Duuunque, eccomi qua, con le idee ancora confuse ma la consapevolezza che tanto non ne verrò mai a capo.
La mia primissima ipotesi, leggendo questa storia, è stata Merope/Tom, dal punto di vista di Tom: sappiamo che lui è stato imbrogliato con un filtro d’amore, quindi ho immaginato che questa drabble si collocasse in uno dei pochissimi momenti di lucidità, quando l’effetto del filtro svanisce e Merope è in procinto di somministrargliene un altro. Mi ero focalizzata soprattutto sul concetto di libertà – libertà che Merope gli nega –, sulle dita ruvide (Merope è stata ridotta quasi ad una schiava dalla sua famiglia, ad una “lavoratrice”) e sul verbo “ingoiare”, immaginando le suppliche andassero giù con un altro filtro.
Poi, però, c’erano altri dettagli che proprio non riuscivo ad incastrare nel quadro, quindi ho rimesso tutto in discussione. Adesso, sono contrata sull’Helena/Barone e ti farà ridere sapere come ci sono arrivata!
Nella descrizione delle storia citi una certa GinervaCorvino, dove quel “Corvino”, mi ha portata a pensare a Corvonero e, dunque, a Priscilla. Poi, tra quello e “catene”, ho avuto una sorta di rivelazione divina.
La Merope/Tom mi desta ancora qualche sospetto, però con l’Helena/Barone i dettagli si incastrano molto meglio: la brama che si trasforma in furia dopo il suo rifiuto, ad esempio, o il bagliore del pugnale che stringe tra le mani. L’orgoglio negli occhi di Helena è, forse, per non aver ceduto, per aver scelto la libertà – una libertà per cui è stata ingiustamente punita (da qui vedo un richiamo alle “catene” del titolo, anche se queste riesco a ricollegarle meglio al Barone!).
È una coppia di cui non ho MAI letto, quindi sinceramente penso che senza quella GinevraCorvino non ci sarei mai arrivata! E sono loro la mia risposta definitiva – sono curiosissima di sapere se io ci abbia preso o meno!
Ti faccio i miei complimenti per questa drabble che, oltre ad avermi fatta scervellare, mi è piaciuta moltissimo!
Un abbraccio❤️ |