Recensioni per
Ma chérie la Poupée
di Demoiselle An_ne

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/12/22, ore 19:51

Ho letto con curiosità questa one shot che, all'apparenza, non centra niente con Oscar e André. Si parla di una Contessa in disgrazia che risale la china, della sua bambina e di una sarta anziana senza quasi più clienti. Invece, poi, dipani la trama con abilità inserendo la nonna Marie, amica della sarta, e, naturalmente, Oscar e André che conoscono la Contessa e la piccola bisognosa d'affetto. Al centro di tutto c'è la bambola preferita di Charlotte che la sarta stringe a sé nel momento del trapasso. Charlotte, invece, non ha avuto nulla da stringere nel momento della morte, molto più cruenta e drammatica, tranne che una rosa bianca. Alla fine mi sono veramente commossa immaginando la vecchina e la bambina camminare insieme sull'arcobaleno. Complimenti e a presto.

Recensore Master
14/11/22, ore 17:53

Lo so, è passato davvero troppo tempo da quando hai deciso di scrivere e di pubblicare questa os, ma non potevo al tempo commentare qualcosa che mi era così tanto estranea, perché avrebbe voluto significare non poter elogiare le tue qualità e la tua bravura, amica.
Quindi sono qui, dopo aver finalmente ri-visto l'anime che, come ben sai, non guardavo da quando non ero che una bimbetta dell'età di Charlotte: e proprio da lei voglio partire, che come sai tanto dolore mi dette in passato quanto me ne ha arrecato qualche giorno fa, guardando di nuovo l'episodio che la vede tristemente protagonista. Charlotte è un personaggio drammatico, che calza alla perfezione con ciò che erano le bambine nobili di quel tempo. Questa tua frase (che cito per comodità) "La stessa che lei non aveva voluto portare con sé, perché, così le aveva detto con mestizia, l’ultimo giorno che si erano viste: “Maman non vuole, presto sarò una donna”." mi ha davvero fatta commuovere. Tu sai che di bugie non ne dico, non a te sicuramente e credimi se ti dico che hai davvero fatto in modo di farmi venire gli occhi lucidi. Charlotte e tante altre come lei non avevano l'opportunità di rimanere piccine tanto a lungo, perché avevano degli obblighi ben precisi dovuti al loro sangue nobile; ed è straziante immaginare che, oltretutto, queste non godano nemmeno dell'affetto di una madre amorevole, come in questo caso. Al contrario quella maledetta figlia di Satana della contessa di Polignac -oh, che sorte angusta che ti ho augurato dalla tua prima apparizione fino al quarantesimo episodio- non ha fatto altro che sfruttare Charlotte (reiterando anche con Rosalie che grazie a tutto il ringraziabile non ha ceduto); lei, che avrebbe avuto bisogno solo di essere molto amata.
Ti ringrazio davvero, dunque, per averle dato una Gerda in grado di volerle il bene che merita, così come André, altra presenza sinceramente apprezzata. Sei stata poi così delicata nel descrivere la morte di entrambe e come la loro fine si sia in qualche modo intrecciata, che non posso che ringraziarti nuovamente. Certo, per me niente di nuovo visto quanto conosco te e la tua empatia che è sempre da lodare.
Concludo con il dirti che sono davvero molto felice di aver letto nuovamente questa os proprio ora che ho un quadro completo della storia: posso apprezzare non solo ancor di più la figura della piccola Charlotte, bensì anche André e Oscar (capisco solo ora, difatti, da quale sentimento i due siano mossi e legati e tu sei stata bravissima a renderne l'introspezione attraverso gli occhi della vecchia Gerda).
Non so, vorrei dirti tantissime altre cose ma rischierei solo di ripetermi. Per il momento quindi non posso che farti nuovamente i miei complimenti e ti lascio con una richiesta: per piacere, torna qui con la tua penna e il tuo cuore, perché ti riesce tanto, tanto bene.
Un abbraccio e ancora grazie per questa os.

Recensore Junior
28/10/22, ore 22:12

Mia cara Anna,
ecco, la prova che è troppo presto per me per leggere in questo fandom è arrivata leggendo questa tua os :') ma ci tenevo a farlo perchè ero molto curiosa di leggere finalmente qualcosa di tuo, e quindi, ora che l'ho fatto, ci tengo a darti il mio parere.
Perdona qualche piccolo attimo di confusione che ho avuto durante la lettura, ma ancora non mi sono abituata a pensare a Lady Oscar come a un fandom (sto ancora riprendendo confidenza con la storia, e per me è ancora un bellissimo cartone che vedevo da bambina e che nemmeno capivo <3), e ci sono tante piccole cose che ancora mi sfuggono. Detto questo, andiamo a noi!
La tua scrittura - il tuo stile - è leggera, delicata ed elegante come una piuma. Non leggera nel senso di superficiale o di allegro, ma come una carezza, un tocco delicato con cui si può trattare una tragedia come suicidio di una bambina con il necessario rispetto per l'argomento. C'è malinconia in questo racconto, ci sono ricordi di bambini poi cresciuti e il cambiamento di una bambina che gioca e poi rifiuta una bambola perchè presto sarà una donna... c'è durezza, ma è appena sentita, appena accennata e immersa in un mare di dolcezza. Leggere pennellate di colori tenui che lasciano però un'immagine completa e definita. Un modo assolutamente appropriato, a mio avviso, di parlare di Charlotte, facendo vedere in modo diretto al lettore la sua tragedia, e quindi rendendolo partecipe, ma sfiorandolo senza appesantire la narrazione. Una scelta narrativa elegante.
All'inizio mi sono chiesta chi fosse Gerda e ammetto di essermi trovata un attimo spaesata, ma poi ho capito immediatamente che si trattava di un oc. Mi è piaciuto molto che tu l'abbia raccontata così questa storia, con l'aggiunta di questo tuo personaggio e, se posso dirlo, dal suo punto di vista (per questo dicevo che è troppo presto per me leggere qui: se fosse stata una storia su DN avrei inquadrato dal primo istante la situazione senza passare per quel piccolo attimo di dubbio, ma comunque non è nulla che renda la lettura meno piacevole, anche per me).
Credo che impostare una storia in questo modo richieda una conoscenza molto approfondita e una padronanza totale della storia originaria, che tu hai sicuramente, altrimenti non ci saresti riuscita: non è sempre facile inserire un oc nella trama principale senza combinare disastri (io stessa l'ho fatto pochissime volte e ho letto certi cose che manco immagini), ma qui tutto era armonico, ti assicuro che nulla stonava (infatti pensavo di essermela persa Gerda, nell'anime XD). I sentimenti di protezione di Gerda nei confronti di Charlotte sono delicati e commoventi, specie se pensiamo alla madre. Gerda si preoccupa per la piccola, come fa Andrè, ma non c'è nulla che possa fare veramente. Lei è come la nonna che Charlotte non ha avuto e di cui avrebbe avuto bisogno, ma di fatto non lo è e non può cambiare il destino della piccola, per questo ti dicevo che la scelta della narrazione è azzeccatissima. Non era facile, ma ti è riuscita benissimo.
Spero che da quando hai pubblicato ad ora tu abbia cambiato idea sul non essere convinta di questo tuo scritto, perchè a me sembra una piccola perla e, se qualcosa non mi convincesse, te lo direi senza problemi. Scusa, questa recensione forse è un po' inutile, ma ci tenevo a darti le mie impressioni a caldo sul tuo scritto. Ti faccio i miei complimenti perchè, nonostante le mie personali difficoltà, mi è piaciuto tantissimo <3
Dobbiamo proprio guarire da questa sindrome: a ben pensarci, non ce la meritiamo proprio.

Recensore Master
07/04/22, ore 07:20

L'atelier della vecchia Gerda diviene un ritrovo per emarginati. Emarginati dall'isolamento sociale e professionale seguito alle chiacchiere della rivale sarta della Regina, come avviene alla protagonista del pezzo. Certo, però, che, se anche lei ci mette del suo, chiamando Maria Antonietta: "l'austriaca", poi, non si può lamentare di essere bollata, dalle dame che contano, come nemica della patria! Emarginati dalla povertà: la Contessa di Polignac che si avvale della sarta caduta in disgrazia, prima che la vicinanza della Regina le dia la possibilità di visitare atelier più rinomati e alla moda. Emarginati dalla mancanza di affetto: Charlotte che vede nella vecchia sarta la parente amorevole che non ha mai avuto. Emarginati dalla diversità: Oscar e, in una certa misura, anche André che condividono un destino di anime senza patria.
A poco a poco, le cose precipitano. Charlotte soccombe alla crudeltà e alla solitudine, senza che nessuno possa fare niente per lei mentre la vecchia sarta se ne va simultaneamente, anche lei sola e ormai dimenticata.

Recensore Master
06/04/22, ore 17:33

Ciao!
Volevo lasciarti la mia sensazione sulla dolcezza con cui questa OS tratta la figura di Charlotte e la sua terribile fine.
Sempre splendido anche André.

Recensore Master
06/04/22, ore 14:59

Gentile Autrice, è la prima volta che ti leggo quale scrittrice, ma ti seguo sempre quando posti i commenti a storie che anche io leggo. Non comprendo il tuo poco convincimento circa questa one shot che è, secondo il mio modesto parere, e anche a giudicare da quello che ti hanno scritto gli altri recensori, un piccolo gioiello.
Sei riuscita, con raffinata delicatezza, a presentarci sotto una diversa luce, da un punto di vista del tutto differente, la piccola contessina Charlotte di Polignac, attraverso lo sguardo amorevole dell’anziana sarta Gerda, che magnificamente trova il suo posto nella storia. Una donna che ha visto passare sotto i suoi occhi, e attraverso le sue composizioni sartoriali, diverse persone, nobili e non, ma qualcuna di loro le è rimasta nel cuore e con lei è stata in grado di stabilire un contatto, sentendo che la sua vicinanza recava sollievo e di contro ne riceveva in cambio altrettanto.
Di quanti piccoli particolari hai “imbastito” il tuo racconto, a cominciare da come ci presenti Gerda nel luogo dove viveva, essenziale ma attorniato da tutto ciò che le serviva per il suo lavoro, nonché dalle sue bambole, dalle quali mai si sarebbe separata, quasi fossero diventate negli anni, man mano che le cuciva, la sua famiglia, facendola così sentire un po’ più facente parte di quella terra per lei straniera.
Tramite il suo sguardo attento, anche se ora con l’età si stava lentamente spegnendo, abbiamo conosciuto Oscar e André, nei quali, già da quando erano ragazzini, sbarazzini e scalmanati, per via dei reciproci comportamenti, aveva visto nascere e poi crescere un sentimento che li univa fortemente e che molta attinenza aveva con l’amore, secondo il suo sentire. Pieno di dolcezza il ricordo che ha di André, sempre solerte e sollecito, pronto a mettersi a disposizione e che aveva una parola e un gesto amabile per tutti, tanto che, anche più avanti nel tempo, tornava dalla sarta per tenerle un attimo di compagnia, o per metterla a parte della vita che si conduceva alla reggia di Versailles, e la aiutava dove la sua vista faceva difficoltà, mai più pensando che proprio la sua vista sarebbe stata per lui una croce da portare.
Ma è il rapporto con Charlotte che Gerda stringe sempre più, con quelle visite che la piccolina le faceva: ogni tanto la vecchia sarta pensava al futuro di quella bimba che non aveva la possibilità di scegliere, poiché al suo posto c’era chi già aveva preso decisioni per lei, e a questi pensieri il suo cuore non poteva che stringersi. Per lei sarebbe stato predisposto un matrimonio conveniente per lo status della famiglia, con un qualche nobile, il quale avrebbe soddisfatto le sue voglie rubandole l’innocenza, mentre lei era ancora una bambina che voleva solo essere serena e giocare con le sue bambole. Pensieri che scambiava con André, il quale non poteva evitare di ragionare quanto la vecchia sarta avesse una vista più acuta di tutti coloro che ruotavano intorno alla piccola Charlotte.
Drammatico il momento del ritrovamento del corpo esanime della contessina, che non aveva avuto nessuno che veramente potesse sostenerla e si prendesse cura di lei. Rosalie piange per quella sorella appena ritrovata, facendo notare ad André, che aveva appena riflettuto su quanto Charlotte fosse simile ad Oscar per trasparenza ma non possedesse la sua stessa forza di carattere, che, appunto, Oscar traeva la sua forza dalla sua vicinanza.
Intenso anche l’attimo al cimitero con la deposizione, da parte di André, di quella bambola e di quella rosa bianca sulla tomba di Gerda, alla quale era stata risparmiata la fine che aveva fatto quella piccolina a cui tanto era affezionata, e che avrebbe potuto cos’ avere vicino per sempre la sua Poupèe.
Un racconto delicatissimo che accarezza il cuore e la mente del lettore.
Complimenti e un caro saluto.

Recensore Veterano
05/04/22, ore 19:34

Carissima Anna,
ti dico subito che la tua storia ha la grazia delle belle cose fatte con cura e con amore. Sono tanto contenta che tu ti sia decisa a pubblicare perché la tua mano di autrice è davvero un bel dono e, in questo caso, ha arricchito il fandom di una figura davvero originale e ben inserita nella trama di VnB.

Gerda mi pare uscita da un quadro di Vermeer: l'hai descritta con tanta minuzia e precisione, ma anche con il calore di una luce che è innanzitutto la luce dell'affetto e della silenziosa comprensione degli altri.
C'è tanto calore nella sua figura così secondaria ma così attenta alle sottili dinamiche che legano i personaggi che entrano nel suo atelier: mi ha colpito questo giovane André che "talvolta tornava ancora per offrirle l’ausilio dei suoi occhi dove il suo sguardo non riusciva più", che dettaglio struggente questo di André (proprio lui che un giorno saprà che cosa significa perdere la vista) che "presta gli occhi" alla sarta anziana che non ci vede più...

E la Polignac, una donna mai contenta: "ma qualcosa l’aveva mai sinceramente contentata?", una personalità riassunta in una domanda, direi.

E il destino di Charlotte, intanto, incombe, nonostante lei sia ancora una bambina alle prese con le bambole (come non pensare alla bambola nel fiume che viene attaccata da un corvo nell'episodio 24 in cui la Polignac ricatta Rosalie?).
Il finale è davvero commovente, la morte di Gerda la salva dal venire a sapere il tragico destino di Charlotte, e André resta muto testimone di un affetto fuori dai ranghi ma sincero, che rafforza in lui il desiderio di proteggere Oscar.

Insomma, spero che tu abbia capito, carissima, che il racconto mi è piaciuto tantissimo e che porterò con me questa atmosfera per un po', malinconica ma dolce.

E mi unisco a Etienne nell'appello per la conclusione della tua vecchia long!

Un abbraccio, Anna, davvero complimenti e grazie a te!
Sett.

Recensore Veterano
05/04/22, ore 19:08

Ciao Anna! Bello e originale questo pezzo dove con linguaggio ricco ed elegante, perfettamente in tono con l'epoca di riferimento, entri nelle maglie della storia. Ci offri il punto di vista della vecchia Gerda, personaggio di fantasia ma tratteggiato talmente bene che non sarebbe stato estraneo agli eventi noti. Sono una parentesi di serenità, lei e le sue bambole (che meraviglia!), per una bambina che non è ancora pronta a fare la donna. Una compagnia sincera e disinteressata ma, purtroppo, momentanea e fugace, che non può nulla contro il destino deciso da altri.
Al contrario di qualcun' altro, con tutti i suoi difetti...
Mi è piaciuta molto questa OS. Spero di rileggerti ancora
Un caro saluto e a presto!

Recensore Master
05/04/22, ore 18:55

Carissima, sono stata così felice di trovare un tuo lavoro, anche perchè sapevo che dovevi partire...
Mi è piaciuta molto questa tua OS. Mi piace il tuo stile, che è "tuo", ti identifica e ti rende diversa da tutte le altre autrici che pubblicano. Descrivere i particolari, arrivare a raccontare un personaggio con inquadrature così indirette, con dettagli che si svelano quasi casualmente, con il suo stato d'animo che scaturisce dalla gestualità (la stizza e il disappunto che  si manifetsano dai colpi di cucito della sarta) non è affatto facile. E' un modo di entrare nella storia in punta dei piedi, che apprezzo molto.
Hai creato un personaggio intenso, la cui presenza di spegne insieme alla giovane vita di Charlotte (e qui mi hai ricordato Marron, nel manga), e che si inserisce perfettamente nella trama originale e in quel momento della storia.
Dissento solo sul fatto che Oscar non abbia avuto scelta, come Charlotte: Oscar a 14 anni ha deciso di continuare a vivere come un uomo, e lo ha fatto per se stessa, non per accontentare suo padre. E' molto esplicita nel dichiararlo. E i What if a riguardo ci sono anche in questa sezione (come non ricordare la bellissima "I re del mondo" di Crissi!).
Io mi auguro davvero di rileggerti presto , e come sai, non perdo le speranze neanche per le tue rose che sfioriscono in bellezza-... 
A prestissimo <3
 

Recensore Veterano
05/04/22, ore 18:46

Carissima Anna,
Brava, bravissima!!! I miei più sinceri complimenti per questa storia così delicata e malinconica. L'ho trovata davvero struggente e deliziosa!
Molto originale questo racconto attraverso lo sguardo e i ricordi della sarta fiamminga Gerda (personaggio di tua fantasia, ma plausibilissimo) che con i suoi vestiti e le sue bambole ha accompagnato la crescita di diversi bambini: l'ultima di questi, la sua "Poupee", non è altri che la piccola Charlotte, a cui lei si affeziona sinceramente e che, per certi versi, le ricorda Oscar (per il destino impostole da altri), ma priva di un aspetto, di un elemento fondamentale (ossia del sostegno e dell'amore del Grandier). 
Per quanto riguarda le  bambole esposte nella sartoria di Gerda ho molto apprezzato il riferimento al manga, dove Oscar viene definita "una bambola da esposizione" (sempre più lusinghiero di "cane della regina" uscito dalla bocca di Bernard). 
Mi è molto piaciuto anche il suo ricordo di Oscar e Andre' bambini e della loro complicità: Oscar, la "azzanna dita", che si fa condurre a un più mite comportamento dal piccolo Andre', il "gentiluomo in miniatura". Deliziosi!
Menzione d'onore va ad Andre', empatico e cordiale come sempre, che ha saputo coltivare una certa amicizia e confidenza con la vecchia sarta. Ho molto amato anche il tuo Andre’ vendicativo e inedito, quello che spera, per un attimo, che Rosalie uccida la Polignac.
Il finale è davvero poetico e struggente con l'anziana Gerda che si spegne nel sonno, in cuor suo già consapevole della tragedia che si sarebbe consumata. Per non parlare della descrizione della sepoltura con la bambola e la rosa bianca, momento in cui mi sono profondamente commossa. 
Sono felice del fatto che tu abbia voluto cimentarti nuovamente nella scrittura! Questa tua prima one shot dopo tanto tempo è un vero gioiellino, una storia ben riuscita. Pertanto rinnovo la mia ammirazione e spero di rileggerti presto.
Un forte abbraccio, carissima, e grazie di tutto, davvero!
G.
(Recensione modificata il 05/04/2022 - 06:51 pm)

Recensore Junior
05/04/22, ore 14:07

Carissima Anna, che piacere leggerti! Ho trovato la tua os molto coinvolgente e malinconica, come tutti i ricordi dei tempi che furono; mi è sempre piaciuto questo approccio e non posso che farti i miei complimenti. In poche parole hai creato uno spaccato ricco, garbato, intriso di molti sentimenti percepibili uno ad uno. Posso dire che sono rimasta un pò male quando ho letto la parola "completa" ? Già ci vedevo un racconto o, quantomeno, una raccolta di ricordi, quasi fosse un diario.
I personaggi sono tratteggiati alla perfezione, tutto è davvero perfetto, a mio parere!
Ancora complimenti e, ti prego, continua a scrivere, perchè lo fai davvero bene!

Un abbraccio! Barbara

Recensore Master
05/04/22, ore 10:53

Trovo invece che questa storia sia scritta molto bene, il personaggio di Gerda è sensibile e commovente.

Recensore Master
05/04/22, ore 01:34

Carissima, la percezione che un autore ha delle sue storie, spesso, non coincide con quella che ne hanno i lettori: personalmente, trovo anche che sia indice di garbo e profondità questo interrogarsi, perché, nella nostra testa, spesso siamo ipercritiche, e non comprendiamo appieno se non quando ci distanziamo criticamente dalla nostra opera, piccola o grande che sia. Dici che non sei convinta di questa tua OS, ma non me capisco il motivo, perché la trovo veramente piacevole: delicata nella ispirazione, rivelatrice di una sensibilità sfaccettata, piena di tenerezza dolente, elegante e persino forbita nel suo procedere e con un bel ritmo e un giro di frase molto dolce. E poi Charlotte, come tutti i personaggi che, pur tanto piccoli, per i nostri parametri, non hanno avuto diritto di scelta, come sai, mi inteneriscono molto: non la vedo affatto come una mera arrogante, ma come una bambina che cerca talvolta di assumere una corazza mondana, assimilando quei comportamenti che la madre assume e mostra. In fondo, nemmeno Oscar ha avuto scelta ... all'inizio: e l'immagine di lei è Andrè bambini, con garbo di quest'ultimo, piccolo gentiluomo provetto dagli occhi di smeraldo, scalda davvero il cuore. Ciao e grazie per questa perla. D.
(Recensione modificata il 05/04/2022 - 11:39 am)
(Recensione modificata il 05/04/2022 - 01:10 pm)