Recensioni per
Every mother's prayer
di BellaLuna

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/03/24, ore 22:39

Oscar della Penna 2024 – Miglior film drammatico
(Giudice: Legar)

Il genere drammatico si accompagna spesso alla trattazione di tematiche delicate, e questa storia non è un’eccezione, affrontando la morte di una figlia appena nata proprio dagli occhi della partoriente. È un argomento che prescinde dal fandom, ovviamente, perché a soffrire non è solo una principessa dei sette regni ma soprattutto una madre, come tante prima e dopo di lei. Il tema è senza dubbio complesso, ma l’autrice non rinuncia a indagarlo con meticolosità, scavando nella straziante introspezione della protagonista. A questo scopo risulta perfettamente indovinata la scelta del punto di vista e della persona narrante, che calano il lettore nella tragedia del personaggio senza possibilità di distacco.
È di forte impatto il paragrafo iniziale, prima del titolo, in cui Rhaenyra si rivolge direttamente alla bambina nata morta: le dedica appellativi dolcissimi tra immagini di carne e sangue e lacrime, in un contrasto che non può fare a meno di predisporre il lettore all’orrore. Quando, alla fine, Rhaenyra si rivolge alla figlia con quel “Lascia che te lo racconti io. Vuoi?”, la domanda appare diretta anche al lettore stesso e la risposta è un inevitabile assenso, perché l’incipit ha funzionato molto bene per catturare la sua attenzione.
Il titolo e la citazione introduttiva che seguono – sebbene non scollegati dal tema – appaiono come un istante per riprendere fiato prima di continuare con il racconto dei momenti successivi al parto: cullare e baciare e abbracciare un corpicino senza vita, desiderare di essere morta al suo posto.
In seguito l’interlocutore della protagonista diviene la Madre e anche in questo si evince come si possa essere genitori e agire come tali anche senza un figlio: se l’unica possibilità è lasciar andare la propria bambina, Rhaenyra prega almeno che ci sia qualcuno a prendersene cura mentre lei non può, per tutto il tempo che sarà necessario fino a quando e se potranno un giorno ricongiungersi.
In entrambi i casi le destinatarie dei pensieri di Rhaenyra non sono interlocutori reali, non possono ascoltarla, ma il lettore può, e non può che lasciarsi toccare e assistere, pur impotente, a una tragedia egregiamente narrata.
Complimenti per l’Oscar!

Nuovo recensore
04/02/24, ore 02:16

Davvero una lettura struggente e pregna di dolore. Rhaneyra è, in questo momento così doloroso, terribilmente fragile e spezzata. (Io la adoro, è il mio personaggio preferito oltre a Daemon). Vorrebbe prolungare quell' addio alla sua creatura all'infinito per non perderla mai. Eppure alla fine torna ad essere la Regina coraggiosa che tutti conosciamo e la consegna nell' abbraccio invisibile di sua madre sperando che la sua anima possa "vivere" felice e spensierata per sempre. E in quel "Dracarys" finale ritroviamo tutta la sua fierezza che, anche nel dolore più atroce, non viene meno. Davvero emozionante, complimenti.

Recensore Master
19/01/24, ore 22:20

Ciao tesoro! Non conosco il fandom ma ci tenevo comunque a lasciarti due righe, ché un dolore del genere è qualcosa di universale e sono riuscita a ben sentirlo in ogni riga, in ogni parola, in ogni sillaba </3. Mi chiedo cosa possa essere successo nel futuro, per spingere Rhaenyra a una tale accorata difesa dei suoi sentimenti verso la piccola figlia perduta çç: è straziante pensare alla feroce convinzione che ha circa il fatto che la realtà di quei momenti verrà sicuramente alterata dai racconti e mi ha fatto scendere una lacrimuccia anche il vederla appellare la sua bambina a ogni riga in modo diverso, con nomi pieni d'amore </3. 
In genere poi non impazzisco per la prima persona, ma in questo caso l'ho trovata assolutamente perfetta: non posso dirti se sia in linea o meno con il carattere del personaggio perché non lo conosco, ma a me è comunque arrivato tanto a livello di feels ♥

complimenti per la nomination e in bocca al lupo!

Bennina

Recensore Master
03/01/24, ore 11:11

Ciao! Passo da qui per gli “Oscar della penna”
Bellissima e terribile.
L'ho letta trattenendo il fiato per tutto il tempo…
Cruda e realistica si coglie perfettamente la disperazione di una madre che perde il proprio figlio.
Perché non ha importanza se sei una regina o una popolana in quel momento sei solo una donna che ha perso la cosa più preziosa: il proprio figlio.
Ho il magone e gli occhi lucidi davvero ben scritta!
Ti auguro buona fortuna per gli Oscar.
Alla prossima
Un Kiss
Bombay

Recensore Master
04/12/23, ore 18:07

Ciao <3
Questa storia è bellissimaa. Io non ho segutio House of Dragons, ma sono rimasta davvero colpita dal modo che hai scelto di raccontare i pensieri di Rhaenyra (secondo me la prima persona è azzeccata, perché così ci si immedesima alla perfezione) sulla nascita della sua bambina. Una figlia che già quasi non le appartiene più, eppure lei cerca disperatamente di tenerla con sé e devo dire che è anche straziante. Eppure, nonostante i suoi sforzi, la perde comunque. Mi aveva colpito anche il titolo, sin da subito. Molto d'impatto. Grazie per averla scritta e in bocca al lupo per gli Oscar ;)
Nao

Recensore Junior
09/10/23, ore 17:51

Ciao!
Sono qui per gli oscar della penna, nella sezione più triste di tutte. Conosco molto poco il fandom (ho letto GoT ma non ho visto HoD), ma il lutto materno è universale e le emozioni in questo brano passano perfettamente anche senza avere contezza dei personaggi e della situazione esatta. Mi piace molto che abbia la forma di un canto funebre, di un lamento e che dia voce allo strazio che accompagna la perdita. Penso che sia un lavoro bello e forte, molto drammatico anche in senso propriamente teatrale. Complimenti.
Ci vediamo agli Oscar!

Recensore Master
02/10/23, ore 16:46

Buonsalve! :)
Vengo qui per gli Oscar della penna, dal momento che concorriamo per la medesima categoria, in questo caso "miglior film drammatico".
Non ho seguito la serie, ma la tua storia è così intensa che arriva dritta al cuore e non è necessario essere esperti conoscitori del fandom per coglierne la bellezza.
Che dire... Struggente, davvero.
Penso che il dolore di una madre sia terribilmente intenso e ci vuole tanta bravura per riuscire a catturarlo nel modo più realistico ed efficace, devo dire che in questa storia tu ci sei riuscita alla perfezione.
Ti faccio i miei sincerti complimenti e ti auguro buona fortuna per gli Oscar.
A presto!

Recensore Master
01/10/23, ore 20:40

Ciao, sono qui per gli Oscar della Penna, siamo nella stessa sezione.
Purtroppo non conosco il Fandom, dico purtroppo perché questa OS è meravigliosa. Struggente come piace a me e sono felice che ancora qualcuno apprezzi il genere.
Cosa non farebbe una mamma per la sua creatura. La ama incondizionatamente anche se non corrisponde alle aspettative del mondo e della gente intorno. Farebbe di tutto per tenerla con sé, perché sì, è il suo cuore. Ma se proprio sono condannate a restare separate, la mamma farebbe di tutto affinché la sua creatura sia felice, persino sacrificare la sua memoria.
Perdonami se l'ho letta come una originale, buon proseguimento agli Oscar!

Recensore Master
26/09/23, ore 08:45

Ciao cara!
Oggi recupero un pochetto – con le poche forze che ancora mi restano – le storie degli Oscar! Che piacere sapere che siamo nemiche di penne! Il fandom di "House of the dragon" lo conosco molto poco, so l'unica cosa importante che c'è da sapere: c'è Matt Smith.

Mi limiterò quindi a dire che la storia mi è piaciuta davvero tanto: l'ho trovata toccante, disperata, super triste. Ci sono le grida di una madre che vuole tendere la bambina più stretta stretta che può, non vuole che nessuno gliela porti via. Allora ancora un momento, ancora una carezza, ancora un secondo. Perché è sua, l'ha fatta lei ed è tanto tanto bella.
Mi è piaciuta davvero un sacco perché in poche parole sei riuscita a farmi sentire il dolore di un personaggio che non conosco e che non avevo nemmeno mai intravisto prima. Davvero sentita, complimenti!

Sia ❤

Recensore Master
25/09/23, ore 15:16

Ciao! Ci siamo sicuramente già incontrate in occasione di qualche concorso (forse proprio gli Oscar dell'anno scorso??? Era sempre una storia su HOTD???)... Comunque, vengo in pace per gli Oscar 2024, siamo nella stessa categoria! *_*
Che dire. Io ho amato moltissimo Emma D'Arcy nel ruolo, per me assolutamente la perfezione, non avrebbero potuto scegliere Rhaenyra migliore, e quella scena, nella sua tragicità, ha dimostrato al meglio le sue doti di recitazione.
Questa storia riprende benissimo il lutto e il dramma del momento, alternando diversi pov che non confondono il lettore grazie alla formattazione e al tuo stile.
Mi è piaciuta molto e, pur essendo drammatica, sono riuscita a cogliere dei toni dolci ma forti, tipici di una madre "drago".
Complimenti!
Ci vediamo agli Oscar!!!
Abbracci
Angel <3

Recensore Junior
06/08/23, ore 18:00

Sublime! Hai descritto alla perfezione il dolore straziante ed i pensieri della principessa Targaryen in quel momento, durante e subito dopo il doloroso parto. La scena è straziante e permette al lettore di percepire le emozioni che hai voluto trasmettere. Hai colto semplicemente nel segno. I miei complimenti per la fic, lettura scorrevole e non priva di sentimento coinvolgente! Alla prossima! Son Manu

Recensore Master
01/08/23, ore 18:44

Ciao, BellaLuna <3 è la prima volta che ti leggo, ma devo dire che ho conosciuto la tua scrittura con una fic che di sicuro non dimenticherò.
Questa storia, questo flusso di coscienza di Rhaenyra, è stato intensissimo, tante piccole pugnalate di dolore. Ho sofferto, e tanto, entrando perfettamente in empatia con Rhaenyra.
Ho adorato ogni cosa, a partire dallo stile intenso e viscerale, fino ad arrivare alla caratterizzazione, al tema trattato, alla struttura stessa della fic, perfettamente studiata.
Mi piace quel "diranno e scriveranno" iniziale, che viene ripetuto a ogni rigo, e che in un certo senso mostra anche il fatto che una principessa, in ogni suo gesto e persino nel dolore, sia sotto osservazione di tutti, compresi i posteri e la Storia.
Tutto sommato, a lei non importa cosa diranno e scriveranno, perchè il suo strazio e i suoi sentimenti li può comprendere solo lei. Le parole ricche di amore che rivolge alla piccolina fanno già comprendere quanto Rhaenyra abbia profondamente amato la figlia che ha perso (mio dolce, dolcissimo cuore, mia innocente creatura ecc... wow, davvero, mi hanno straziata).
La seconda parte della fic invece, scandita dalla canzone di Celine Dion (che non conoscevo ma che ora voglio ascoltare) è un altro grande dolore: Rhaenyra non vuole lasciare già andare la figlia, vuole stringerla ancora a sè, pur sapendo che questi saranno gli ultimi momenti che passerà con lei. E' così che si rivolge alla Madre e allo Sconosciuto, pregando per la sua piccola.  Persino la descrizione che andranno a lavare la bambina per poi avvolgerla in un sudario, e Rhaenyra lo sa, è qualcosa di tremendo da pensare, ma lei è lucida e comunque consapevole che ciò avverrà.
E la parte finale, con Syrax e il dracarys finale è la degna conclusione della fic. Il fuoco non può uccidere un drago. Il fuoco ha sempre l'ultima parola coi Targaryen, anche quando sono loro a patire.
Insomma, ho amato ogni cosa di questa fic e non potevo conoscerti in modo migliore <3 ho apprezzato stile, musicalità, introspezione, così come la cura di questo immenso dolore.
Complimenti vivissimi, spero di rileggere presto qualcosa di tuo <3 dovrò fare qualche altro giro sul tuo profilo!

Recensore Master
26/06/23, ore 11:24

Perdonami per il ritardo, eccomi finalmente qui. Ho amato House of The dragon, tantissimo. Rhaenyra è stato un personaggio che mi ha estremamente coinvolto, non immaginavo tanto. Hai scelto di trattare una scena delle più crude, forti, una di quelle scene che non possono passare inosservate. Una scena che poi, concordo con te, Emma ha reso divinamente. È una scena che sì, hai reso tua. Nel libro Rhaenyra maledice la figlia, nella serie non lo fa, ma le chiede di uscire subito dal suo ventre. Tu hai scelto una via ancora tua, in cui è una preghiera di Rhaenyra alla Madre, ma allo stesso tempo è la preghiera di una madre per la figlia. Una scatola cinese di preghiere che sia per il titolo che per la storia stessa mi piace moltissimo. Hai reso molto questo stile da inno, da preghiera, da struggimento. Si sente quel ritmo che è giusto, che è perfetto. La prima parte si indirizza alla figlia, la seconda alla divinità, e poi torni alla figlia. Un circolo, un cerchio che si chiude perfettamente in armonia. È stata una lettura a tratti straziante, ricordare la scena è forte. Sentire dalle tue parole il dolore di Rhaenyra, con le intromissioni poi del mondo esterno. 
Davvero molto bella, i miei complimenti.

Cress Morlet 

Recensore Master
10/05/23, ore 16:18

Io, come al solito quando si parla di HODT, metto le mani avanti per specificare che non solo non ho visto tutta la serie, ma nemmeno ho letto i libri ed è già tanto che mi ricordi il nome della protagonista. Quindi sì, lo dico perché ovviamente eventuali dettagli e rimandi io me li perderò ugualmente, ma anche così non si può negare che questa sia stata forse la fanfiction più bella che abbia mai letto in questo fandom – e ok, magari ne avrò lette sì e no solo una dozzina, ma rimane splendida e commovente e straordinariamente vicina al personaggio di Rhaenyra ch’eppure è una donna forte, ma che nemmeno lei è in grado di accettare la perdita di un figlio senza battere ciglio.
Inizio dal fondo, dalle note in cui dici che hai mescolato la serie al libro e trovo molto interessante il modo in cui lo hai fatto, usando i maestri come narratori inaffidabili nel raccontare di questo momento, senza capire quanto invece fosse profondo il dolore di Rhaenyra. E quindi veniamo alla costruzione della storia, che ha tutto il ritmo di una preghiera e non sai come mi abbia straziato il cuore che il destinatario di questa preghiera sia tanto la figlia persa, quanto la Madre – e anche il fatto che usi il maiuscolo mi è piaciuto, perché diventa quasi impossibile capire se la figura a cui si rivolga sia effettivamente sua madre o una Dea ed il fatto che le due si mescolino rende anzi il momento qualcosa di ancora più sacro e profondo.
Sarò onesta, a me non piace per niente la moda che sto notando ultimamente di mettere il titolo dopo una sorta di introduzione, in stile serie tv – magari è perché sono una vecchia bacucca tradizionalista (?), ma, vabbeh, gusti; nel tuo caso però l’ho trovata una scelta stilistica ad effetto e molto sensata, che non mi ha dato affatto fastidio. Vuoi anche perché nella parte iniziale le parole di Rhaenyra servono più ad illustrare quello che di lei verrà detto, le menzogne che verranno costruite, la misericordia che non le verrà mostrata così come non verrà mostrata alla sua bambina; è più un concentrarsi sulla “Storia” da raccontare, che non quella vera e vissuta, e alla fine con quel suo permesso di poter raccontare alla sua bambina quel che è successo veramente, può avere inizio una storia diversa, che ha la sua voce, la sua verità, il suo cuore. E quindi sì, in questo caso il titolo messo in quel punto è stato davvero un tocco di genio che invece di estraniarmi come spesso avviene, mi ha immerso ancora di più in questo flusso di emozioni.
E se vogliamo completare il toto-amenonpiacedisolito, rilancio addirittura con la prima persona che solitamente evito come la peste, for reasons, ma qui secondo me hai fatto davvero benissimo a cambiare la fic come l’avevi scritta all’inizio e metterle la prima persona invece che la terza. Li ho sentiti tutte le emozioni e il dolore di Rhaenyra, ho sentito la sua disperazion e la sua rabbia e il suo bisogno di rimanere ancora solo un secondo con la sua piccola e alla fine, quando le ha pure detto di non aver paura perché il fuoco non può uccidere un drago, ero ormai in un mare di lacrime. Di questa storia mi è piaciuto soprattutto il modo in cui sei riuscita comunque a mantenere in character un personaggio come Rhaenyra che, secondo me, è un personaggio tra i più difficili (Beh no, tutti in HODT lo sono per un motivo o per l’altro XD) e in questo caso era davvero tanto facile scadere in una sbrodolata di superficialità, ma tu sei riuscita a dare ad ogni frase un significato profondo, duro e che per tutta la lettura mi ha preso a pugni il cuore.
Poi vabbeh, kudos anche per la scelta della canzone di Celine Dion che è stato il colpo di grazia - dillo che volevi uccidermi.
A questo punto direi che i complimenti sono assolutamente dovuti!

Recensore Veterano
07/05/23, ore 11:23

Ciao Bellaluna (o solo una delle gemelle cattive, va bene comunque)!
Confesso di aver letto e riletto questa storia prima di lasciarti una recensione perché non volevo perdere nulla del tanto, tantissimo, che tu ci hai messo dentro. Questo racconto è il blu più blu che potessi scegliere perché, davvero, trapela di una disperazione antichissima. È una supplica e una preghiera, è un elogio funebre, è una ninna nanna. È tutto quello che una madre può dire alla figlia che non può più sentirla e, per questo, doppiamente straziante.
Non ho letto i libri ma, dalle tue noti finali e dall’inizio della storia, immagino che i maestri abbiano raccontato questa scena con l’asettico distacco riservato agli eventi della Storia, con l’empatia inesistente delle pagine e delle parole scritte sul dolore altrui, limitandosi a riportare ciò che da fuori è successo.
Ma noi abbiamo visto altro. La scena nella serie è stata straziante: il dolore di Rhaenyra era nostro ed era davanti ai nostri occhi, reale, per come Emma ce l’ha dato e donato. Ma tutti retropensieri che tu hai messo qui, lo strazio, il pentimento, il cercare quasi un motivo per cui gli Dei debbano averla punita portandole via la sua bambina, sono tuoi e per questo ti ringrazio. Secondo me è stata una scelta efficacissima quella di optare alla fine per la seconda persona: Rhaenyra parla direttamente con Visenya, come se potesse sentirla, come se fosse li, con lei, ancora viva. Ho amato che le parli soprattutto “dopo” perché forse, nel momento del parto, è vero che l’ha maledetta, l’ha odiata e ha voluto che qualcuno gliela strappasse da dentro, non le permettesse di fare quello che è stato fatto alla sua, di madre. Ho amato quanto il dolore l’abbia fatta pensare che fosse fatta “di artigli e zanne”, quelle di un Drago, quelle che la laceravano da dentro e la spingevano ad odiarla, quelle che però sono quelle del loro sangue e della loro dinastia – di una madre e di un padre che sono draghi a loro volta – e allora Visenya ha preso il loro patrimonio e l’ha fatto proprio. E graffia e morde e scalcia e fa soffrire, per venire al mondo. Ho trovato straziante quando Rhaenyra dice di aver piegato le ginocchia e pregato solo e soltanto per lei, perché la sua bambina non dovesse pagare le sue colpe – colpe date da una società, da valori morali in cui non crede, ché Rhaenyra colpe non ne ha, se non quelle di aver amato e vissuto. C’è così tanto dolore nell’idea che qualcuno paghi al posto tuo, per un tuo errore. C’è così tanto dolore nel pensare che quell’errore esista, anche se non è così. Perché Rhaenyra – e Visenya, con lei – non hanno mai ricevuto misericordia, né dagli Dei, né dai posteri a cui verrà narrata questa storia, che verrà narrata come scritta dai Maestri e non nella forma di questa poesia, di questa preghiera, gravida di un amore che spacca la carne, quello di una madre che mette al mondo un figlio e, ancora prima di riuscire a vederlo, lo perde.
La preghiera in sé, quell’aiuto che Rhaenyra chiede senza averlo mai fatto, agli Dei, a una madre – che sia la sua, che sia quella dei cieli – di proteggere la sua bambina come lei non è riuscita, mi ha uccisa. Lei che sa che quello è il loro campo di battaglia (così la frase di Aemma) che sente di aver fallito, di non essere stata abbastanza forte da portare a termine quella gravidanza e avere finalmente lei. Bambina dai piedini freddi, dal cuore fermo, che deve dare in pasto al fuoco, deve restituirla all’eterno in cui dovrà aspettarla. Quando le dice di non avere paura, poi, che il fuoco non può uccidere un drago mi sono definitivamente strutta di dolore. Che male.
Insomma, questa recensione non ha molto senso (come tutte le mie recensioni, del resto). Però questo è un testo commovente, che ti trascina, che ti tiene incollato, che ti fa soffrire ed interrogare, e voler cercare i mille significati che tu hai nascosto e disseminato. Sei stata bravissima, veramente. Questa storia ha toccato corde profondissime del mio cuore e per questo ti ringrazio. Scusa per tutte le volte in cui ho scritto “straziante” ma ogni sinonimo non sarebbe stato sufficiente, perdonami!
A presto! Bravissima ancora.
Ti mando un abbraccio forte

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