Recensioni per
Il mio corpo si è mosso da solo
di Flos Ignis

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/05/21, ore 21:26

16° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - IL MIO CORPO SI È MOSSO DA SOLO DI FIORE DI CENERE 

- Grammatica e stile: 7.6/10 
Il testo si presenta coerente dal punto di vista semantico e lessicale, sul piano grammaticale ci sono delle importanti imprecisioni a livello soprattutto verbale, ti capita di sfasare un po’ la sequenza della consecutio temporum passando dal passato al presente e poi ritornando nuovamente al passato. Oltre a questo, c’è la presenza di piccoli errori ortografici, che ti segno insieme a quelli più vistosi: 
[…] voce è risultato più aggressivo […] C’è stato un errore nella sequenzialità temporale dei verbi, essendo tutto al passato, anche lo stesso flashback che racconti, dovrebbe essere era risultato più aggressivo. -0.20 
[…] Non se ne pente (-0.20) quanto dovrebbe (-0.20) però in quel momento: è (-0.20) preoccupato per ciò che accadde al quarto successore di One For All, ha (-0.20) dei dubbi sulla vera natura di quel quirk e su quanto sia (-0.20) effettivamente sicuro utilizzarlo. Ci sono (-0.20) dei buchi neri nella storia della trasmissione del quirk, vuoti di memorie che non fanno (-0.20) predire un futuro roseo per i futuri utilizzatori. […] Qui l’intero paragrafo sarebbe da volgere tutto al passato per rispettare i tempi verbali che hai usato prima, ma anche dopo. -1.40 
[…] a storia di quell’uomo e della sua morte l’aveva preoccupato […] I soggetti di questa frase sono due – la storia di quell’uomo e (la storia) della sua morte –, perciò il verbo è da trasferire al plurale, quindi l’avevano preoccupato. -0.10 
[…] Il fuoco di padre e figlio combinato alle sue esplosioni ha riportato in parità la situazione, ma solo per poco tempo. […] Anche qui c’è un errore nella consecutio temporum, il passato prossimo andrebbe reso con il trapassato, avevano riportato. -0.20 
[…] che qualunque cosa avrebbe fatto quella verità non sarebbe mai cambiata. […] Qui c’è una svista, avrebbe fatto andrebbe sostituito con avesse fatto, col congiuntivo. -0.20 
[…] Katsuki ora era incazzato davvero […] L’avverbio ora viene impiegato in un contesto temporale presente, quindi sarebbe meglio sostituirlo con un in quell’istante, in quel momento. – 0.10 
[…] qual’era? […] La forma corretta è qual era, perché siamo in presenza di un’apocope, non di una elisione che necessita l’apostrofo. -0.10 
[…] qual’era la vera ragione […] Stesso errore di sopra. -0.10 

È un peccato per la parte grammaticale, perché dal punto di vista stilistico la storia si presenta bene e senza particolari sbavature, al contrario: sei stata molto coerente nella stesura delle varie sequenze, a partire da quella narrativa per giungere a quelle dialogate, mediante il mezzo del flashbak che, se non fosse stato per lo shift temporale, sarebbe stato sicuramente perfetto. 
In linea di massima l’utilizzo della punteggiatura risulta corretto e privo di errori, anche se, per quanto riguarda i dialoghi, potresti omettere il trattino finale, a meno che il testo non prosegua con una sequenza narrativa – anche se nella punteggiatura non è considerato errore lasciarlo, per cui va bene così. 
Buona anche l’impaginazione, che non affatica la lettura e la rende più scorrevole. 

- Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10 
Ho trovato Katsuki molto ben delineato, anche se sotto certi aspetti un filo OOC. Tuttavia, dato il contesto in cui l’hai inserito, si parla di un OOC fortemente giustificato: Shigaraki sta per fare una strage, Midoriya come sempre non capisce che la situazione sta degenerando e Katsuki invece lo capisce fin troppo bene. Per questo si mette in mezzo, per questo si ferisce. Bakugou, da questo punto di vista, lo farebbe, per questo non definirei il tuo personaggio stravolto, anzi, hai cercato di far emergere forse la parte un po’ più umana del nostro sclerotico bombarolo, l’atteggiamento di chi, per una volta, si lascia guidare solo dai sentimenti che nutre per quella persona. Che sia rispetto, amicizia o qualcosa di più, Katsuki arriva a comprendere da solo di come non voglia che Deku muoia, e questo è un aspetto che ho davvero apprezzato molto. Anche il suo non voler ammettere perché l’ha fatto risulta molto IC, non sarebbe stato da lui lasciarsi andare ad una confessione fuori contesto – perciò tutto sommato sono rimasta contenta di come l’hai caratterizzato. 
Sarebbe stato bello se avessi approfondito la dinamica fra loro due, magari puntando un po’ l’attenzione su Deku, che rimane appena accennato, ma la sequenza narrativa non ha permesso questo scambio introspettivo che avrebbe reso la storia, da questo punto di vista, davvero perfetta. 
Bakugou e Midoriya sono due personaggi fantastici, e quando sono insieme lo sono ancora di più. Questa storia fa valere le motivazione dell’uno e dell’altro, puntando l’occhio di bue sul primo a scapito del secondo, che tuttavia, per quel poco che è possibile vedere, appare in line con l’IC. 
Ottimo lavoro! 

- Utilizzo del cliché: 15/15 
Prendi me al suo posto è stato il cliché scelto, e devo dire che è stato rispettato in maniera puntualissima: Katsuki vede Deku in procinto di tirare le cuoia e, prima ancora che possa accorgersene, si ritrova a fargli da scudo – scena classica, un evergreen di questo cliché. Il fandom che hai impiegato si prestava benissimo a questa scena, che è stata davvero perfetta sotto ogni punto di vista. 
Anche la parte del coma, del risveglio e poi del riaddormentarsi è stata una sorta di accurata messinscena tipica di questo cliché, così come lo scioglimento finale e quella frase che tiene legato tutto assieme: […]In quel momento non avevo pensieri per la testa… Il mio corpo… si è mosso da solo.[…] Questa frase è la chiave di tutta la vicenda, una presa in prestito dalla biblioteca delle frasi di Deku, quasi come se Katsuki stesso capisse la profonda verità che si cela dietro una simile frase. Perché quando sei un eroe non hai tempo di perdere tempo, e questo lui lo comprende proprio nell’istante in cui Shigaraki sta per attaccare: non importante che possa morire, non importa che rischi di non aprire mai più gli occhi, perché Katsuki ha scelto di essere un eroe che salva le persone, e lì, pronto a morire, c’è proprio Izuku. 
Il non volere che l’amico d’infanzia muoia è una scena che un po’ tutte noi abbiamo sognato per questi due e tu l’hai resa una realtà. È stata toccante, emozionante e a tratti angst, in un miscuglio d’emozioni che il biondo non manifesta mai apertamente, ma che avverte più delle altre: il sacrificio, la dedizione, persino l’accettazione della morte sono tutte cose che rendono Bakugou un eroe, uno vero. 
In questo parametro, la storia ha meritato sicuramente moltissimo, brava! 

- Gradimento personale: 4/5 
La storia mi è piaciuta molto, inutile dire che Katsuki e Deku insieme per me sono meravigliosi, li shippo in tutti i modi possibili e immaginabili. Mi è dispiaciuto un po’ sottrarti un punteggio nella parte grammaticale, ma ahimé ho scelto sempre questi parametri per la correzione e non ho potuto farci granché. 
Questo racconto mi ha permesso di entrare nella testolina di quel bombarolo screanzato e pazzo, facendomi capire i suoi pensieri, comprendere il perché abbia scelto di fare ammenda per tutto ciò che ha fatto passare al suo amico d’infanzia. In effetti, credo che Bakugou rappresenti uno dei miei personaggi preferiti in assoluto in tutti i manga, proprio per questa sua indole così offuscata, torbida, che non lascia mai capire cosa pensi e cosa finga di pensare. Da questo punto di vista ho apprezzato molto il tuo modo di delinearlo, lasciandogli quella parte un po’ impulsiva che lo fa sbottare in continuazione – e con Deku questa regola, ovviamente, vale doppio. 
Una bella storia, che ti tiene compagnia e ti fa anche salire l’ansia a mille – ti giuro, fino all’ultimo pensavo che me lo facessi morire davvero, praticamente stavo per boccheggiare! 
Brava, questo breve racconto è davvero da leggere! 

Totale: 35.1/40