Ciao!
Avevo già puntato questa storia quando avevi pubblicato il primo capitolo, ma non avevo fatto in tempo a passare, quindi sono felicissima di approfittare dello scambio per recuperare (arrivo presto anche dal secondo capitolo, giuro!).
Devo dire che, ancora una volta, ti confermi una maestra in questo tipo di struttura: è secondo me qualcosa di difficilissimo, perché in questo caso (come già in “Paint it Black!”) non ti limiti alle drabble per costruire solo delle istantanee veloci dell'evoluzione di un dato momento, ma riesci davvero a dare al racconto una continuità narrativa molto più ampia, senza mai perdere di vista il senso complessivo della storia. Non so, di solito leggo al massimo autori che uniscono tre o quattro drabble in una raccolta, ma tu riesci a fare pienamente tua questa struttura, sfruttandone al meglio tutto il potenziale. È davvero qualcosa che mi piace tanto e che ti ammiro moltissimo!
Per di più, ancora una volta mi ritrovo ad ammirare la tua capacità di utilizzare al meglio i prompt forniti: dai loro importanza, li rendi il centro esatto dei vari momenti, e al tempo stesso li fai completamente tuoi. Sembra quasi che non sia la storia a piegarsi ai prompt, ma i prompt ad essere caduti in maniera casualmente perfetta proprio nel contesto giusto, non so se mi spiego.
E poi, ci sono loro: Alastor e la sua bamboluccia, che nelle tue mani assumono uno spessore tutto nuovo, uno spessore che li rende due personaggi meravigliosi. Pur con delle immagini brevissime, sei a mio parere riuscita a rendere in maniera estremamente vivida e significativa le loro caratterizzazioni, che sono tue, estremamente riconoscibili, ma anche perfettamente in linea con quanto sappiamo dal canon. Alastor, con la sua schiettezza, il suo parlare diretto, la totale mancanza di tatto che però, accanto alla sua lucidità e alla sua capacità di vedere davvero Doll e di guardarla al di là di ogni maschera, si trasforma quasi in un balsamo. E Dolores, piena di pregiudizi, così attaccata alle apparenze (senza mai rendersi conto di apparire ridicola, il più delle volte), con la sua vocina acuta e le sue leziosità fuori luogo, ma anche con tutta la sua solitudine e quel senso di disagio, di costante inferiorità che sembra avere ormai interiorizzato. Ecco, questo in particolare credo sia un aspetto che sei riuscita a rendere con grandissima delicatezza e molto acume: è un risvolto sottile della sua personalità, qualcosa che lei, più o meno consciamente, prova anche nel canon (perché in fondo tutta la sua scalata al potere, la sua ricerca di approvazione, il negare l’esistenza della propria famiglia costruendosi addirittura un retaggio immaginario solo per darsi un tono non può che nascere da questo costante senso di inadeguatezza).
In questo contesto, il loro avvicinamento è davvero bellissimo: è sorprendente come ogni volta tu riesca a dare un senso a una coppia formata da elementi tanto diversi, dando loro delle basi solidissime, mettendo in luce quei piccoli dettagli che fungono da leva per andare a indagare un'introspezione costruita benissimo.
Tra l'altro, credo che tu sia l'unica persona in grado di commuovermi parlando di Dolores Umbridge: la scena del libro è qualcosa di assolutamente splendido, sappilo.
Insomma, ancora una volta mi hai totalmente, pienamente conquistata (e sì, i tuoi bambini brutti sono decisamente molto belli, su questo non ci piove).
P.S. sappi che ogni volta che avrò bisogno di tirarmi su il morale penserò a Lucius che torna a casa sconvolto come neanche dopo aver ospitato Voldemort in casa sua, incapace di riprendersi dalla sconvolgente visione di Doll e Alastor in atteggiamenti intimi. La meraviglia pura XD |