Posso dire che non me l'aspettavo? Posso dire che odio facebook in questi giorni? Posso dire che non mi ricordo più come si recensisce, e non te lo meriti questo? Posso dire che...
BELLA E BELLI LORO <3
Amore a prima vista per il titolo. Mi piace perché richiama il gioco di strategia, mi piace perché il rimando alle "quattro mosse" richiama il "matto del barbiere" degli scacchi, lo scaccomatto in quattro mosse, e in quattro mosse il destino ha fatto scaccomatto a entrambi i personaggi, i quali si "trovano" solo per attendersi a distanza. E questa morte, in più sensi, di loro, del loro amore, delle loro avversioni, del fato avverso, della fine ironica, mi ha fatto percepire questa storia come se fosse una spirale che li travolgesse, che li facesse muovere non soltanto come giocatori ma ancora di più come pedine. E questo effetto mi è piaciuto tantissimo.
Un'altra cosa che ho amato tantissimo è che non si parla mai apertamente di amore in senso romantico... si parla di casa, di sentirsi bene, di sentirsi di nuovo a casa. Si parla di persone che si pensano, che nei momenti cruciali ricordano i momenti assieme, che in qualche modo sono presenti anche quando non ci sono e che segnano e ammorbano come spettri le azioni e le vicende del presente di ognuno di loro. E può essere amore fraterno, o qualcosa di cui neanche loro conoscono veramente il nome, sanno solo che diventano ognuno l'emblema della resistenza e il punto di forza dell'altro. E questo effetto mi ha fatto impazzire (tu sai anche perché).
La parte che in tal senso ha maggiore fascino è sicuramente quella con Ygritte sotto le coperte di pelli. E' un momento di strategia ma anche erotico, sensuale, e il fatto che alla mente a lui richiama qualcosa di puro e semplice come la sorella e una scacchiera... boh, a me ha fatto pensare un certo conflitto di tutt'altro personaggio... e te lo dico in senso buono, te lo dico perché sono le dinamiche instaurate da te tra questi due che mi hanno fatto battere il cuore e il modo in cui restano comunque e sempre soltanto loro, sono Sansa e Jon.
Sansa con i suoi sogni di principessa, Jon che come sempre non capisce niente e confonde l'amore, il desiderio e quel profumo che sa di casa, sa di ritrovare se stessi un po' bambini, un po' più innocenti.
Jon che sente nostalgia delle sorelle, di entrambe le sorelle. Anzi, non solo Arya, anche Sansa - l'accento è posto sull'ultima. Sansa che racimola calore nella stanza di un uomo subdolo, macchiavellico, avido, ma è l'unico calore che le rimane, e in qualche modo la forgia come un'arma in una fucina. Mi piace proprio questa sovrapposizione di idee qui, da un lato Sansa che impara, dall'altro quell'eterno desiderio di casa, quella sovrapposizione sempre di Grande Inverno e Nido dell'Aquila, si Baelish e di Jon, questa confusione tra fratelli e sorelle, che non sono mai la stessa cosa, perché per tornate un attimino al discorso di ieri notte, o stamattina indicibilmente presto, nei rapporti contano le intenzioni, e se Jon e Arya sono davvero cresciuti come fratelli, sviluppando questo amore fraterno, lo stesso non si può dire tra Jon e Sansa, i quali hanno condiviso l'infanzia ma non il viaggio di crescita e di rapporto. E quando le pedine iniziano a cadere, cadono anche i confini, ed è facile mischiare i sentimenti, cadere in una zona di nebbie.
E per finire mi piace da morire il finale, quella frase dove è il rapporto d'infanzia a essere sottolineato "È la tattica di Sansa che fa cadere la moneta dal lato giusto. A Jon sembra ancora di vederla sbuffare mentre siede al tavolo, lui che si sente grande a spiegarle le mosse." e c'è il cambiamento, la svolta che rimescola che carte in gioco "Ha imparato, di certo non da lui." per poi essere tutto capovolto nella frase seguente, dove li ritroviamo adulti, li troviamo cambiati, li troviamo preda di nuove sensazioni "A salvarli è stato Jon, solo un soldato che affronta un’orda con spada e la disperazione dei lupi, trascinando uomini a dare la vita."
I nomignoli finali - mia regina, Jon - danno la misura di qualcosa che li ha travolti, di qualcosa che cova sotto le ceneri, che si cristallizza e rimane lì, sospeso, nascosto, in attesa.
Parla di legami sottili, profondi, indissolubili, e io mi sono innamorata ancora una volta di loro grazie a te, alle tue parole, a queste quattro mosse perfettamente architettate dalla tua penna.
Ho amato i dialoghi, ho amato i sottintesi e le caratterizzazioni. Da Sansa che ammira di nascosto, osserva, critica ma riconosce anche i meriti a Jon. E Jon, il soldato, l'eterno secondo, il Bastardo, un orgoglio che cova, un risentimento che soffoca. Mi è piaciuta Sansa che concede quasi altezzosa, Jon che le chiede aiuto quasi esitante, sembra proprio irrompere in maniera del tutto straordinaria nella quotidianità di Sansa bambina. Per poi passare ai dialoghi a distanza, a quando entrambi si pensano ma nessuno dei due osa pronunciare o specificare il nome dell'altro/a. E il finale, dove sento la determinazione di lei di far sentire la propria voce, sento il peso che incombe sulle spalle di Jon dal modo in cui lotta con i denti, lotta con quel poco che ha nonostante i pronostici. Mi piace tutto, accidenti.
Grazie mille, non te l'ho detto in tempo e non te l'ho detto abbastanza, ma è stato un bellissimo e incommensurabile regalo. Grazie, sis.
A presto! <3 (Recensione modificata il 19/10/2021 - 12:31 pm) |