Mia carissima shilyss, quanto mi eravate mancate tu e le tue storie? Tanto, troppo, vergognosamente. Mi servirebbero almeno quindici copie di me stessa per poter recuperare tutte le letture che vorrei fare sul tuo profilo (quella fable!AU su Amore e Psiche mi stava chiamando veramente troppo, ma troppo davvero), ma purtroppo posso leggermi solo un capitolo alla volta, quindi ho visto che avevi aggiornato Scintille (sono rimasta indietro di ben due aggiornamenti, sacrilegio), quindi alla fine mi sono buttata sulla mia storia preferita tra le tue.
Bando alle ciance: qui torna l'alternanza tra passato e presente, dove vengono indagati due episodi essenziali non solo per la prosecuzione della trama, ma anche per l'indagine del rapporto tra Sigyn e Loki e la sua evoluzione nel corso del tempo.
In un certo senso, i due momenti si riprendono e hanno delle somiglianze, pur nelle loro diversità: in entrambi, infatti, si tratta il tema della perdita, seppur con due accezioni differenti. Nel caso del passato, infatti, la perdita non è certa ed è più che altro ignoranza (nel senso letterale di non sapere) circa le sorti di Loki, di cosa gli sia successo, ed è qui che subentra le preoccupazione, la paura che lui non tornerà più, che potrebbe essere morto, aver subito chissà che terribile sorte. C'è attesa, in Sigyn, in quest'assenza di Loki che si fa sentire pesantemente. Un'attesa che è sofferenza, a cui si aggiunge il tumulto interiore dovuto a ciò che è accaduto tra lei e Loki poco tempo prima: quel bacio che ha esplicitamente sancito la loro condanna, che ha reso irrimediabilmente impura Sigyn, maledicendo entrambi, anche se Sigyn, nei suoi pensieri, impura lo era già da tempo, come essa stessa ammette: inizialmente tenta d'incolpare Loki, si dice che sia stato lui a sporcare la sua mente e il suo cuore con quel bacio audace e sfacciato, ma sa bene che in realtà impura lo era diventata già da prima. Quel bacio ha solamente portato alla luce sentimenti che entrambi tentavano di seppellire e di reprimere da tempo, ha portato a conoscenza dell'amore dell'uno per l'altra, ma non ha creato nulla che non ci fosse già. Ha solo sancito la lenta discesa dei due verso l'oscurità.
Struggente Sigyn che aspetta Loki, che tenta di cogliere qualche informazione da Thor, dal suo atteggiamento e dalle sue risposte, dal modo in cui lui si rapporta con lei, come se condividessero un segreto. Un segreto che è Loki, ciò che sta facendo.
Ora, interessantissimo per tanti aspetti il ritorno di Loki dalla sua presunta prigionia. Punto primo: Loki non racconta nei particolari la sua impresa, non si perde nel dettagliare e ingigantire ciò che gli è accaduto, l'ammanta di mistero, lo tace e lo ricopre di bugie. Di chi sia stato prigioniero non si sa, ma si potrebbe immaginarlo e intuirlo (e qui sono partite le congetture), soprattutto per il dettaglio che Loki si sveglia nella notte, di soprassalto. Ha iniziato ad avere gli incubi. Punto secondo: la ferita al labbro. Forse sono io che mi faccio mille costruzioni anche dove non ce ne sono, ma l'aver insistito molto su di essa, nel corso del capitolo, su quanto faccia male, su quanto abbia indispettito Loki il fatto che ne sarebbe rimasta una cicatrice, mi ha fatto pensare che abbia una sua importanza, che sia una ferita in qualche modo "anomala", che non è stata inferta di un essere "normale". Una ferita fisica, che è specchio della ferita interiore di Loki, quella di cui neppure Sigyn si accorge, all'inizio. Eppure lui è tornato cambiato, una scintilla malevola si è instillata in lui, qualcosa di insondabile e diverso e incomprensibile, la cui natura è ancora un mistero. Che sia questo ad aver fomentato il suo lato oscuro, anche con le vicende che concernono la sua famiglia?
In concomitanza, prosegue il rapporto di avvicinamento e allontanamento tra Loki e Sigyn, quell'osservarsi da lontano, quel darsi velatamente appuntamento, quello studiarsi, desiderandosi ma tentando di resistere agl'impulsi. E quel qualcosa che è cambiato tra loro due, che Loki si è riportato dal suo viaggio, insieme a quella pergamena ripiegata in quattro, dove è contenuta la risposta - che noi sappiamo essere stata fallimentare - per liberare Sigyn.
Nel presente, invece, la dipartita di Loki sembra essere definitiva. È morto, e questo significa che se n'è andato e questa volta non tornerà. Passano gli anni e la sua assenza persiste. Meraviglioso il modo in cui Sigyn affronta il lutto, prigioniera delle tenebre che le hanno preso lo sguardo e dei ricordi, che cerca d'imprimersi nella mente e di non lasciar scivolare via. Il modo in cui richiama dettagli di Loki per tenerli con sé, come una luce in quelle tenebre, è intensissimo e doloroso al contempo. Il suo è un cordoglio silenzioso, che consuma con la dignità con cui abbiamo imparato e conoscerla e che conserva, fierissima, anche quando i predoni assaltano il tempio. Sembra quasi che sia lei a fare un favore a loro, a concedergli di farla prigioniera e condurla via. Non ha perso la sua regalità, nulla del suo carattere risoluto.
E, tra parentesi, ma neanche tanto, quanto ho gognolato alla morte di Kalfr: i predoni mi sono divenuti subito simpaticissimi (oltre ad averli trovati estremamente realistici nella loro semplicità fatta di superstizione).
Viaggiamo con lei in compagnia di questi misteriosi uomini, e percepiamo ciò che accade come lo percepisce lei, ovvero in un mondo di tenebra, dove tutto è confuso e relativo e indefinito. E questo rende la sua situazione ancora più struggente e soffocante. E poi ci sono quelle dita che la sfiorano, e quella voce che detta ordini, di cui lei non riesce a cogliere nulla, né il timbro né l'inflessione. Per me, è Loki. Ecco, l'ho detto.
E tu, crudelissima, che ci lasci con questi cliffhanger sia nel flashback che nel presente, adesso io sono qui che mi mangio le mani, con mille domande e troppa curiosità di proseguire.
Carissima, ho divorato avidamente questo capitolo. Tornare a leggerti è sempre un piacere immenso. Tu e le tue storie siete meravigliose e non mi stancherò mai di ripetertelo. Un abbraccio, alla prossima ♥ |