Ciao tesoro!
Oddio, non sai quanto sia felice che tu abbia deciso di scrivere questa storia su Sandor.
Come ti dicevo ieri, è uno dei personaggi che ho amato di più in assoluto quindi leggo su di lui sempre con molto piacere (come del resto leggo con enorme piacere qualsiasi storia tu scriva.).
Possiamo tranquillamente dividere questo racconto in quattro parti, che ci parlano di momenti ben distinti della vita del nostro Sandrone dal suo incidente da bambino fino a quando non scappa via da Approdo del Re durante la Battaglia delle Acque Nere. Tutti spezzoni della sua vita che hanno in comune un elemento: il colore rosso.
Nella prima parte, il rosso è rappresentato da due cose che saranno un po’ sempre costanti nella sua vita: il fuoco e il sangue.
Ed è proprio in questo momento che in lui nasce la paura che prova per il fuoco, dopo che suo fratello gli ha ustionato una parte del volto per punirlo di aver preso un suo giocattolo.
Ogni volta che ripenso a questo fatto, non posso che provare tenerezza per lui, per l’esser dovuto crescere accanto a un fratello come Gregor che aveva evidenti problemi di comportamento (ma sai Greg che ti amo lo stesso <3). Forse la sua famiglia avrebbero potuto fare qualcosa di più per proteggerlo, per tenerli lontano.
Ovviamente per il giovane Sandor ora tutto è rosso, causa del sangue che gli oscura la vista.
Come dicevo prima, questo è proprio un momento fondamentale nella sua vita, non solo perché si procura la famosa cicatrice che gli deturpa il volto, ma anche perché comprende che nella vita non serve a nulla implorare, tanto nessuno ti ascolta. Oltre a questo, comprende due importantissime lezioni: non si ruba agli altri e che i legami di sangue si chiamano così perché il sangue te lo fanno versare (cosa verissima per Sandrone e Greg visto come si è compiuto il loro destino all’interno della serie).
Nel secondo spezzone, troviamo un Sandor di ormai dodici anni. Ora non è più lui la vitta, la persona che implora la pietà, ma è diventato il carnefice, in questo caso di uno straccione che aveva osato rubargli dei soldi. Oltre al sangue che fa versare e il fuoco di cui ha il terrore, vi è qualcos’altro di rosso ora nella sua vita, cioè il colore della casata che serve: i Lannister (la casata migliore del mondo <3).
La situazione cambia drasticamente nella terza scena. Ormai Sandor è un uomo e, questa volta, il rosso da cui viene attirato a una gradazione diversa dal solito e più ramata: i capelli di Sansa Stark.
Quella che ci presenti qui è una delle scene tra quelle che ritengo più emotivamente forti della storia: la ragazza è a terra, in preda al panico e accerchiata da uomini pronti a stuprarla ed ucciderla. Proprio quando per lei non sembra esserci più speranza, arriva Sandor che, in breve tempo, uccide tutti gli uomini che stanno per farle del male.
Ed è proprio qui che si trova la novità: Sandor è abituato ad uccidere per i motivi più disparati, è una cosa che gli provoca sempre un grandissimo piacere, ma è la prima volta che lo fa per proteggere qualcuno.
Mi piace vederlo così protettivo con il “suo uccelletto”, anche se è certo che Sansa Stark non sarebbe mai stata sua.
L’ultima scena è quasi straziante (anche se fa parte di uno dei momenti della saga che io preferisco).
Sandor sta scappando da Approdo del Re mentre è ancora in corso la Battaglia delle Acque Nere.
È ubriaco e, mentre da solo si allontana dalla capitale, l’unica cosa che riesce a ripetere è “Perdonami”. È una richiesta di perdono rivolta a Sansa, che ha lasciato nella sua stanza del palazzo reale dopo averle rubato un bacio. Si sente in colpa per averla lasciata lì, di non averla convinta a seguirlo. Con il senno di poi, secondo me è stato meglio che lei non sia andata con lui, perché, come gli dice lei nella serie, se lo avesse fatto sarebbe rimasta un uccelletto per tutta la vita, invece di trasformarsi nella donna che è diventata.
Mentre si allontana da Approdo del Re, Sandor non può far a meno di chiedersi come sarebbe stata la sua vita se avesse avuto una vita diversa, se avesse avuto un po’ più di amore della sua vita invece che tanto odio e violenza che, nel corso del tempo, lo avevano trasformato da vittima a carnefice.
Si rende conto che non ha senso chiederselo adesso, perché l’odio e la violenza sono ormai parte di lui. È anche certo che presto il rosso tornerà a significare per lui solamente la paura per il fuoco e l’amore per il sangue.
Decide quindi di continuare a percorrere quella strada di violenza, almeno fino a quando non ucciderà suo fratello.
Penso che sia superfluo dire quanto ho pianto durante la puntata in cui finalmente Sandor avrà la sua vendetta su Gregor e non solo per come finisce lo scontro tra loro due.
È una storia che mi è piaciuta un casino, non solo perché è scritta divinamente, ma perché sei riuscita perfettamente a descrivere i vari aspetti di Sandor. Attraverso questo excursus, ci hai ben mostrato tutte varie sfaccettature che lo compongono, che lo rendono un personaggio così interessante.
Come dici nelle note, anche secondo me hai fatto bene a terminare la storia prima del suo incontro con Arya perché quello sarà proprio un altro capitolo della sua vita che lo porterà a diventare una persona completamente diversa, soprattutto nei confronti di questa ragazzina. Magari, invece, può essere un buono spunto per una prossima storia, in cui appunto si fa vedere un po' il cammino che fa per redimersi.
Ora devo ammettere che mi hai fatto venire una grandissima voglia di rivedere alcuni sui momenti della serie, quindi mi sa proprio che Sandor mi farà compagnia anche questa sera quando torno a casa da lavoro.
Sai che amo da impazzire qualsiasi cosa tu scriva e che mi hai fatto appassionare ai Dollastor, ma ogni tanto è bello anche leggere tue storie su questo fandom perché, credimi, non sei per nulla arrugginita.
A prestissimo mia cara!
Ti invio un mega abbraccio,
Jodie (Recensione modificata il 17/06/2020 - 10:54 am) |