Non posso non ricordare i terribili periodi ciceroniani affrontati al liceo, tra subordinate e perifrastiche. Nel testo si sente l'avanzare inesorabile del tempo, una cascata inarrestabile di enjambement che portano a tante fini: la fine della vita, la fine di un'era, la fine della libertà, la fine delle istituzioni. Si percepisce un'immensa gravità sulle spalle di un piccolo manipolo di uomini. Davvero un testo molto bello, complimenti! |
Buongiorno, |
Francesco, poesia azzeccata per il personaggio da te descritto. |
Cicerone, ipocrita e incoerente! Ho sofferto sulle sue versioni al liceo, struggendomi di non poter leggere fluentemente tutte le Orazioni in lingua originale. Avrei voluto divorarle una dopo l'altra! Ho riso di lui per come lusingava Cesare o per come ha tremato di fronte alla folla durante l'actio del "Pro Milone". Irrimediabilmente codardo. Lo devo ringraziare peró, se non avessi assimilato il suo modo di argomentare i miei voti a scuola sarebbero stati vergognosamente bassi e non sarei così brava a zittire il mio interlocutore quando litigo! Sei sempre grande nel tuo poetare! A presto! Jean |
Anche questa volta caro Francesco ci trasporti in un tempo lontano parlandoci di un uomo illustre quale Cicerone, brillante politico grazie anche alla sua arte oratoria e alla sua eloqueza appresa studiando la filosofia e retorica. Da politico si fece notevoli nemici per le sue posizioni conservatrici, Cesare lo esiliò da Roma dopo la congiura organizzata da Catilina che egli come console soffocò nel sangue. Quando fu richiamato a Roma riprese la sua carriera di avvocato e di politico e strinse amicizia con Bruto avversando però apertamente Marco Antonio provocandone il risentimento e dopo la costituzione del triumvirato di cui faceva parte anche Ottaviano fu fatto uccidere da alcuni sicari. Ricordiamo Cicerone per la sua avversione forte esercitata contro qualsiasi altra forma di governo che non fosse la repubblica di cui era convinto assertore e che lui difese strenuamente affinché non si rafforzasse la convinzione che fosse meglio avere un uomo solo al comando della famosa res publica costituendone il perno politico. Lo ricordiamo anche per la sua ricerca della consolazione ai dolori che lo avevano colpito nelle sue opere attraverso la filosofia. Un uomo che ha creduto fino all’ultimo nella forma politica della repubblica romana che aveva visto andare lentamente in pezzi per il disimpegno politico degli uomini solo per ottenere più potere da concentrare nelle loro mani. Atro scritto per rispolverare una parte importante e basilare della nostra storia. Un affettuoso saluto. |