Ora che la challenge è conclusa posso sia farti i complimenti per gli Oscar vinti che dirti che la tua flashfic è stata la mia preferita. ❤
Ti riporto qui i commenti che ho scritto per le varie candidature, con qualche modifica ora che non c'è più l'anonimato!
Questo racconto, come anticipato, mi è piaciuto infinitamente, ne ho apprezzato sia la struttura che l’intenzione di ripercorrere la vita di Remus segnata dal rifiuto della propria condizione, il rifiuto di appartenere a un branco – nonostante “un lupo senza branco muore”, un monito che fa da filo conduttore non solo della narrazione, ma dell’intera esistenza del protagonista.
Mi sono immersa totalmente nelle pagine di questo testo, vivendo assieme a Remus ogni sua morte e ogni sua rinascita, tutti i suoi tormenti – quei sensi di colpa, di inadeguatezza, di frustrazione che non lo abbandonano mai, neanche quando sprazzi di gioia illuminano le sue giornate: potrà anche essere una gioia immensa, ma sembra essere sempre fragile; la solitudine che lo accompagna da tutta la vita è più invasiva e vince ogni volta.
La conclusione, poi, totalmente inaspettata, mi ha regalato un sorriso insperato: scrivi che “il branco insieme sopravvive per sempre” e io mi sono emozionata leggendo di Remus, animale stanco, che ritrova l’unico branco cui ha sempre sentito di appartenere e con esso la felicità stessa.
Passando allo stile, come dimostra la nomination a tema, mi ha colpita in positivo. Trovo tu abbia fatto delle scelte stilistiche “azzardate” (tra l'altro, aggiungo qui, forse anche un pochino distanti dalla linearità che ho sempre riscontrato nei tuoi testi), che avrebbero potuto penalizzare la riuscita del testo anziché valorizzarlo, ma che hai saputo gestire benissimo, rendendo gli escamotage stilistici meno comuni (parentesi, parole barrate e sottolineate) un valore aggiunto e soprattutto non scelte fini a se stesse – per sole ragioni estetiche, ad esempio –, ma scelte “piene” dal punto di vista del significato: la parentesi grafica è una vera e propria parentesi anche dal punto di vista narrativo, perché ci troviamo in un altro piano spazio-temporale del racconto, in un altrove che si configura come “parentesi” stessa al racconto; le frasi barrate sono pensieri che il protagonista formula e tenta poi di allontanare (bellissimo il “perché” legato a Peter, che trovo comunichi chiaramente quanto Remus biasimi se stesso nell’istante in cui ancora cerca una spiegazione, un motivo, qualcosa capace di dare un senso al tradimento di quello che è stato un amico); la frase sottolineata, che chiude il racconto e ne riprende il filo conduttore, evidenzia quanto sia fondamentale quel momento e quanto capovolga ogni cosa: il protagonista solo e stanco non è più né l’uno nell’altro, “è rinato”. Insomma, lo trovo un testo particolare e ben gestito, riuscito nelle sue intenzioni, che incastra perfettamente scelte di forma e di contenuto.
Un altro elemento che ho apprezzato veramente tanto è stato l'uso della citazione. La sensazione che ho avuto leggendo il prompt e poi il racconto è che il primo ne fosse la naturale origine e il naturale sviluppo. Mi è parso di vedere l’anima indifesa e in rivolta presente nel testo della canzone da cui è estratta la citazione, e se così è stato è proprio perché ho sentito tutta la solitudine di questo “animale stanco” che non segue il branco, perché l’uno non gli appartiene e l’altro (quello che non avrebbe comunque “seguito”, ma di cui avrebbe “fatto parte”) gli viene strappato via.
Inoltre, malgrado l’associazione branco-lupo mannaro fosse tra le meno originali nel contesto di Harry Potter, trovo che sia riuscita a valorizzarne le potenzialità introspettive, fuggendo dal rischio di banalizzazione – a riguardo, ho apprezzato tanto il capovolgimento del prompt in conclusione di racconto, che getta le basi per una prospettiva nuova, che in qualche modo allontana le ombre suggerite dal prompt per dare inizio a una fase più luminosa – il che è un elemento tanto paradossale quanto impattante, perché il protagonista rinasce nella morte.
Ultimo ma non ultimo, sottinteso in tutte queste parole (sempre troppe, scrivo troppo!), è quanto abbia rivisto Remus nel tuo Remus (la storia era in lista anche per gli Oscar sulla caratterizzazione!), ne hai ripercorso tutta la vita tramite la metafora del branco, tutti i suoi tormenti, gli inciampi, le difficoltà, ma anche le gioie e le piccole rinascite.
Non ti annoio oltre e ti saluto con i complimenti per questo bellissimo racconto. Grazie di aver preso parte alla mia iniziativa!
Un abbraccio! |