Ciao, Mari!
Non immagini quanto mi sia piaciuta questa drabble, in pochissime parole e con uno stile asciutto – che ho trovato perfetto per il personaggio protagonista – fotografa quello che è uno degli aspetti più delicati e cruenti di una guerra: sporcarsi le mani, essere come il nemico, sacrificare una parte di umanità – e con essa principi, ideali.
Ho apprezzato tanto che abbia scelto proprio questa tematica, perfetta se associata alla rinuncia, anche perché ho trovato davvero efficace associare un piano sensoriale concreto (la perdita di un arto) a un piano sensoriale astratto (la perdita di un ideale) – in un certo senso la sovrapposizione di questi due piani ha reso ancora più impattante il compromesso cui cede Alastor, costretto non solo a capire quanto costi cedere, ma anche a capire di non avere reali scelte, non se intende restare in vita e continuare a combattere. Per usare le parole di Silente, c'è un bene superiore da salvaguardare.
Il titolo, come avrai intuito, è un altro elemento che mi è piaciuto, proprio perché a sua volta viaggia su questo doppio binario sensoriale, dando un'interpretazione nuova e profonda al momento canonico che costa la gamba a Moody.
Insomma, non avrai mai scritto su di lui, ma sei stata bravissima! Uno dei miei kudos è andato a questa storia, sarà che quando ci sono ideali e conflitti la mia attenzione è garantita.
Un abbraccio! |