Ciao Cius,
storie allegre ne abbiamo?
Scherzi a parte, questa, per quanto mi riguarda, è una delle recensioni più difficili da scrivere/lasciare. Non pensare a nulla di male eh, il testo come sempre è scritto benissimo; riguarda, più che altro, la sfera dell’emotività. È una fanfiction molto forte dal punto di vista sentimentale, ma allo stesso tempo molto bella, anzi sublime. È difficile da commentare, perché quando ho visto i due protagonisti -oltre al titolo, che non faceva sperare in nulla felice - ho avuto il presagio che sarebbe andata a finire male, considerata anche brutta fine che fanno nella storia. Ed infatti è stato così, ma questo non leva nulla alla bellezza, alla poetica del tuo scritto, una perla di rara bellezza; un elaborato denso di emozioni, che non molto spesso si legge su questo sito.
Anche se non avessi scritto i loro nomi, si sarebbe perfettamente capito chi fossero i protagonisti della tua fan fiction. Hai descritto le loro emozioni, le loro inquietudini, ciò che pensano del rapporto che stanno vivendo, in un modo talmente vivido e fedele alla caratterizzazione dei personaggi, che era praticamente impossibile sbagliarsi. Anche uno come me, che non impazzisce per la saga del maghetto con gli occhiali alla John Lennon, li avrebbe riconosciuti istantaneamente.
Remus è vittima della sua maledizione, del suo convincersi che è sempre sbagliato, che la sua presenza possa soltanto provocare, alle persone che gli sono intorno, quelle che ama, sofferenza e dispiaceri. Il suo mondo è monocromo, una continua ed infinita sfumatura di nero, l’unico sprazzo di colore è dato dalla donna ch ama, ma a cui vuole rinunciare per paura.
Crede che l’unico modo per portare gioia e serenità a Ninfadora sia rifiutare il suo l’amore. Il suo corpo, la sua anima è cosparsa di spine, e si sa, le spine, quando le tocchi, provocano solo dolore. Ma ne siamo così sicuri? È sempre vero? I petali possono adagiarsi su quegli aculei senza rischiare di farsi male, senza rischiare di essere perforati, senza rischiare di essere irrimediabilmente rovinati, e questo Dora lo sa. Volteggia come un petalo intorno a Remus, attorno al suo dolore, si posa delicatamente sulla sua anime e le lenisce il suo dolore. All’apparenza può sembrare delicata, indifesa, ma non è così: è forte, è decisa, ma soprattutto ama Remus per ciò che è, lo ama così com’è, con tutti i suoi difetti, con tutte le sue problematiche, con tutti i suoi dubbi.
Nonostante l’animo di Remus sia pieno di spine, riesce a percepire l’amore che la donna gli sta donando. Amore, che li ha portati a creare qualcosa di unico, irripetibile ed insondabile, come la creazione di una nuova vita. E finalmente fa la cosa giusta, ritorna da lei, nonostante le sue paure, nonostante la guerra che sta per incombere su di loro, perché ora ha qualcosa di molto importante per cui combattere. Lottare, impegnarsi, contro il male non è solo più un dovere morale, ma è diventato qualcosa di molto più grande, c’è in gioco il futuro del loro bambino, il futuro dell’unione di una spina e di un petalo.
Remus sa che ci sono alte probabilità che non ritorni vivo da quella guerra, ma deve parteciparsi, deve lottare, per dare un futuro migliore a Dora e a suo figlio Teddy. Molti dei suoi amici sono caduti, vittime dei Mangiamorte, ma lui continua a lottare. Lo deve fare per la sua famiglia. Affinché continuino ad essere al sicuro. È alle corde, ma continua. Ma, Ninfadora, non è stata mia una donna a cui si può dire cosa fare. Sente che il suo amato è in pericolo e non esita a gettarsi nella lotta, nonostante Teddy. E vede il suo mondo andare in frantumi. Dolohov sta facendo a pezzi Remus, e non può che assistere impotente alla sua morte. È qualcosa di folle, di pazzesco, che le spacca l’anima e che, purtroppo, le fa abbassare la guardia. È solo un attimo, anche lei è vittima della maledizione. Paradossalmente, però, quell’anatema le consente di mantenere fede alla sua promessa di vita: loro due insieme, sempre.
Come sempre, ti ringrazio per la bellissima lettura che mi hai offerto. È stato un piacere.
A presto.
Mask.
P.s. Sempre più curioso di vederti all’opera con una originale! |