Valutazione per il contest "Storie alfabetiche" – Vincitore Premio LadyPalma per la storia preferita del giudice
Grammatica e stile: 7.9/10 (grammatica: 3.4/5 + stile: 4.5/5)
non il solito stronzo che pupullano queste spiaggie – mancata concordanza soggetto (solito stronzo) e verbo plurale (pullulano). Avresti potuto riformulare con “Non il solito degli stronzi che pullulano queste spiagge”. -0.5
pupullano -> pulullano, refuso immagino -0.1
spiaggie-> spiagge -0.2
e a questi punti vorrei solo che la mia fine fosse veloce -> si dice “a questo punto” -0.3
e non piangendo a dirotto mentre scrive una stupida lettera del cazzo – non ho capito il perché dello slittamento di quel “scrive”, deve restare “mentre scrivO” -0.3
Evidenzio inoltre un altro problema che tornerò ad affrontare anche dopo. I tre punti di sospensione funzionano, talvolta come punti: ciò significa che quando legano due termini o una stessa frase logicamente connessa va bene la minuscola dopo, altrimenti ci vuole la maiuscola.
Nel caso specifico: rimarrà sepolta in questa maledetta trincea per l'eternità a marcire insieme ai nostri resti… ma devo pur passare il tempo. -> la frase dopo i puntini di sospensione è connessa alla prima come avversativa. La minuscola va bene.
Scusami se tante volte sono stato un marito assente e sicuramente non perfetto, scusami se non sono stato un buon padre, se tante volte ho fatto piangere mio padre o mia madre... vorrei scrivere a loro in questo momento ma proprio non ce la faccio -> Con “Vorrei” inizia una frase totalmente slegata, quindi ci sarebbe voluta la maiuscola.
A livello grammaticale, questo errore avviene in tutto cinque volte. Ti scalo -0.5.
Passiamo allo stile. Devo dire (perdonami il gioco di parole) che ci sono molte cose da dire e inizio dicendoti che l’ho apprezzato molto. Ci sono alcune “regole” che in definitiva mi sento di consigliare e che mi ritrovo normalmente a preferire, tuttavia qualsiasi scelta stilistica va sempre adattata alla storia. Questa premessa per dirti che – nonostante alcuni periodi lunghi, nonostante l’assenza di una punteggiatura varia, nonostante l’abbondare di puntini di sospensione – lo stile funziona. Infatti, ci presenti una lettera e tutte queste scelte ricalcano quello che vuole essere uno stile epistolare, un genere in cui fluisce la coscienza, in cui si entra in una sfera intimistica e si fa meno attenzione agli orpelli. Insomma, ho trovato una perfetta corrispondenza della tua scelta stilistica con quella che è la voce del protagonista. Tutte le scelte che normalmente mi farebbero storcere il naso risultano qui invece adeguate e giuste. Non mi sento, infatti, di consigliarti nel caso specifico di inserire punti e virgola o troppi due punti.
Gallipoli, prima di questa guerra neanche sapevo esistesse un luogo con questo nome, neanche sapevo dove fosse la Turchia, neanche sapevo sarei morto a ventitré anni. Qui ad esempio avrei preferito un due punti, ma non mi sento di dire che suona male rispetto a tutta la storia e al far “emergere” la voce in prima persona in una lettera. La frase si capisce ugualmente bene.
Il lessico va anch’esso bene: ci sono termini tecnici del mondo della guerra, espressioni dure, ma anche gergali e parolacce – un soldato nel Novecento potrebbe scrivere così alla sua amata.
Le cose non mi hanno convinta, tuttavia, sono un’eccessiva ripetizione degli aggettivi dimostrativi (ben 7 solo nel primo paragrafo) e alcuni periodi che avrei “snellito” per evitare troppe frasi paratattiche in un solo periodo – anche se, ripeto, non stonano come normalmente farebbero per via dell’impostazione epistolare.
In conclusione, il genere è rispettato e le scelte stilistiche sono coerenti con esse. Per me hai fatto un ottimo lavoro.
Titolo: 2.5/3
Il titolo è azzeccato con il tono della storia e anche con il contenuto della lettera e il suo messaggio. Tuttavia, l’ho trovato un po’ troppo semplice e “debole” rispetto alla portata generale. È solo per questo motivo che ti ho scalato un mezzo punto, in un certo senso perché non è all’altezza dell’intero testo e avrei preferito qualcosa di più particolare e accattivante.
Trama e personaggi: 10/10
Qui mi hai sicuramente convinta. La scelta del genere (epistolare) si rivela vincente, come dicevo, anche per il contenuto: la trama fluisce interamente nelle parole del soldato, così come il suo personaggio – e i tanti personaggi che ruotano attorno a lui (soldati come lui, affetti che si è lasciato dietro).
Sei riuscito a dare voce non solo al tuo protagonista, ma anche a tanti altri attori silenti attraverso dei dettagli (e non pochi!). hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione sia nell’introspezione, sia nel “catturare dettagli” per parlarci degli altri: ecco Margaret che provava a trattenerlo, ecco McGreen che non è stronzo come gli altri e soffre della guerra (come si evince dalla cronaca dell’episodio). L’introspezione della voce narrante è intanto indagata molto bene, facendo filtrare gli avvenimenti presenti insieme ai sentimenti e anche alla consapevolezza di quello che dovrebbe pensare. Ho trovato riuscitissimo questo passaggio: Perdonami se uso questo linguaggio così crudo, perdonami se magari questa lettera ti farà vergognare di me, se non cerco di tirarti su di morale, se non dedico a nostro figlio i miei ultimi minuti di vita ma proprio non ci riesco. Qui secondo me lo hai reso particolarmente vivo. Hai fatto cenni al figlio – non lo dimentica – però la lettera non si riduce (non può proprio farlo) a qualcosa di positivo… perché c’è la morte, c’è la paura, c’è l’orrore che cancella quasi tutto.
Mi è piaciuto poi il modo in cui hai distribuito il racconto: è appunto una cronaca di quello che accade, ma anche dei rimpianti e delle paure di chi capisce che ormai si è giunti al capolinea. La divisione in paragrafi è perfetta perché cuce insieme momenti diversi, un tornare a distanza di tempo sulla stessa lettera con nuovi momenti da scrivere e nuove sensazioni da confidare. È uno spaccato di vita (e di morte) che si conclude con la fine fuori scena ma intuibile che quel soldato non farà mai ritorno. Non manca nulla e – dal momento che manca una voce “gradimento personale” – ti dico qui che ho appezzato soggettivamente davvero tanto la lettura.
Svolgimento della traccia: 8/10
Qui, purtroppo, devo riprendere il discorso dei punti di sospensione. Dal momento che, come ti dicevo, in cinque momenti hai usato i puntini di sospensione come “escamotage” per continuare il periodo, senza che questo fosse corretto da un punto di vista grammaticale, il problema è che ci sono cinque frasi in più delle ventuno richieste. Dato che non mi piace sollevare la problematica senza offrire un consiglio di soluzione, ti dico che: avresti dovuto o tagliare le parti dopo i puntini di sospensione, o legarle concretamente (con un’avversativa per esempio) oppure ancora scegliere un segno di punteggiatura non netto come il trattino indipendente o il punto e virgola. La scelta dei puntini di sospensione non è un problema di stile: è un problema di collegamento alla consegna.
Per questo motivo (queste cinque frasi in più) ho scelto di toglierti due punti di penalità.
Me ne dispiace molto, specialmente perché – se non considero ora la problematica – e valuto l’inizio delle 21 frasi da te concepite tutto risulta ben sviluppato. Mi è piaciuto come hai usato soprattutto il classico meccanismo da lettera: “Amata” come inizio, l’intestazione finale “Zahary Mountgray” come conclusione appunto, ma anche “scusami” e “ti prego”. Ben usati anche gli inizi con i cognomi dei personaggi che iniziano l’azione e, da ultimo, quel “Fanculo” secco e asciutto che spezza il flusso trasmettendo rabbia. Hai fatto un ottimo lavoro di aderenza ritmo-stile-genere-contenuto. È davvero un grande peccato per le penalità.
Totale: 28.4/33 |