Come Pretty Cure ha il suo leggendario ottavo, questa fanfiction ha il suo leggendario sesto.
È dall’inizio di questa esperienza che sto cercando di prevedere cosa andrà storto, scherzosamente taccio Zachary delle peggio cose… e poi qualcosa storto è andato e mi sono dovuta prendere una pausa per metabolizzare quello che sentivo.
Ehilà! Ho sempre di più il parere che Mari sia il vero pov di questa storia: per spiegare la mia impressione, la prima metà della fic sembra ricalcare come lei cerchi semplicemente di girare il volto dalle questioni familiari e concentrarsi sulla propria vita – poi bam…! I genitori decidono di piazzarsi davanti alla sua faccia e non può più permettersi di ignorarli.
Il primo arco narrativo ha tenuto la famiglia in disparte, relegandola a comparsate, mentre si assestava la relazione tra le protagoniste. Il secondo arco ha inserito ben due elementi che mi stanno esaltando.
Il primo è la questione della non comunicazione in quella famiglia. Mari non cerca di parlare: chiude il dialogo con la madre, dicendo che la situazione non la riguarda. Tenta di fare la stessa cosa con il padre, ma questa volta è l’uomo che la disarma e la fa rimanere in silenzio.
La cosa più interessante è che questa abitudine pare infettare anche il rapporto con Kanan, visto che le avvisaglie dell’armageddon erano arrivate dalla sera prima ma non ne ha fatto parola finché non è stata costretta. E, seppur Kanan le ha fatto notare che era importante che si parlassero, a fine capitolo possiamo quasi intuire che ancora una volta Mari è rimasta in silenzio.
Tornando ai genitori, trovo che il dialogo con Pa’ sia stupendo. Potevi cartonizzarlo – sarebbe stato più facile dare ragioni stupide al suo antagonizzare la relazione e renderlo un cattivo irredimibile. Proprio perché ha parlato con un tocco di umanità, proprio perché mamma Ohara non è stata così insopportabile nel dialogo che hanno avuto le due in privato, penso che la scena sia molto più potente.
È più facile arrabbiarsi con loro e chiedere loro “perché non siete genitori migliori? Potete esserlo!” È evidente che quei tre hanno un legame – per quanto distorto sia – ed è per questo che le difficoltà relazionali suonano tanto più succose da leggere.
Non è scegli Kanan e tagliamo i ponti con te, è scegli Kanan e segui la via che desideri, ti appoggeremo ma non ti appoggeremo nel modo che pensavamo originariamente.
È interessante notare il parallelismo tra Kanan e la famiglia. Dove i coniugi Ohara chiedono a Mari di essere pronta a fare sacrifici per il proprio futuro, perché la sua vita non sarà facile andando avanti, Kanan sente che darebbe tutto per Mari.
Ed è una frase che fuori contesto sembra piena di quella tipica purezza e ingenuità di un giovane adulto, e fa tanto più male pensare che Mari, invece, ammette che da bambina avrebbe dato tutto per la amichetta Kanan, ma ora non sa se sacrificherebbe tutto per Kanan, la persona che ama.
E io non sto recensendo, sto straparlando. aaaaaa fml
Tutto questo per dire? Amo il gioco di parallelismi e contrasti di cui è denso questo capitolo, nella sua brevità è la coronazione dei problemi di comunicazione di quella famiglia, è il tanto atteso scoppio dei casini che aspettavo da mesi e mesi.
Chi la sente Dia, quando partiranno i mal d’amore di Mari? Quella ragazza ha appena pianto la fine delle sue sofferenze e bam – ecco che ne appaiono altre. Oh, dolce ironia. Se l’hai fatto apposta a far partire il capitolo così, posso solo applaudire a te!
Ottimo lavoro, capitolo epico. Son soddisfattissima.
See ya!
_Alcor |