Buongiorno carissima, perdonami se arrivo così in ritardo, ma finché il caldo non mi ha dato tregua non avevo testa né per leggere, né per scrivere. Avevo detto che desideravo leggere quest'opera nata da un prompt non semplice da gestire e così mi sono lasciata avvolgere dalle note di una canzone che amo (ottima scelta, davvero!) e mi sono immersa nella lettura.
So che mi ripeto su questo punto, ma devo dirtelo per forza: ma quanto è perfetto il tuo stile di scrittura?? È complesso, ricco, mai banale, preciso; da l'impressione di leggere un romanzo, non una one shot scritta in questo sito (mai pensato di scrivere qualche libro?). Lo so che te lo scrivo a ogni recensione, ma davvero non ci posso fare niente, mi inchino davanti a tanta bravura e perfezione.
Detto ciò, andiamo a vedere la storia nello specifico, dove prendi in considerazione le tre sorelle Black, focalizzandoti sul loro legame e su Bellatrix. Tu sai che io sono sempre rimasta indifferente a quest'ultima, almeno fino a quando non ho iniziato a leggere la tua long, che mi ha permesso di vederla sotto punti di vista differenti Discorso diverso per Andromeda e Narcissa, che in un certo qual modo mi sono semrpe piaciute, seppur per motivi diversi. Di Andromeda ho semrpe ammirato la capacità di ribellarsi ai dettami della propria famiglia per scegliere la sua strada e non quella imposta dai suoi genitori (sì, ci ricorda il cugino XD ); di Narcissa ho sempre ammirato la sua forza di volontà ferrea nel difendere il figlio, il suo essere madre che prevale su tutto e tutti, la sua capacità di sopportare anche il peggio (Voldemort e seguito in casa non dev'essere stata una bella esperieza) per la salvezza di Draco.
Ora, tu cio fai compiere una sorta di viaggio catartico utilizzando il barbatrucco della visita al cimitero da parte delle due sorelle superstiti, viaggio che serve a loro per riappacificarsi con se stesse e con Bellatrix, e che serve a noi per comprenderle, e per comprenderla.
Il dolore è il filo conduttore di questo viaggio, un dolore che non fa distinzioni tra buoni e cattivi, tra vincitori e vinti. Il dolore arriva ovunque, colpisce chiunque, non fa sconti a nessuno. Proiettato subito all'interno del cimitero il lettore empatizza questo dolore, lo percepisce come se fosse parte di sé osservando le tombe, i visitatori e le loro diverse reazioni (una mi ha ricordato Lele, per quanto tu ovviamente l'abbia resa in maniera nettamente superiore). Ritroviamo anche Andromeda e Narcissa, intente a visitare coloro che hanno perduto; la prima ha avuto perdite terribili dalla guerra, il marito, la figlia e il marito della figlia spazzati via come nulla fossero, col solo lascito del nipotino. Una scena qualsiasi quindi, se così vogliamo dire, tipica di qualsiasi guerra, se non fosse che, attraverso gli occhi di Narcissa ci rendiamo conto di come gli esseri umani, a diferenza del dolore, facciano distinzioni tra buoni e cattivi. I Black vengono ancora visti come qualcosa di negativo, come parte di quell'esercito legato all'Oscuro Signore, come persone da emarginare e rifuggire, e a poco valgono le parole di conforto di Andromeda, che assicura come Harry Potter farà luce su ciò che di buono tutti loro hanno compiuto, gli sguardi a loro rivolti non mentono.
Eppure le due sorelle, nonostante tutto, dopo la visita a queste tombe, proseguono la loro camminata giungendo in un altro cimitero, quasi un luogo abbandonato, nel quale sono stati seppelliti proprio i Mangiamorte e il loro Signore, a ricordarci ancora una volta che la morte arriva per chiunque, e che davanti a ella siamo tutti uguali e meritiamo tutti lo stesso trattamento. È qui che le due sorelle si fermano, davanti alla tomba di Bellatrix, interrogandosi per cercare di capire quando abbiano perso la loro sorella maggiore, quando lei si sia separata dal loro mondo per legarsi a doppio filo a quello dell'Oscuro Signore, senza possibilità e volontà di tornare indietro.
Inizia a questo punto una sorta di lungo flashback che ci porta a rivedere il passato di Bellatrix, un passato che per certi versi conosciamo grazie alla tua long (ho adorato il modo in cui più o meno velatamente hai fatto riferimento a parti della sua storia che abbiamo potuto conoscere in maniera approfondita nella long), un passato in cui la possiamo vedere bambina, ragazzina, donna, ma sempre diversa da tutti, sempre alla ricerca di qualcosa che la colpisse in maniera particolare, che potesse diventare la sua ragione di vita, almeno fino al primo incontro con Lord Voldemort.
Questa diventerà la sua ragione di vita, che si rafforzerà ancora di più, nemmeno a farlo a posta, negli anni di prigionia ad Azkaban. Qui ti devo nuovamente fare i complimenti; noi di Azkaban sappiamo pochissimo, ma tu sei riuscita abilmente a rendere il tormento, il patimento, il dolore, lo strazio cui ogni giorno i prigionieri erano condannati, un qualcosa di ben peggiore dell'inferno stesso, un qualcosa che forse non si augurerebbe nemmeno al proprio peggior nemico.
In quel luogo in cui corpo e spirito vengono logorati fino al limite estremo, Bellatrix trova la forza di andare avanti proprio nella sua unica ragione di vita, Lord Voldemort, per quanto, una volta evasa, a parer mio la sua mente si sia un pò persa, diventando in tutto e per tutto quella "pazza" che noi conosciamo bene. Non so se questa sia anche la tua idea, ma è quella che ho percepito io leggendo questa parte, e ti chiedo già di scusarmi se tu invece volessi intendere diversamente. >.<
Il viaggio catartico delle due (tre) sorelle giunge fino al ricordo dell'ultima battaglia, nella quale il bene trionfa, nella quale Bellatrix (e non solo lei) muore, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori di Andromeda e Narcissa. Sì, perché se c'è una cosa sulla quale non si può aver dubbi, sia leggendo questa one shot che leggendo la long, è l'amore che le ha legate tutte e tre sin da subito, e sino alla fine. Narcissa ricorda come Bella abbia pianto in maniera disperata quando Andromeda lasciò la loro casa per seguire ciò che realmente desiderava; e ricorda anche come consigliasse proprio a Narcissa di rimanere al di fuori di tutto ciò che riguardava l'Oscuro Signore quando avevano preso possesso di Villa Malfoy proprio per proteggerla da ciò che sarebbe potuto accaderle se si fosse esposta.
Perché sappiamo bene che in tutti c'è luce e oscurità, e se in Bellatrix l'oscurità è stata sempre rappresentata dal suo legame con l'Oscuro Signore, la luce è sempre stata rappresentata dall'amore per le sue due sorelle e dal desiderio di proteggerle sempre e comunque, da tutto e da tutti.
Le battute delle due sorelle superstiti, che promettono di reincontrarla, un giorno, e il ricordo di quando erano bambine, di quando Bella avrebbe dovuto partire per Hogwarts, servono al lettore per far pace col dolore provato fino a questo punto, servono a fargli comprendere che nonostante tutto la vita va vissuta, il dolore va accettato, i nostri scopi vanno ricercati e persegiti, proprio come hanno fatto loro, le tre sorelle Black.
Credo di aver scritto un papiro, e quasi sicuramente mi devo essere dimenticata qualcosa, ma sappi che questa va a finire di diritto tra le preferite, è il minimo sindacale per tale meraviglia.
Chiedo ancora scusa per il ritardo, e spero di poter passare di nuovo presto a recensire altre tue opere. <3
A presto!
Lina Lee |