Recensioni per
Dietro una Porta Socchiusa...
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
15/07/23, ore 18:05

Ciao
La porta socchiusa metafora di un mondo in bilico, una possibilità di poter entrare e condurre una nuova esistenza, anche similitudine di un mondo da scoprire o da evitare
Bellissimo
V

Recensore Junior
17/05/22, ore 12:06

Mia carissima Fenice, in questo preciso momento potrei versare interminabili cascate di pensieri spumeggianti, per esprimere ciò che sento dopo aver letto questo tuo componimento. Se fossi un esemplare di sesso maschile potrei innamorarmi perdutamente di te, della tua figura eterea eppure concreta che mi fa emozionare e riflettere come nessun altro da più di un anno… Ma sono una donna, e comunque la poesia non conosce sesso: ci si può innamorare di un verso, di una metafora, di un concetto o addirittura dell’anima di un autore. Ed io amo i tuoi versi sublimi e delicati, i concetti che esponi e proponi, al punto da lasciarmi travolgere completamente.
In un periodo difficile e complesso come quello che viviamo da tempo, nel quale i problemi “generali” fanno coppia con i miei personali, tenermi lontana dalla cacofonia del mondo rappresenta l’unica via di salvezza per la mia anima stanca e assetata di silenzio.
Dietro quella porta socchiusa osservo il mondo, che mi appare spietato e crudele, vuoto e superficiale, violento e malsano. La mia eccessiva sensibilità si rifiuta categoricamente di accettarlo, talvolta persino quando il sole riappare ed io potrei (o dovrei?) riaffacciarmi alla porta. Pur costretta di tanto in tanto – e per forza di cose – ad attraversare la soglia, lo faccio con la piena consapevolezza di voler essere ciò che sono. E’ passato da un pezzo il tempo in cui mi domandavo cosa pensassero gli altri di me, cosa si aspettassero dalla mia persona o come avrebbero voluto che io fossi. Sono luce ed ombra, esattamente come quel mondo che fatico ad accettare e che spesso resto ad osservare, con disgusto e disappunto, al di qua della porta, al sicuro nella mia ombra. Ma come ha detto qualcuno, “mi piace la mia ombra, perché mi ricorda che esisto”. E allora oltrepassare quella soglia diventa un atto di puro coraggio, poiché significa sfidare se stessi, i propri demoni, i drammi del presente e le incognite del futuro. Soprattutto, attraversare quella porta vuol dire continuare a cercare instancabilmente quel “frammento d’infinito” all’interno di noi, la scintilla che ci spinge ad andare avanti, l’incrollabile desiderio di conoscersi, il motore della nostra fantasia e creatività.
Complimenti, mia straordinaria autrice: ti sto applaudendo col pensiero e non mi fermerò fino alla tua prossima poesia, che conto di passare a leggere in settimana. Eh sì, devo rimettermi in pari! Un abbraccio strettissimo, con l’augurio di un buon proseguimento di giornata (e di settimana). A presto!

Recensore Master
03/04/22, ore 08:35

Ciao Fenice, sono approdata qui per caso sollecitata da un invito. Mi sono soffermata a leggere questi tuoi versi che mi hanno incuriosito. Da un lato c'è la propensione a rimanere nella propria " comfort zone" perché ogni uomo ha già i suoi problemi personali e/ o familiari non può a farsi carico anche delle questioni che riguardano gli altri, ma in realtà ci si accorge che gli altri siamo noi e l' uomo è fatto per seguire " virtù e conoscenze " non per rimanere chiuso in un bozzolo. Per spiccare un timido volo però ci vuole coraggio e consapevolezza, nonchè il desiderio di sentirsi vivi. Ciao buona domenica

Recensore Master
21/03/22, ore 09:25

Ciao Fenice. Nel leggere il titolo di questo tuo scritto ho immaginato cosa potesse esserci nell'osservare dietro quella porta socchiusa. Mi é piaciuta molto la seconda citazione, anch'io ho immaginato un mondo di luce e di speranza nonostante tutto il drammatico che ha da sempre avvolge l'umanitá. Suggestivo che sia presente la parola vento. Poi mi sono immersa nelle tue parole. Ho avvertito il tuo sentire immaginando anche me stessa dietro quella porta come te, con le mie sensazioni, percezioni. Mi é piaciuta molto l'espressione nel finale riguardante la continua ricerca del proprio frammento di infinito. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 21/03/2022 - 09:27 am)

Recensore Veterano
18/03/22, ore 17:37

Ciao Elena.
Sarebbe interessante fare un esperimento: la porta può rimanere o chiusa o aperta...
La teniamo aperta o la chiudiamo?
Da una parte quelli che la vogliono chiusa, dall'altra quelli che la preferiscono aperta.
Una parte sarà numerosa mentre l'altra ridotta ai minimi termini.
Io non riesco più a sbirciare da una fessura...
Devo sempre spalancare la porta... È qualche volta me la prendo in piena faccia mentre torna indietro perché qualcuno la richiude.
Più che pensare al mondo che cerca di inquadrare il mio me io spesso penso al mio me tra qualche anno che cosa penserà del mio io di adesso.... Vergogna, rabbia, rancore, disillusione o forse orgoglio...
Un abbraccio
Roberto

Recensore Master
18/03/22, ore 05:12

Buongiorno
E abbiamo ragione a farlo, perché là fuori non c'è quasi mai niente di buono, dolore e sofferenza regnano sovrani in ogni loro forma, così come la cattiveria. Bisogna essere bravi a vivere per riuscire a star sempre sereni.

Recensore Master
17/03/22, ore 22:54

Una poesia delicatissima, scritta in punta di piedi, o meglio di dita. Versi sussurrati, con timidi accenni di rime, assonanze, consonanze. Eleganti.

La tentazione di non uscire dalla propria "comfort zone" - si direbbe oggi - è forte. Bello l'aver descritto ciò che sta fuori come una zona buia e fredda, dove il sole si nasconde e l'animo perde l'equilibrio.
Eppure "quando stiamo crescendo, siamo sempre fuori dalla nostra zona di comfort." (John C. Maxwell)

Si avverte come il bisogno di affacciarsi lentamente, educatamente, chiedendo permesso per non disturbare: "ma il mondo come percepisce…?"
Eppure sai già che quella porta non rimarrà chiusa, perché sei consapevole di quella bella citazione di William Blake, e hai sete di infinito. Perché dietro c'è la luce, non solo il buio. Perché "le porte esistono soprattutto per essere aperte", come recita la seconda citazione. Speriamo solo che non cigolino troppo. per non farci passare la voglia!

Recensore Master
17/03/22, ore 15:19

Il mio "al di qua" della porta sono diventate le passeggiate nel bosco.
Nel silenzio, nella solitudine, per non sentire quell'inutile cacofonia di cui parli.
Non so se andrò di nuovo al di là.
Non lo so.

Ci sono tempi, come questi, che cambiano le persone. Dopo non sei più quello di prima. Stai così bene nella natura, perchè spingersi di nuovo oltre?

Forse meglio chiuderla, quella porta.
Il frammento di infinito, personalmente, l'ho trovato di qua.