9° classificata al contest "Titoli a Catena", vincitrice del premio speciale per la “Storia più originale”
Grammatica: 8,51/10
Benché mi sia saltata all'occhio qualche svista e qualche errore, risulta comunque chiaro l'impegno e soprattutto la passione che hai impiegato nello scrivere questa bellissima storia.
Di seguito ti riporto ciò che ho notato:
- «Sr Salazar, aspetti! Dove state andando a quest’ora della notte?» → Sir – sicuramente un refuso; ho anche pensato si trattasse di un'abbreviazione, ma l'unica abbreviazione che ho trovato è “Sr.” in merito alla parola senior (-0,01 pt). Nella stessa frase è inoltre presente una discordanza: Tosca dà del voi a Salazar (come Salazar specifica subito dopo: «Non darmi del voi, Tosca, siamo intimi mi pare.»), eppure inizialmente si rivolge a lui dandogli del lei («[...] aspetti! […]») (-0,10 pt).
- Lui in risposta la baciò con un impeto quasi inopportuno, il gelido di quella notte si trasformò in calore violento → presumo volessi intendere “gelo”, in quanto “gelido” è un aggettivo e non un sostantivo (-0,05 pt).
- Non sapeva ancora che quella cianfrusaglia arrugginita sarebbe stato veicolo di domande → sarebbe stata – fa riferimento alla cianfrusaglia, quindi a un sostantivo femminile singolare, ma presumo sia stata una svista (-0,01 pt).
- Era dai tempi di Hogwarts che un libro […] non la prendeva talmente tanto […]. Lo sfogliava a colazione, prima di dormire, tra una pausa e l’altra da lavoro […] → dal – immagino sia un refuso (-0,01 pt).
- Quando si erano lasciati, Ron era diventato color della moquete […] → moquette – si scrive con doppia -t (-0,05 pt).
- Fred e Asteria ridevano felici in un fotogramma dimenticato, appoggiati l’uno all’altro […] → “l'uno all'altra” – sarebbe stato opportuno scrivere il secondo pronome reciproco con la flessione femminile nell'ordine in cui compaiono i soggetti: prima il maschile, Fred (l'uno) e poi il femminile, Asteria (l'altra) (-0,05 pt).
- «Ehm si, mi domandavo come stessi.» → l'avverbio di affermazione “sì” si scrive con l'accento grave posto sulla vocale -i (-0,10 pt).
- «E qual è il punto? Di Silente e Grindelwald lo sapevano […] → sapevamo – refuso (-0,01 pt).
- Hermione si trovò a pensare che come collega, non sarebbe affatto male → non sarebbe stato (-0,05 pt).
- «Allora saprai anche che l’ho avvisata per accertarmi che lei fosse a conoscenza dell’esistenza di un oggetto magico potenzialmente pericoloso, che riporta fatti estremamente personali sulla sua vita e quindi, indirettamente, anche della tua.» → dal momento che l'oggetto magico in questione riporta fatti personali sulla vita di Asteria, riporta indirettamente fatti personali anche sulla vita di Draco. Entrambe le forme sono corrette, ma non si equivalgono; discorso diverso sarebbe stato se avessi scritto: «Allora saprai anche che l’ho avvisata per accertarmi che lei fosse a conoscenza dell’esistenza di un oggetto magico potenzialmente pericoloso, che riporta fatti estremamente personali della sua vita e quindi, indirettamente, anche della tua.» (-0,05 pt).
Per quanto riguarda la punteggiatura, invece, per la maggior parte è stata inserita in maniera impeccabile, volta a creare le giuste pause. Non ho trovato periodi eccessivamente lunghi, anzi!, hai calibrato l'interpunzione in modo da non affaticare il lettore; ci sono stati dei punti però, disseminati un po' in tutti e due i capitoli, in cui l'ho trovata a tratti mancante e a tratti mal inserita. Ti consiglio quindi di ridare un'occhiata (-1 pt).
Stile e Lessico: 7,80/10
Trattandosi di una minilong, ho apprezzato lo stile che hai deciso di adottare per questa storia: né troppo astruso – cosa che avrebbe potuto rendere pesante la lettura – ma nemmeno estremamente semplice. L'ho trovato invece calibrato, ben dosato e ben articolato, contornato da parole adatte alle varie situazioni, ai vari sentimenti vissuti. A tratti ti sei mantenuta, preferendo non “appesantire” il testo lì dove non era necessario, per poi rifarti con costruzioni lessicali maggiormente elevate quando invece la narrazione lo richiedeva. Brava!
Per quanto riguarda le citazioni, solitamente non le trovo di mio gusto poiché credo che richiami così lunghi vadano a spezzare la continuità della trama. Erano sicuramente azzeccate, su questo non ci piove; ma, se nel primo capitolo quell'unica citazione non mi ha disturbata più di tanto, ciò non è accaduto nel secondo, in cui mi sono molto poco piaciute.
Andando avanti, vorrei farti notare alcune cose.
Riporto di seguito un pezzo:
Forse non lo sapeva – era l’unica soluzione plausibile nella mente ingarbugliata di Hermione, perché Draco non avrebbe mai accettato di arrivare secondo nel cuore di qualcuno.
Doveva saperlo – era l’unico pensiero che la tormentava da quella mattina.
Non capisco come mai tu non abbia posto tra virgolette alte il pensiero di Hermione, esattamente come hai fatto in altri casi (→ “Entrambi nella stessa Casa, negli stessi anni! Diamine, come non ci ho pensato prima?”), preferendo invece scriverlo in corsivo. Ho capito che l'intento era quello di evidenziare e distaccare in qualche modo tali riflessioni dal resto del testo, ma è palese si tratti di pensieri della protagonista, come tu stessa scrivi (“[…] era l’unico pensiero che la tormentava da quella mattina”) (-0,10 pt).
Un discorso simile riguarda questa frase:
Quando lui, con la sua valigetta alla mano e la sua tunica perfettamente in ordine, le passò davanti e la salutò con un atono “Granger”[...].
Anche qui non capisco come mai tu abbia posto tra virgolette alte una parola che, chiaramente, viene pronunciata in un discorso diretto e che quindi avrebbe richiesto le virgolette basse (-0,10 pt).
Sono scelte che mi hanno lasciata un po' perplessa.
Un'altra cosa che non ho ben capito è perché chiami cianfrusaglia arrugginita il libro, quando all'inizio lo descrivi come “[...] un quaderno sgualcito, dalla rilegatura nera scorticata […]”, non facendo riferimento ad alcun elemento capace di arrugginire. Non riesco ad affibbiare all'aggettivo neanche un senso figurato, il quale eventualmente andrebbe a richiamare l'inefficienza dell'oggetto in questione, ma mi sembra che – benché sgualcito – il libro funzioni come deve: (in riferimento ai nomi di Hermione e Draco) dapprima “Arrivata a casa e dopo una doccia per schiarirsi le idee, riprese in mano quel libricino sgualcito che stava fin troppo in alto nella lista dei suoi pensieri. […] Chiuse gli occhi e alla cieca premette l’indice sulla facciata. Nulla – nessuna immagine, nessun frammento, nessuno spezzone futuro” e ancora “«No, ci sono solo due nomi, che se ne stanno lì sulla carta. Se li tocchi non si vede niente, neanche un’immagine o un ricordo assopito. Perché è un libro sugli amori perduti e da quel che ricordo non ci siamo mai amati, Malfoy.»”; successivamente però: “ Draco seppe che, a quel punto, non stava più mentendo. […] Non seppe come, non seppe perché, si avventò sulle labbra di lei e non le diede tempo di ponderare, di decidere se fosse giusto o sbagliato. Si staccarono per prendere fiato e poi si rituffarono verso quei lidi sconosciuti, pericolosi perché ignoti. Il tempo sfuggì loro dalle mani e si ritrovarono accaldati e confusi uno addosso all’altra. «Tocca adesso quei nomi, Hermione.»”.
Ciò che più mi preme portare alla tua attenzione, riguarda alcune ripetizioni (-2 pt). Trattandosi di un testo lungo, mi rendo conto che variare risulti abbastanza difficile, eppure se avessi adoperato dei sinonimi sarebbe stato meglio:
- Indugiò un po’ prima di immergersi in quella pagina, un po’ perché non riusciva a metabolizzare che quella donna e quell’uomo potessero essersi amati, e un po’ perché aveva conosciuto Alastor, l’aveva rispettato, l’aveva pianto: avvicinarsi così al suo cuore e alla sua sfera romantica le sembrava un’invasione oltraggiosa.
Ma lasciò vincere la curiosità e, con un flebile tocco, venne inglobata in un altro universo.
La gamba di legno di Alastor Moody risuonava un po' troppo a contatto con il pavimento dell'infermeria […] → se il secondo e il terzo “un po'” ci stanno appieno, con il primo e il quarto avresti potuto diversificare.
- Quello scambio di battute fece ridere l’ex Auror, quasi sollevato dal sapere che quello non era cambiato: la donna, per quanto sconvolta, era ancora in grado di parlare e – con il suo solito modo di fare – ricoprirlo di insulti.
Hermione riemerse da quella visione ancora più interdetta di prima: quello era amore?
- Evitò attentamente di soffermarsi su quello sguardo e prese a spiegare quello che sapeva → qui, per esempio, avresti potuto scrivere: “Evitò attentamente di soffermarsi su quello sguardo e prese a spiegare ciò che sapeva”.
Queste sono solo alcune delle iterazioni che ho notato. Non si tratta tanto di sostantivi quanto di pronomi e preposizioni. Ripeto ciò che ho detto prima, e cioè che è difficile giostrarsi al meglio quando si ha a che fare con testi così lunghi. Ti consiglio quindi di rileggere tutto con calma e trovare, lì dov'è possibile, delle forme differenti che non alterino il significato dello scritto ma differenzino le forme.
Infine, per quanto non sia un errore poiché entrambe le forme sono corrette, vorrei farti notare che hai scritto dapprima “the” e poi “tè”. Si tratta meramente di una questione estetica.
Attinenza al titolo: 3/5
Qui mi trovo costretta, purtroppo, a non assegnare punteggio pieno in quanto qualcosa mi ha lasciata un po' disorientata, non convincendomi al cento percento.
Quando parli di ritagli di tempo, ti riferisci alle scene che raccontano di questi amori perduti. Ecco, se per esempio avessi parlato di frammenti di tempo, le cose mi sarebbero quadrate di più dato che il frammento è una parte, un pezzo di qualcosa – e, in questo caso, si sarebbe trattato di pezzi di tempo appartenuti agli sfortunati amanti presenti nel libro. Il ritaglio, invece, è la parte che si toglie via, che avanza; anche in senso figurato, si parla di ritagli di tempo quando – appunto – avanza del tempo da quella che è l'occupazione principale che si sta svolgendo. Eppure, da ciò ho capito, gli amori presenti nel libro non sono stati affatto dei ritagli, ossia degli amori vissuti nei momenti in cui avanzava un po' di tempo: si è trattato sì di sentimenti sfortunati, non destinati a essere, ma non di relazioni che hanno avuto luogo giusto perché in quel momento non si aveva null'altro da fare.
Quindi, ecco, col rischio di apparire rompiscatole ma sono sincera nell'esporti il mio parere, soprattutto dal momento che nella griglia di valutazione esiste un parametro apposito in merito.
Soffermandomi a riflettere, questo è quello che non mi è ben quadrato, ma al contempo non posso di certo dire che il titolo non c'azzecchi completamente nulla con la storia.
Originalità: 5/5 + premio speciale per la “Storia più Originale”
Circa questo parametro, la tua trama è stata quella che mi ha colpita maggiormente e non poteva non aggiudicarsi il premio speciale!
Non ho la più pallida idea di come ti sia venuto in mente di dar vita a un libro che racchiudesse questi amori perduti e che, addirittura, ne mostrasse delle scene; so solo che sono grata per l'inventiva che hai avuto e per la scelta di partecipare a questo contest perché, credimi, la storia mi è piaciuta da matti.
Trattandosi di una dramione, poi, è stato assolutamente geniale creare un espediente che permettesse di narrare dell'amore di due (e più) personaggi agli antipodi senza per questo cadere nell'OOC. Lascia che, da amante del canon, ti ribadisca quanto abbia apprezzato tale escamotage!
Gradimento personale: 9/10
Questa storia, se non si fosse capito, l'ho apprezzata davvero molto per l'originalità della trama e per il modo in cui hai deciso di strutturarla. È stata un agglomerato di emozioni, un crescendo che alla fine è terminato nell'unico modo in cui (non mi stancherò mai di ripeterlo) una dramione può – secondo il mio personale parere – finire. Generalmente non amo le storie romantiche, a meno che queste non abbiano un epilogo drammatico, e il tuo è stato favolosamente malinconico e triste. Mi sono completamente immersa nella lettura, risucchiata da questo magico libricino; ho provato la stessa curiosità di Hermione, desiderosa di scoprire quanto più possibile degli sfortunati amanti abitanti il libro (e, anzi!, mi sarebbe piaciuto leggere di molte più scene inerenti tanti altri personaggi) e trovo che tu sia riuscita a mantenere – in linea generale – un alto livello di IC.
Ciononostante, ci sono due cose che voglio farti notare al riguardo: la prima riguarda il modo in cui Hermione si è rivolta ad Asteria nella lettera che le ha scritto, la seconda riguarda un certo comportamento.
In merito al primo punto, se non mi è sembrato strano che Tosca desse del voi a Salazar (erano altri tempi, c'erano altre usanze), mi è invece parso inconsueto che Hermione non desse del lei ad Asteria. È questo, a mio parere, un modo di fare distante da Hermione, sia per gli anni in cui si svolge la storia e sia perché la Granger non ha mai usato dare del voi a nessuno – né nei libri e nemmeno nei film. A ogni modo non si tratta di un errore, solamente di una mia opinione soggettiva.
Per quanto concerne il secondo punto, vorrei parlarti del comportamento adottato da Hermione quando, andando in bagno, non ha portato il libro con sé ma l'ha lasciato sul tavolo a disposizione di Draco. Questa è l'unica pecca OOC che ho trovato nella storia: conoscendo l'indole di Draco, Hermione non avrebbe mai lasciato che Malfoy potesse venire a conoscenza di una verità che persino lei faticava ad accettare. Al tempo stesso mi rendo conto di come le cose dovessero procedere per fare in modo che andassero così come sono andate, eppure non riesco proprio a vedercela Hermione che commette uno sbaglio del genere...
Tolto questo elemento, ho trovato tutto il resto molto IC: l'ossessione di Hermione per la storia tra Fred e Asteria, le poche frasi pronunciate da Fred (assolutamente in linea con personaggio!), la decisione della Granger di scrivere ad Asteria (ficcando il naso in faccende che non la riguardavano), la sua strana preoccupazione per Malfoy; e ancora il comportamento di Draco, il modo in cui hai delineato i suoi cambiamenti dalla guerra, alcune frasi da lui pronunciate e il motivo per cui ha deciso di porre fine a quell'amore non destinato a essere, dichiarandosi vigliacco.
Tutto bellissimo, davvero!
L'ultima cosa che vorrei dirti (e che mi ha un po' disturbata) riguarda il modo in cui usi la punteggiatura all'interno del discorso diretto. Tengo a sottolineare che non si tratta di un errore, anche perché mi sono documentata e non ho trovato informazioni appurate; si tratta solo di una questione estetica, di un diverso modo di concepire l'interpunzione nei dialoghi, motivo per il quale te ne parlo qui: tolti il punto interrogativo e quello esclamativo che assolutamente rientrano all'interno delle virgolette, tu poni al loro interno anche il punto fermo, mentre io lo preferisco (sia stilisticamente che esteticamente parlando) all'infuori. Ma, ribadisco, non si tratta di un errore, riguarda solo un mio personale parere.
→ Il nome della Grengrass ha subito un errore di trascrizione dal Time Magazine, il quale lo riportò come Astoria, sebbene nell'albero genealogico mostrato nel sito della Rowling compaia come Asteria. Il nome dato dal Time è poi diventato d'uso comune, ma, per quanto mi riguarda, entrambe le versioni sono corrette.
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