Ciao Morgana. In un momento di sconforto, come scritto nell'introduzione, penso che la scrittura possa davvero aiutare, comunicando anche con gli altri. Posso percepire il tuo sentire attraverso le tue parole..Commovente il finale e penso che non bisogna mai perdere la speranza. Spero che questo vuoto diventi di nuovo illuminato dalla vita. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 03/06/2022 - 04:52 pm)

Ciao Morgana,
hai scritto con particolare sensibilità questa poesia che mette a nudo uno stato d’animo e che indubbiamente aiuta a riflettere.
Chi non ha mai provato alcuni momenti complicati nella propria vita, durante i quali si ha la netta impressione che tutto sembri precipitare, nonostante tutti gli sforzi fatti?
L’illusione è una brutta bestia con la quale doversi confrontare. Ci si illude che le cose o le situazioni possano modificarsi, che gli altri possono essere in grado di capire tutta la fatica che deve essere fatta, ogni singolo giorno, per poter portare avanti i propri desideri, sogni o più semplicemente i propri compiti.
Si persevera perché il nostro Io ce lo suggerisce come l’unico comportamento possibile, ma talvolta si resta solo con in mano un pugno di mosche, che mostra che il vuoto, che noi avvertiamo aprirsi dentro, sempre più in profondità, non potrà mai essere colmato nemmeno da tutte le lacrime che versiamo soffrendo.
E’ una poesia amara la tua, in cui molti di noi si possono rispecchiare, ma che, forse, mettendo i fatti nero su bianco, tutti in fila, osservando il tuo dolore, guardandolo negli occhi, potrai magari riuscire a combatterlo e sconfiggerlo, alla faccia di tutti coloro che non capiscono, pur essendoti vicini.
Spero sarai presto in grado di riemergere da questa situazione di stallo e tornare a sorridere, annullando il vuoto.
Un saluto e un abbraccio.

Malgrado tutto, la ricerca estetica appaga il lettore.
Mi è piaciuta la simmetria delle strofe: 2+1+2.
Mi è piaciuto l'uso della seconda persona singolare, come nell'atto di guardarsi allo specchio. Quel "tu" contrapposto a "loro".
E l'ultimo verso, prolungato, conclusivo, colpi finali e ravvicinati di batteria. Tredici sillabe di malaugurio.

È una poesia che mi ha fatto riflettere.
Ben vengano le lacrime. Più che una secrezione che cerca di colmare un vuoto crescente le vedo piuttosto come una secrezione che cerca di svuotare un pieno decrescente.
Pieno di sconforto.
Dovuto forse a cercare cambiamenti fuori di noi anziché dentro di noi.
Dovuto a voler affrontare "loro" tutti insieme, anziché uno per volta.
E chissà se la perseveranza sia la virtù più indicata nei momenti difficili. Perché perseverare vuol dire in fondo credere in noi stessi, come se fossimo perfetti. Non vuol dire volersi bene, prendendo atto di tutte le nostre imperfezioni.
Un abbraccio.