Ludo!
Io non lo so perché mi faccia ancora tante remore, perché non mi fiondi a leggere dei tuoi Draco e Hermione subito, soltanto perché sono, appunto, i tuoi Draco e Hermione.
Insomma, relativamente subito, intendo, perché – remore o no – ci sono periodi in cui non riesco proprio a leggere nulla, qui sopra, né a scrivere.
In questi giorni, però, che un pochino ho ripreso familiarità con EFP, non ho potuto fare a meno di sbirciare tra le storie dei miei autori preferiti e questa qui mi ha attirato, non so perché.
Accidenti, non puoi sapere quanto l'abbia apprezzata.
Sarà che scorre che è una meraviglia, sarà che credo che nella descrizione non solo dei personaggi alle prese con i traumi del dopoguerra, ma, in genere, in questa maniera così delicata di "afferrare" la primavera e metterla per iscritto (riuscendoci, lo sottolineo: questa storia è la Primavera), credo tu ti sia davvero superata.
Non si dovrebbero esprimere giudizi troppo netti, lo so, ma credo che questa sia in assoluto la tua storia che preferisco.
Ci sono molteplici dettagli che ho apprezzato davvero molto, in primis la questione della Guaritrice/psicologa che Narcissa impone al figlio, ma che Draco accetta. Mi piace tantissimo come ti sia servita di questo percorso di terapia per offrire a Draco un espediente per "aprirsi", aprirsi al mondo Babbano e quindi, attraverso questo consiglio della Guaritrice di sperimentare anche con l'arte Babbana, in un certo senso già getti le basi per un collegamento tra lui e Hermione, il mondo di Hermione (che delizia il collegamento con l'opera di Botticelli, inserita attraverso gli occhi e le riflessioni di Draco in un gioco di richiami, che coinvolge il clima primaverile di cui è intrisa questa storia, da un lato, e la stessa Hermione dall'altro).
Così come mi piace l'uso che hai fatto della celebre citazione calviniana (ti rivelo una cosa: quella frase la amo e odio allo stesso tempo – l'odio deriva dall'estrema diffusione a cui è andata incontro e, talvolta, banalizzazione, ma non riguarda te, ché te ne sei servita davvero molto bene) e il modo intelligente con cui hai giocato con le battute sull'aria della primavera che credo tu abbia integrato meravigliosamente nell'atmosfera generale della storia.
Ma, ecco, se dovessi sottolineare la mia parte preferita, probabilmente ti riporterei parola per parola l'ultima serie di citazioni tratte dal taccuino di Draco, verso la fine della storia.
Non è facile immaginare di estrapolare solo qualche frase dall'immaginario diario di un personaggio, eppure quelle annotazioni sono talmente riuscite e talmente efficaci nel mostrare il graduale cambiamento del rapporto tra i due che, sì, non so perché, quegli stralci con i loro sottintesi (il passaggio da "Granger" a "Hermione", ad esempio, o la – tenerissima – necessità di dover chiedere gli appunti a Theodore dopo una lezione trascorsa a distrarsi a causa di Hermione ecc.) costituiscono la mia parte preferita di tutto il racconto.
E, insomma, ci sarebbe un miliardo di altre cose da notare, ma cos'altro posso dire se non che questa storia è stata una boccata d'aria fresca e che è stata capace di farmi "respirare" la primavera?
Davvero, Ludo, i miei complimenti! Sei stata bravissima.
Un bacione♡
P.S. Punto bonus per il dettaglio sublime del porridge. Sono seria: questa storia è curata fin nel minimo dettaglio e la ricorrenza del porridge ne è la prova. Forse sono io che ho un modo strano di approcciarmi alle storie, ma questo dettaglio mi ha inondata di tenerezza, oltre che strapparmi più d'una risata. Mi riferisco a quel: "Oggi in Sala Grande mi ha salutato e mi ha chiesto com’era il porridge.
Faceva schifo ma le ho detto che non era male", seguito dopo da quel
"Draco consuma pagine su pagine, fa una lista di tutto quello che gli viene in mente che possa non essere così terribile come sembrava, ci mette dentro persino il porridge." Che meraviglia! Che questa storia è deliziosa, l'ho già detto, vero? >.<
(Recensione modificata il 23/04/2022 - 10:32 am) |
