Valutazione del contest: Cinque passi nel delirio, di Setsy
Sibilla Cumana con: Quanto grande e quanto lontano
grammatica: 5/5
tutto perfetto
stile: 9/10
Questo stile è chiaro, in alcuni punti più ricercato. L’argomento trattato ti ha permesso di giocare sull’effetto malinconia e il senso di smarrimento che le persone provano osservando il cielo: tutto infatti rievoca aggettivi o nomi che si potrebbero applicare all’astronomia. Gli occhi “luminosi e vivi”, quelli che rimandano ai personaggi della mitologia greca, il sepolcro nero delle stelle… hai scelto parole evocative, che troneggiano sulle altre perché creano un mondo a parte, pieno di emozione. Parola dopo parola simpatizziamo con i personaggi e scopriamo – per me è una novità – questo microcosmo (specchio del macrocosmo come in ogni sistema che si rispetti) che era il mondo di queste ragazze, tanto sfruttate quanto entusiaste. Senza usare termini molto aulici hai reso l’idea di un anno abbastanza lontano, che traspare dalle lastre fotografiche, dalle tue note molto esaustive, dai termini precisi ma non pedanti della drabble storica, questa davvero lontana nel tempo. Il fuoco del tiaso è una metafora molto particolare, perché il fuoco è il simbolo della passione. Una piccola perplessità sulla frase citazionista “Be A Fine Girl” che poteva senza problemi comparire anche nella drabble quattro, in modo ironico. Stupendo invece l’uso che ne hai fatto nella quinta, aggiungendo le lettere delle “classi spettrali”. Mi è dispiaciuto non aver inserito anche i fantasmi nei mostri classici! Comunque, tutti i personaggi hanno un certo spessore umano, anche i cattivi che hai moderato molto; questo non era facile in così poche parole, anche perché molta dell’attenzione del lettore secondo me era catturata dalle descrizioni degli oggetti, delle costellazioni, da tanti piccoli dettagli. Ci vuole un tocco leggero per immettere tante nozioni tecniche, per quanto affascinanti, in storie così brevi senza che siano fredde spiegazioni prive d’anima. Uno stile fine, pur restando semplice nella sintassi e nella sua scorrevolezza. Infine, il leit-motiv del conteggio delle stelle è stato un bell’espediente per creare una ricorrenza, e gettare un ponte tra un mondo arcano e quello più… terra-terra del lavoro umano.
caratterizzazione di tutti personaggi: 9/10
Marceline è la tua deliziosa protagonista, una ragazza con un piede nella modernità e uno in un mondo più antico. Hai reso molto accuratamente il suo essere una pioniera dell’occupazione femminile, senza esagerare sembrando poco attendibile storicamente. Di lei risalta la voglia di dedicare la propria esistenza a qualcosa di grande e importante, unita a quella che sembra contentezza di far parte di un gruppo definito “harem”, di avere chiaramente un capo uomo che considera un mentore, forse una specie di benefattore per impiegare delle donne. Peccato che nella storica abbia perso il suo nome, che doveva restare lo stesso, (come da esempio) diventando Hediste; non posso però affermare che la personalità non sia stata gestita bene. La sua mente è brillante, tanto da conservare questa caratteristica anche nelle nebbie della drabble horror, ma ne parleremo poi. Martha è un ottimo comic relief, in tutte le situazioni. Fa da contraltare alla maggior serietà di Marceline, e funziona particolarmente al maschile e da “antipatica”, perché ha più impatto. Infatti non l’hai resa cattiva, confermando che è creata per essere divertente, di rottura. Anche lei vede un cambio di nome (Demotima) che non ha a che fare con quello originale. Bellissima la sua comparsa invisibile nella quinta drabble, come memoria del passato.
resa delle cinque tipologie di drabble: 7.60/10(2+1.90+1.20+1+1.50)
La prima drabble naturalmente va bene, e hai scelto uno scenario molto particolare, ho scoperto qualcosa che non sapevo. La tua Marceline è affascinante, capace, trascina molto il lettore ad interessarsi della sua vicenda. La frase “be a fine girl” dona alla storia quel[f1] gusto di poesia che si ottiene con un verso, anche se aveva tutt’altro significato! Il gender bender l’hai eseguito benissimo, ricordandoti di cambiare sesso a tutti e tre i personaggi. Questo naturalmente ha comportato che in un’epoca ancora non contemporanea, stranamente, ci fosse una donna a comandare un gruppo di giovani ricercatori, il che suona un pochino forzato. Però hai recuperato molto con l’acronimo che resta valido sostituendo guy a girl, e con Marcus che ha questo impeto maggiore scagliando le lastre, ma senza cambiare troppo. La terza, purtroppo, presenta vari problemi. Dei nomi differenti abbiamo già parlato, ma di più c’è un’incertezza riguardo le date. Ti sei scordata di scrivere l’anno esatto, come da indicazione del bando, (non da sola ^^) e laddove anche nelle quattro drabble uguali c’è un ventaglio di un trentennio, in questa c’è tutto un secolo, dal II al I a.c Di fatto non è successo nulla di grave, perché la differenza temporale c’è eccome, però devo tenere conto dell’imprecisione, anche trovando in sé la storia è davvero bella, perché nessun luogo può donare di più dell’antica Grecia a uno studio sulle stelle, e anche il linguaggio mi ha convinta. Anche nella quarta, purtroppo, c’è un errore piuttosto pesante; il bando chiedeva il bashing/reverse bashing di tutti i personaggi, mentre è solo Martha a cambiare. Lei l’hai gestita benissimo, la storia resta proporzionata, perché una criminale nel gruppo non l’avrebbero mantenuta… era un ottimo lavoro, ma Marceline è rimasta se stessa, senza dubbio, quindi questo passaggio lo hai realizzato per metà. L’ultima è splendida, non c’è altro modo di definirla, però anche qui ho un dubbio temporale. Se questo zombie è Marceline, ma ricorda Martha che deve essere deceduta da un po’, ci troviamo nello stesso anno della prima drabble? Mi pare impossibile; mi dispiace tanto, forse mi sono confusa io, ma non riesco a collocarla in un momento esatto. La tua rivisitazione dello zombie (classico) è estremamente romanticizzata, perché ha conservato le facoltà cognitive, la memoria – per quanto offuscata - anche una specie di “bontà”, non da l’idea che si nutra di cervelli umani, sembra più una creatura sofferente e tristissima… forse corrisponde più ad uno spettro, ed è questo a conferire alla drabble un’eleganza e raffinatezza enormi.
titoli: 5/5
Questi titoli formano un insieme fantastico! Già quello generale catapulta il lettore nel centro dell’argomento della storia, e suggerisce appieno l’idea di infinito, di immensità che rende la razza umana una cosina piccola e passeggera. Resta un po’ vago in modo interessante, come un discorso aperto. Ma sono i titoletti che trovo siano il gioiellino di questa raccolta. Uniti formano una frase perfettamente compiuta. Non era richiesto, non era vietato; ognuno poteva decidere cosa fare di questa voce, e molte idee mi sono davvero piaciute, ma essendo un unico documento questa suona come la più completa e omogenea. Le prime tre sono perfette – nella seconda scompare prudentemente il nome – nella terza c’è il senso dell’antichità. Il quarto titolo è più debole, ma si può dire obbligatorio per condurre il lettore all’ultimo, che spiega come il tempo si protrarrà in maniera innaturale anche per la creatura al di sotto della volta celeste. Bellissimo.
gradimento generale: 3/3
La raccolta ha un fascino etereo, visto l’argomento e il modo in cui è stato trattato. I personaggi possono dirsi storici, ma nel contempo sono senza dubbio tuoi originali; Pickering è solo citato e non è che potessi cambiare la realtà, quindi è perfetto così. Senza dubbio il lettore partecipa emotivamente… almeno io ho pensato di guardare da un cannocchiale a mia volta. Peccato per delle incertezze sulle richieste del bando che non hanno tolto nulla alla bellezza della scrittura, ma ti sono costate qualcosa. Non sottraggo però punti due volte per lo stesso errore, quindi come gradimento ti dico che la storia mi è piaciuta proprio così com’è.
totale: 38.60/43 |