Recensioni per
Un Buco Nell'Anima
di Relie Diadamat
Ancora Ella, ancora la struttura simmetrica che ci fa dare uno sguardo agli stati d’animo di John ed a quelli di Sh. Stesso vuoto, stessa solitudine. Ovviamente per il consulting non c’è la disperata ineluttabilità della morte ma la mancanza del suo “conduttore di luce”, che, per lui, è equiparabile ad un lutto importante. E questo senso di soffocante “mancanza”, lo scrivo tra virgolette perché desidero dargli una connotazione il più intensa possibile, lo esprimi efficacemente con un’accurata scelta lessicale (“...noia...angoscia...solitudine...strisciavano...” ecc...). |
Ciao, aspettavo questo aggiornamento tanto che mi sono messa a leggere il prima possibile. Proseguiamo lungo quella strada che hai intrapreso fin dal primo capitolo ovvero quella di Sherlock e John separati dal piano diabolico di Moriarty, che io credo in buona parte abbia funzionato, e che sono costretti a vivere in una situazione molto più che dolorosa. E se da un lato abbiamo Sherlock che, a Vienna (mi piace molto la scelta delle città, Vienna è suggestiva a mio avviso), conclude il proprio lavoro in quella città, dichiarando alla fine che Vienna è pulita, dall'altra parte c'è John che sprofonda sempre di più nell'abisso. Siamo lontani da una via d'uscita, questo è perfettamente evidente non soltanto dallo stato emotivo di entrambi, ma dal fatto che tutto questo è appena iniziato. John, dal canto proprio, non è ancora riuscito ad accettare la morte di Sherlock. La seduta dalla psicologa che qui ci descrivi in un modo che ci fa capire che non gli sono d'aiuto e che ci va probabilmente più per buon senso che perché creda davvero possa funzionare, lo portano invece molto più giù di quanto non ci si aspetterebbe. Ma come si è detto Sherlock non era solo un amico, era il centro del mondo di John in un modo molto più profondo di quanto John stesso non abbia analizzato e quindi ora il suo dolore non è solo quello per la perdita di un amico o di un collega, ma quella di una persona che ha perso tutto. Prima c'era la guerra e poi, per lui, è finita e allora è tornato a Londra dove si è rifatto una vita e dopo poco più di un anno, quella vita gli è stata strappata via e ora John ha perso la bussola. Deve accettare di dover vivere tutta la propria vita senza Sherlock e non sa cosa fare, perché nel bene o nel male e nonostante i tanti difetti di Sherlock, lui era la persona attorno a cui gravitavano tutte le sue giornate e quindi il lavoro, la vita di tutti i giorni... questa mancanza pesa davvero moltissimo, tanto che le sedute dalla psicologa non sembrano davvero efficaci. Al contrario i consigli di Ella di scrivere quello che prova, di tirare fuori qualcosa cadono a vuoto esattamente come cadevano a vuoto prima che John incontrasse Sherlock. è triste a dirsi, ma è come un cerchio che si chiude. Niente succedeva nella sua vita prima di Sherlock e niente succede nella sua vita, ora. |