La tua preoccupazione di essere politicamente corretta, di adattare i versi a qualunque tipo di accoppiamento, mi fa un po' sorridere, perché non direi mai a una donna, per ovvi motivi fisiologici, "sei senza palle". E così la fluidità va un pochino a farsi benedire. La poesia non può lasciarsi sottomettere dal pensiero dominante.
Ci vedo, corroborato anche dalla similitudine con la femminile fenice, una bel canto di una donna appassionata rivolta al suo uomo, assente e incostante.
Belle le immagini, commovente la forma di sonetto, quasi un "inchino" a sapori oggi perduti.
Anche se - non volermene se ancora una volta emerge la mia antipatia di vecchio brontolone - non tutti i versi sono propriamente endecasillabi. A volte presentano improbabili accenti sulla quinta sillaba, a volte - quelli sdruccioli - sulla nona anziché sulla decima, a volte sinalefe e dialefe sono usate impropriamente.
La musicalità comunque è buona lo stesso, la poesia è garantita.

Leggi la risposta dell'autore