Recensioni per
Malia in bianco
di JeanGenie
Brava, mi è piaciuto molto il tuo Fersen consapevole di se stesso, dell’identità di lei, del proprio desiderio ma anche dell’errore in cui sarebbe potuto incorrere se si fosse abbandonato alla malia! |
Carissima JeanGenie, buon pomeriggio e ben tornata con questa nuova one shot così poetica e molto introspettiva. |
Da questo racconto quello che risulta essere davvero il "miglior amico" è proprio Fersen che, in effetti, è stato un galantuomo e con lei è sempre stato leale e in tante occasioni addirittura provvidenziale. |
E ti seguo anche qui. |
ll Conte di Fersen è un personaggio più profondo e maturo rispetto a quello che spesso viene rappresentato. Oscar ha sempre stimolato in Fersen comportamenti coraggiosi e altruisti. Quando era con Oscar e Andrè si sentiva parte di un'amicizia particolare, genuina, senza ipocrisie e falsità. Fersen considerava Oscar il suo migliore amico, cosa non da sottovalutare, le voleva veramente bene e probabilmente quella sera ha voluto proteggerla anche da se stesso. Oscar bellissima e assolutamente desiderabile non meritava di diventare una delle tante ad esser passata dal suo letto. Così decise di allontanarla, anche a costo di ferirla nel cuore. Ha preferito continuare ad averla come amica speciale piuttosto che come amante passeggera. Preservandola così per il vero amore che presto si sarebbe manifestato in Andrè. |
Fersen ha fatto una delle cose più crudeli al mondo: fare del male ad una persona "per il suo bene"! |
Abbiamo sempre ascoltato quali fossero i pensieri che si erano affollati nella mente di Oscar la sera del fatidico ballo, fra la sua speranza di non essere riconosciuta da nessuno e il desiderio di poter essere stretta dalle braccia dell’uomo che pensava di amare. Questa volta ci hai dato invece la possibilità di sondare cosa fosse potuto passare nella mente del conte di Fersen, che, sono certa, non poteva non essersi accorto che colei che stava stringendo fra le braccia, trascinandola in una danza vorticosa che non dava adito ad altri pensieri, fosse Oscar, il capitano delle guardie reali. Se la sua voce non era stata udita, certamente gli occhi di Oscar non avevano potuto trarlo in inganno. E non bastava che lei si fosse travestita per apparire un’altra ai suoi occhi, lei rimaneva la persona che aveva conosciuto, e aveva imparato a rispettare. E’ per questo che facendo una attenta disamina di colei che ha di fronte e che potrebbe soffrire decide consciamente di essere lui quello che sfaterà il suo sogno, perché di questo si tratta, facendole notare quanto somigli al suo migliore amico, sapendo che con quelle parole avrebbe centrato il suo obiettivo e avrebbe colpito nel segno, proprio perché la serenità di Oscar gli sta particolarmente a cuore. Forse aveva già compreso in cuor suo che per Oscar lui fosse solo un miraggio, ma che qualcun altro fosse già stabilmente installato sia nel cuore che nella mente. Un modo molto interessante, con una narrazione fluida e puntuale cara JeanGenie, di rivisitare un avvenimento chiave, un vero e proprio punto di svolta e di non ritorno, dal quale si sono poi dipartite scelte che hanno portato ai comportamenti e alle situazioni che ben conosciamo, facendo in modo di considerare il bel conte svedese sotto un’altra luce e cioè per l’attento osservatore che era. Un caro saluto. |
Ciao, |
Cara/o autrice/autore é la prima volta che ti leggo. |
Ciao, |