Recensioni per
Prima di tutto un uomo
di inzaghina

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/08/20, ore 20:15

Ma questa storia è stupenda, Francy, stupenda davvero.
E centra perfettamente la traccia – se avessi organizzato il contest anziché un gioco, ti avrei di certo assegnato dieci su dieci quanto ad aderenza alla tematica.
Questo Ron è proprio Ron, non ha una sbavatura questa caratterizzazione e partendo da quella scacchiera del primo anno riesce a mostrare l'intera crescita del personaggio, ad abbracciarne pregi e difetti, a metterne in luce vittorie e momenti di debolezza. E mi è piaciuto tantissimo che faccia tutto questo con una focalizzazione interna, dove ci relazioniamo con Ron e con i suoi pensieri e sensazioni, con quel suo sentirsi sempre il secondo, mai abbastanza, che alle volte sa di fiele e altre di orgoglio – perché l'eroe è uno, ma da solo non va da nessuna parte.
Sento di non avere parole adeguate per recensire questo racconto, che meriterebbe un'analisi più attenta, perché l'evoluzione che descrivi – che arriva quel pari e a quel uomo – è meravigliosa e riesce a dare il giusto valore a un personaggio ingiustamente bistrattato.
Possiamo chiamare questo racconto un Elogio a Ron? Lo è, davvero. E lo è senza idealizzarlo, senza smussarne gli spigoli, senza rinunciare a metterne in mostra le debolezze e i momenti di buio, dove ha provato invidia e rabbia e sconforto.
Posso farti solo tanti complimenti e scusarmi perché il commento non è assolutamente all'altezza del racconto.
Grazie di aver pubblicato questa piccola perla, un grande abbraccio!

Recensore Master
01/08/20, ore 00:53

Francy, questa volta credo davvero che tu ti sia superata.
Che tu sia una brava autrice ormai lo so bene, ma questa volta, non lo so, sei andata decisamente, decisamente oltre. Hai fatto un lavoro meraviglioso con questa storia, e ho adorato proprio ogni singolo dettaglio.
Innanzitutto, non credo affatto che tu sia uscita dal seminato, perché hai saputo indagare perfettamente cosa significhi per Ron combattere e credere nei propri valori, e ho apprezzato molto che questo combattere non fosse sempre “perfetto", ma che qualche volta cedesse alle debolezze: è facile vedere solo ciò che amiamo nei personaggi a cui siamo affezionati, ma tu qui hai restituito un Ron estremamente umano, ed è una cosa che davvero adoro. Oltretutto, Ron è, in tutto e per tutto, un soldato: ha combattuto per la sua causa fin da quando era troppo piccolo per combattere davvero (perché nessuno dovrebbe pensare di sacrificarsi per una guerra a dodici anni, e invece lui lo fa: io davvero, dopo un gesto del genere non riesco proprio a capire come sia possibile che la gente non lo apprezzi).

Hai adottato una struttura a mio parere estremamente interessante: i momenti descritti sono brevissimi (meno di una drabble, a ben pensarci), eppure sono estremamente significativi, e sono resi alla perfezione pur con una manciata di parole. La storia ha un ritmo incalzante, ma al tempo stesso è quasi ipnotico, con quel ripetersi di una sorta di ritornello che riesce a fare perfetta coerenza al tutto. La crescita del personaggio che si intravede in questi sette momenti (adoro la finezza che anche Ron abbia i suoi sette momenti, proprio come Harry) è meravigliosa, perché non gli fai nessuno sconto. I suoi difetti e i suoi errori sono lì, sono proprio sotto la luce del sole, ma proprio attraverso l’accettazione di questi errori si può ottenere una crescita sincera, da cui emerge tutta la luce del personaggio. Paradossalmente, è proprio l'averlo descritto in maniera tanto sincera che rende questa storia uno splendido omaggio al personaggio: se all'inizio mostri tutta l'ingenua lealtà di un ragazzino che combatte guerre più grandi di lui senza guardarsi indietro, con i momenti più deboli emerge la sua forza di volontà, la sua capacità di tornare a questa guerra con consapevolezza, gettando tutto sé stesso con la precisa concezione di ciò che sta facendo.
E proprio questa umanità si riflette nel momento finale, quando Ron, pur avendo ormai raggiunto una maturità adulta, può finalmente smettere i panni del soldato, tornando a indossare semplicemente quelli dell'essere umano che avrebbe sempre meritato di essere.
In questo contesto il titolo viene ad assumere un significato assolutamente meraviglioso: perché in un certo senso “giustifica" gli errori di Ron, evidenziando quanto sia facile dimenticarsi che anche dietro il soldato può disciplinato e leale si nasconde un essere umano, e allo stesso tempo diventando un grande simbolo di speranza, perché alla fine, a guerra terminata, Ron può tornare a essere un ragazzo, e riprendersi tutta l’umanità che la guerra gli aveva strappato via.
Davvero, hai fatto un lavoro assolutamente fantastico, che mi è piaciuto tantissimo.
Complimenti davvero!

Recensore Veterano
31/07/20, ore 11:27

Ciao!
Nel mio tentativo di recuperare le storie partecipanti all'iniziativa, questa è stata una delle prime che ho letto - e che è finita dritta dritta tra le preferite -, perciò non potevo che ritornare a lasciarti un segno del mio apprezzamento.
Sappi che, da ammiratrice del personaggio, ho adorato la selezione dei momenti che compongono questa carrellata introspettiva, a partire da quel primo momento in cui Ron si ritrova sull'enorme Scacchiera, al cospetto "dell'aguzzina senza volto".

In effetti, leggendo i libri, ci si ritrova sempre a seguire Harry fino alla fine, fino alla Pietra (oppure, nel secondo libro: Harry procede, mentre Ron resta indietro, bloccato con Allock; e poi, ancora, nel terzo: Harry e Hermione vanno indietro nel tempo a salvare Sirius e Fierobecco e Ron resta in Infermeria ... e così via).
Ci si sofferma sempre troppo poco sulle emozioni e i pensieri di Ron, pertanto ho davvero apprezzato come, con una manciata di parole, tu sia riuscita a calarti in lui, a partire da quel suo primo "sacrificio", che di fatto permette all'eroe di procedere verso la sua prima impresa e di realizzarla.

Poi sei passata al quinto anno (altra scelta che ho approvato): in effetti, nell'arco temporale che va dalla Terza Prova del Torneo Tremaghi e la morte di Cedric alla Battaglia dell'Ufficio Misteri, nonostante l'ES e l'Ordine della Fenice, è come se - tra i ragazzi - il peso del ritorno di Voldemort gravi esclusivamente sulle spalle di Harry. Persino Hermione e Ron, con cui Harry si confida in merito a tutto, sperimentano sulla loro pelle l'incontro con i Mangiamorte - la realtà del "male" - solo durante la Battaglia al Ministero.
Mi è piaciuto come, nell'immagine delle cicatrici (i primi segni tangibili di una guerra che va delineandosi all'orizzonte), tu abbia racchiuso la consapevolezza di Ron: quello è ancora solo l'inizio. Eppure, nonostante tutto, lui non priva mai Harry del proprio appoggio, non si tira indietro - non ancora.

Naturalmente, il salto temporale successivo non poteva che condurre al famoso litigio durante la ricerca degli Horcrux.
Dei tre momenti - dal litigio e l'abbandono di Ron fino al momento in cui Ron salva Harry, recuperandolo dalle acque ghiacciate del lago - il mio preferito è il secondo.
Nonostante mi siano piaciute tutte le sfumature che hai delineato e che ho trovato molto calzanti (dall'inadeguatezza - che è davvero un sentimento perenne, in Ron, uno di quelli che non lo abbandonano mai - fino ad un ritrovato, maturato coraggio), la scena della rabbia e dello smarrimento è quella che mi ha colpito maggiormente.
Nella sua fuga dai Ghermidori e nella sua incapacità di "ritrovare la strada", hai saputo sapientemente mettere in luce anche il suo smarrimento interiore, morale.
Ho adorato quel: "Gli eroi non si smarriscono mentre sono in missione." L'esasperazione del non trovare, concretamente, la strada per raggiungere Harry e Hermione si mescola ad una rabbia e una delusione più profonde: gli eroi non si smarriscono, appunto, non perdono mai di vista ciò che conta davvero - sanno sempre aggrapparsi a ciò che è giusto e a ciò che è bene, anche se questo prevede dei sacrifici.
Lui, invece, ha fatto proprio il contrario: un po' egoisticamente, ha lasciato che la paura per i propri cari, la stanchezza per un viaggio condotto apparentemente alla cieca - con tutti i disagi annessi allo status di fuggitivi - e la paura anche per la propria vita e per quella dei suoi amici offuscassero l'importanza della loro missione. Lui si è smarrito , il che non può che far ritornare prepotentemente a galla il senso di inadeguatezza e, appunto, la rabbia. Ripeto, quella è stata una scena davvero potente: sono queste immagini così incisive, catturate in pochissime parole, che rendono questi piccoli componimenti un successo (complimenti!).

Inoltre, ho amato anche la delicatezza con cui hai sottolineato il suo senso di solitudine, a Villa Conchiglia. E' indice dell'avvenuta maturazione del personaggio: sebbene riesca ad approdare in un contesto familiare, Ron ha ormai capito qual è il suo posto, quello che è sempre stato il suo posto e che è ora la sua meta finale - al fianco di Harry e della ragazza che ama. Ora che ha potuto ricomporsi e "ritrovarsi", dopo lo smarrimento e la rabbia, non può che sentirsi fuori luogo lì dove non può essere d'aiuto, dove non può svolgere il proprio ruolo di supporto, di "migliore amico e braccio destro".

Negli ultimi due momenti (e lo so che il riferimento alla morte di Fred era necessario, se si considera il processo di crescita di Ron, ma non per questo ha fatto meno male!), ho adorato il riferimento alla sua pari : lei che lo strappa dagli abissi del dolore e della vendetta per radicarlo nel presente.
Ho adorato quelle dita intrecciate alle proprie come promessa di un futuro di speranza, nonostante lo strazio delle "tante, troppe perdite" ancora recente, fresco.
La guerra è finita - una guerra lunga in cui tanti sono caduti e in cui lui stesso si è smarrito e ritrovato - e, prima o poi, verrà la gioia. Per ora, gli basta il calore di quelle dita. Dopo tutto quello che hanno passato - che ha passato - va bene così.

Che dire, perdona la digressione, ma volevo davvero soffermarmi su queste immagini così belle che hai saputo "congelare" con le tue parole. Mi è piaciuta tanto questa raccolta, poiché credo abbia realmente reso giustizia a questo personaggio, uno dei più umani della saga (Ron si lascia spesso andare ai propri difetti, ma è - indubbiamente - uno dei personaggi più buoni e puri , ne sono convinta).
Ancora tanti complimenti! Un bacio <3
(Recensione modificata il 31/07/2020 - 11:37 am)

Recensore Master
31/07/20, ore 02:04

Ciao Francy ^^

Dunque, la storia è particolare, nel senso appunto che è innovativa per te, ma io non ho alcuna preferenza, amo in entrambi i modi storie totalmente introspettive oppure in parte dialogate.
Ciò che fa la differenza dipende dagli autori che scrivono la storia e la profondità con cui si affronta un personaggio. Per me questa flashfic è davvero preziosa nel fandom e ti ringrazio per aver scelto di affrontare proprio lui per l'iniziativa, hai contribuito a mostrare lati di Ron che purtroppo ai più sfuggono.
Per me che invece amo da sempre questo personaggio, ha infuso i brividi rivivere il suo percorso di crescita e di maturazione psicologica. Vedere in lui un soldato che combatte per una causa è opportuno. Lui combatte per un amico, combatte perché è diretto discendente di una famiglia di guerrieri, combatte perché il mondo che l'Oscurità proietta davanti a lui non è in linea con il suo cuore. Hai accostato meravigliosamente la figura del soldato a Ron in ogni situazione che lui ha vissuto.
Ron spicca dal primo capitolo della saga, emerge per ciò che è realmente (è per questo che non riesco a capacitarmi per quale ragione venga svalutato) e ti dirò, quella partita a scacchi è stata l'azione eroica che mi è entrata più nel cuore, il suo spirito da vero Grifondoro e amico è emerso tutto. Tu hai riportato egregiamente il suo senso del sacrificio.
Si fida di Harry, ha imparato con il tempo a farlo. Sarebbe inverosimile il contrario, ma alla fine, nell'anno che citi, non ha indugiato, ha accettato insegnamenti da Harry e ha affrontato al suo fianco la sua prima battaglia sul campo.
Dico sempre Ron è il personaggio più umano che la Rowling potesse creare, ciò presuppone fragilità. L'inadeguatezza è sicuramente una caratteristica di Ron; il paragone con Harry lo ha spesse volte reso più emotivo del necessario.
Mi piace molto anche questo rimarcare che Ron si senta sempre un passo indietro ad Harry; è esattamente lui, tu stai riportando la sua psiche in ogni risvolto. Non si arrende però, è dopotutto coraggioso e sa che essere un passo indietro rispetto ad un eroe lo rende anche un sostegno importante, appunto "un braccio destro" su cui poter contare.
L'orrore della battaglia finale e la perdita di Fred oscurano uno dei momenti più significativi della vita di Ron e di Hermione; il dolore accende nel ragazzo la rivalsa.
Non posso negare che la speranza abbia preso un posto speciale nel mio cuore, tu proietti una coppia che mi ha sempre fatto emozionare in un futuro felice e a lungo agognato; Hermione è colei che ricorda a Ron che la sua vita non è solo una lotta, essa deve riscoprire un po' di pace grazie all'amore che condividono.

Scusami, mi sono dilungata, mi è venuto spontaneo cogliere l'occasione di questa flash per parlare un po' di lui, so che con te posso farlo, condividiamo la stessa stima per il personaggio. Posso solo che ringraziarti per questa perla e rassicurarti sul fatto che te la sia cavata davvero alla grande ❤.

A presto!
Un abbraccio grande
-Vale

Recensore Veterano
31/07/20, ore 00:41

A me è piaciuta.. e ti dirò.. solitamente le fic senza dialoghi mi annoiano da matti..
Questa invece no.
Brava

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