanto importante per lui che il bambino vuole che gli resti impressa a vita non solo nella mente e così tra l’orrore generale posa quella moneta incandescente sul petto dell’uomo inglobandola così al suo corpo in modo che non se ne possa separare mai. Il dolore è atroce e quello che gli percorre oltre che il corpo anche la mente addirittura peggiore di qualsiasi castigo e che potrebbe portarlo alla follia. Sta provando la sofferenza ma per il bambino ucciso non è ancora abbastanza, vuole che senta il terrore attanagliargli le viscere e allora propone un gioco, insensibile alle richieste del duca di andarsene e lasciarlo in pace avendo pietà di lui. Il bambino vuole invece fargli provare la paura autentica che si prova quando i topi che infestavano la sua povera casa mordevano le carni dei componenti della sua famiglia. Tutta la scena che ne è seguita è un vero tuffo nell’horror, mi è parso di vedere le ombre degli animali correre lungo i muri e sentire gli squittii di un’orda di topi che stavano lacerando le carni del duca che cominciava così a provare sulla sua pelle un supplizio che chissà quando e se avrebbe mai avuto fine. Non importa quanto preghi il bambino, lui non è disposto ad ascoltarlo e tanto meno ad accogliere le sue richieste, perché vuole che provi il terrore che ha provato lui stesso quando la sua pallottola lo ha colpito trapassando il suo cuore. Se a tutto questo uniamo la perfetta ambientazione di una notte con lampi e tuoni possiamo davvero sentire un brivido scorrere lungo la schiena. Lo sconcerto che traspare da queste tue righe è che nonostante la paura che sta provando, il supplizio al quale si sente esposto, il duca non abbia in animo di fare ciò che il bambino sta tentando di fargli fare e cioè chiedere perdono per ciò che ha fatto, anche in questi momenti non riesce ad attribuirsi la colpa di cui si è macchiato e fare un atto di pentimento, dimostrando tutta la sua arroganza e la sua vigliaccheria.Ti attendo per l’epilogo per sapere cosa altro escogiterai per rendere giustizia al piccolo Pierre. Un caro saluto. |
Quel mostro spietato merita di tutto! Ma non capisco se è un incubo o la realtà. |
Carissima Madame Grandier, buongiorno e ben tornata con questo nuovo capitolo! |
Beh nessuna pietà per un uomo come il duca, gli sarebbe servita una lezione del genere. Arrogante e spocchioso più degli altri nobili figlio del suo tempo |
Ciao Madame Grandier. Si può,in questo primo capitolo,percepire da quanto scritto ami il soprannaturale. Si avverte un'aria cupa,dove ben ci si immedesima insieme a quest'uomo che ha commesso tanti peccati,specialmente uno del tutto non perdonabile. Per una moneta,una misera moneta,l'anima di un bambino ha lasciato questa terra. O forse no,ripresentandosi all'uomo. Bella la frase finale dove quell'anima pura immagina quella moneta sia davvero importante. Amo le storie diverse e vedremo cosa succederà. Un saluto. :) |
Carissima Madame Grandier, |
Cara Madame Grandier con questo brano sei stata in grado di trasportarci in una atmosfera cupa riprodotta abilmente dalla tua penna e dalla tua scrittura che hanno fatto sentire tutta l’angoscia che l’uomo sta provando. La vigliaccheria con cui ha macchiato la sua anima che è diventata nera ora è venuta per far pagare il suo prezzo. Il bimbo ucciso impunemente è tornato come un fantasma per restituirgli quella moneta che aveva più importanza di quanta ne avesse un essere umano, rendendo di fatto l’uomo un codardo che non riuscirà mai a liberarsi del misfatto che ha commesso. Le tue parole insieme alla cadenza usata hanno reso la scena che hai raccontato tremendamente visiva, con i lampi che rischiaravano gli ambienti e dove si riesce a percepire una presenza che si palesa dapprima alle orecchie con quel pianto smorzato e poi agli occhi dell’uomo in tutta la sua vividezza. La sua colpa è ora di fronte a lui e lui non può scappare da nessuna parte, è in trappola proprio come il bimbo che ha ucciso. Abbiamo visto il duca di Germaine in tutta la sua pochezza di uomo. Come inizio è molto coinvolgente. Resto in attesa del prosieguo con curiosità. A presto! |