Con un qualche ritardo dovuto alla noia del cammino, mi accingo a lasciarti anche quest'altra recensione, e reitero gli auguri di buon compleanno, visto che hai trovato in anticipo la tua croce.
"Il cervello pareva aver deciso di uscirgli dal naso": meglio, così risparmi la fatica agli imbalsamatori di dovertelo cavare loro dalla testa, considerato che tornerai in castello poco meno che morto. Re Ferrante ti aggiungerà alla sua già ricca collezione di defunti, per la gioia della ventura nipotina Beatrice.
"Non era neanche più un uomo!" Pfff, esagerato. Che dovrebbe dire Teone Gioiagrigia allora, che a lui il dondolino lo hanno direttamente tagliato? Il tuo dondola ancora, semmai hai perso le chiappe (non alla maniera di Antonio Maria, ma quasi), ma in fondo non sei l'unico ad averle perse così, per cui ti puoi consolare. Se proprio non riuscirai a riprenderti, Galeazzo Maria ti troverà un impiego più adatto alle tue corde...
"è stato sforzato, mia signora": ah! proprio lei, lei la figlia di Francesco Stupra, si scandalizza? Non so se sia vera quella cosa che ho letto, ossia che uno dei trentacinque figli fu concepito tramite uno stupro avvenuto in castello, ma se è vero allora ha reso (tristemente) onore al suo cognome. Ippolita (Stupra d'Aragona) dovrà farsene una ragione, come io me ne sono fatta una ragione, come sua figlia (Isabella d'Aragona Stupra) e sua nipote (Beatrice d'Este Stupra) se ne faranno una ragione: questi uomini sono pervertiti e non si possono recuperare. Prendere o lasciare.
Se poi mettiamo in conto che Alfonso doveva - presumibilmente - possedere anch'egli l'horrevole cazo, mi sa che per Ippolita è più conveniente prendere che lasciare. Ma se proprio non lo vuole, c'è pur sempre il suocero a disposizione.
Il risveglio per Donatino è stato duro, mi domando anch'io perché tutto quel vino non l'abbia sputato. E' come una donnaccia che si risveglia dopo una notte di sexo da ubriaca e si ritrova due o tre uomini in letto... abbiamo in mente di scrivere una cosa del genere in verità, ma per adesso soprassediamo.
I magnanimi contadini, piuttosto che derubarlo e abbandonarlo sul ciglio della strada, hanno preferito derubarlo e portarlo all'ospedale (metaforicamente parlando). Insomma, poco nobile proposito, ma d'altronde sai quanto costa un cavallo? E non c'è mica il tracciamento come nella macchina.
L'ambasciatore ha dovuto svolgere l'ingrato sgradevole compito di spiegare alla sua madonna come avvenga lo stupro di un uomo - se lo ha fatto, non ce ne siamo accorte - cosa che Ippolita nella sua candidezza non credeva neppure possibile. Io sinceramente quando sento di uomini stuprati penso subito che qualche donna li abbia cavalcati alla Caterina Sforza senza il loro benestare, cosa che ritengo psicologicamente poco possibile, ma in effetti non pensavo a un uomo che stupra un uomo, non è esattamente il ragionamento più ovvio. Appurato che è, ed è, possibile, R.I.P. Donato. Ippolita avrà una nuova rivale contro cui combattere. Oppure potrebbero fare una cosuccia a tre... il sogno bagnato di don Alfonso. No, no, stiamo scherzando.
Sospettiamo - chissà come mai - che adesso toccherà a Donato una lunga e imbarazzante conversazione con la tradita signora. Chissà che Ippolita non gli chieda di mostrarle le sue ferite di guerra, come Beatrice lo chiederà ad Antonmaria.
"Piccolo caro, dove t'ha fatto male quel cattivone di mio marito? Fammi vedere, orsù!"
"Ehm..."
"Che gli prendere, ambasciatore? Perché non vuol mostrarmi?"
"Non è in luogo che mostrar si possa, eccelsa madama mia". |