Ciao, sono Alex, piacere di conoscerti!
Mi sono avventurata nella sezione delle originali romantiche, cosa che faccio raramente, nella speranza di trovare qualcosa di veramente adorabile, ma non mi sarei immaginata di trovare tutto questo in un’esplicita rossa, un genere di cui non vado particolarmente pazza.
Cominciamo dall’inizio. Non sono mai andata matta per le storie scritte in prima persona, e ancor di meno per quelle scritte in seconda persona, per cui quando sono arrivata al secondo capitolo ero lì lì per droppare la storia e passare oltre. Per fortuna non l’ho fatto!
Scrivi in modo semplice e diretto, al punto che, dopo la prima perplessità, non è stato un problema seguirti con fiducia – sei semplice, ma non sei banale, e questo è un bel punto a tuo favore.
L’istinto mi ha subito portata dalla parte di Sammy, sin dai primi passi della scommessa: per nessun’altra ragione che il suo personaggio somiglia di più a me, mi ci ritrovo di più. Ho visto, nel suo particolare impegno nel corteggiare Charlotte, qualcosa che mi appartiene e mi intenerisce; soprattutto perché al secondo appuntamento, quello al cat cafè, è stato particolarmente chiaro che la fiera Sam fosse molto più presa di Katheryn dagli appuntamenti, se non altro per tutte quelle osservazioni ripetute su quando trovasse Charlie adorabile e tenera: è interessante ciò che Kate pensa di lei, cioè quando afferma che Sammy crede di essere come lei, un animaletto dedito solo al sesso senza sentimenti, ma in realtà sa che lei ha bisogno di un coinvolgimento emotivo vero, di prendersi cura di qualcuno “a 360°”. È una cucciolotta che si traveste da tigre. Che è tantomeno curioso, perché a parte nel primo capitolo, in realtà non la vediamo mai andare a letto con ragazze random come invece fa Kate ogni tre per due: forse ha sempre cercato l’amore, da qualche parte sotterrato nelle sue avventure occasionali. Vederla innamorarsi di Charlotte è stata pura goduria: ho iniziato a tifare per loro da quasi subito, e vedere che anche Kate me l’appoggiava mi ha reso subito certa che sarebbe stato proprio così. Ho amato come le hai trattate, ho amato vedere Sammy, di lunghissima esperienza coi corpi femminili, tutta nervosa mentre si frequentava con questa ragazza che non assomiglia assolutamente a nessun’altra che abbia mai sedotto, e per tal ragione si ritrova tutta impacciata e in preda a sensazioni e pensieri mai avuti. Il modo in cui desidera proteggerla, amarla, farla felice, è commovente: tutto questo fino al capitolo in cui lei si ritira dal “fare l’amore con lei”, e io da una parte pensavo “cavolo, per rinunciare deve amarla davvero” e dall’altra ovviamente riflettevo “stai facendo una cosa stupida, te ne pentirai”. E poi i bigliettini, il cedere il passo, le candele, tutte quelle cose così demodé e maledettamente romantiche che io amo… Sammy oh Sammy, Sammy che si strugge d’amore per una ragazzetta che avrebbe dovuto solo “usare”. Sono rimasta affascinata, a ogni capitolo non vedevo l’ora di ritrovarla, alle prese col suo buffo corteggiamento. Se non si fosse capito, è il mio personaggio preferito.
Ma passiamo all’altra, scoppiettante, protagonista. Con Kate ho fatto molta più fatica all’inizio, perché non condivido i suoi modi di pensare e di fare. Ma mi ha sorpresa: non ho mai pensato per lei a una relazione stabile, non ce la vedevo, ma sapevo per certo che l’avresti condotta a letto con Amanda al secondo loro incontro – l’ho fiutato e sono felice come bambina di averci azzeccato. In seno a Sammy hai messo semplicemente il processo di innamorarsi e realizzarlo, in cui io mi ritrovo alla lettera, e sorprendentemente in seno a Kate hai messo qualcosa di altrettanto prezioso, ma meno scontato: la consapevolezza della sua identità. Il discorso che fa ad Amanda, quando le dice chi è lei davvero, contrapposto a chi gli altri pensano che sia, è stato… mi viene in mente solo un aggettivo inglese per definirlo… stunning. Non me l’aspettavo da lei, e ha affrontato cose molto serie e vere: non sono solo quello che faccio o che gli altri vedono che io faccio, ma sono molto di più: amo quello che studio, amo l’arte, amo cucinare, io sono quello che in fondo desidero, mi definisce più questo dell’essere una “troia”. Ed è molto bello, perché a quel punto è cambiato anche il mio sguardo su lei, anche io, lettrice esterna, la credevo solo “troia” e invece mi ha mostrato, mi hai mostrato, con una naturalezza disarmante, che Kate è molto di più, come lo è ciascuno di noi. Che anche lei ha, in fondo, il cuore al posto giusto.
Cercherò di non dilungarmi oltre, ancora. Charlotte non l’ho capita, non sempre, ogni volta che credevo di aver afferrato il personaggio, se ne uscita con frasi e azioni che non corrispondevano a quell’idea che mi ero fatta. Probabilmente è così che la volevi, probabilmente è lo stesso scarto che ha avvertito Sammy quando ha compreso che lei non è solo un coniglietto da proteggere, ma è anche una ragazza molto tenace, sebbene inesperta. L’ho apprezzata. Come ho apprezzato anche Amanda, che comunque è in fondo alla classifica dei quattro personaggi – povera lei. Non è risaltata particolarmente alla mia attenzione (forse anche perché ero troppo presa dall’idillio ottocentesco che vivevano Sam e Char), ma devo dire che anche lei, come la sua compare Kate, è riuscita a farmi passare dal fastidio all’apprezzamento nel giro di un paio di capitoli. Mi ha stupita molto che hai “spostato” la loro storia d’amore a dieci anni più tardi, con un epilogo: questo perché sono la solita stronza che si fida poco degli autori, e pensa che tutti scelgano la strada narrativamente più facile o scontata, e di questo mi sento quasi di chiederti scusa: quando a Kate hai fatto scegliere il sesso invece che Amanda, ho capito che invece hai deciso di scegliere la strada più audace e rischiosa, ma che rende la storia molto più interessante. Anche se non ci fosse stato l’epilogo, apprezzatissimo – soprattutto perché così so che le mie amate Sammy e Charlie stanno ancora insieme – sarei rimasta soddisfatta lo stesso.
In conclusione: davvero una bella storia, sono stata trascinata fino alla fine. Non ottima, perché forse sfruttare una terza persona avrebbe lasciato spazio a maggiore varietà e originalità nello stile, ma è stata comunque in grado di lasciarmi i personaggi nel cuore, che alla fine è l’unica cosa che davvero cerco, rovistando su Efp. Credo ci sia solo un errore, mi sa che nell’epilogo hai scritto il sostantivo “anno” con l’h, che suppongo sia stata una semplice svista.
Scusa se ho condensato 17 recensioni in una, ero così presa che non me la sentivo di recensirti ogni singolo capitolo… sono pigra e non ho scuse.
Grazie dell’avventura! Complimenti ancora,
Alex |