Ciao, Francy! ❤
Sono stata molto felice che la tua flashfic abbia vinto l'Oscar alla miglior caratterizzazione, perché questo tuo Harry mi è piaciuto tanto e ho veramente apprezzato l'originalità dell'introspezione, che va oltre ciò che in genere si associa a questo personaggio e cerca nelle sue crepe.
Ti riporto qui i commenti che ho scritto per le nomination, che credo mettano bene in luce ciò che penso della tua flashfic!
Ho scelto di candidare questo racconto come miglior protagonista singolo perché trovo fotografi una versione di Harry verosimile e significativa. Malgrado le poche parole a disposizione, grazie al ritmo lento e quasi “faticoso” del testo, ho avuto la sensazione di leggere una lunga introspezione del protagonista tesa a metterne in evidenza un’unica grande fragilità: l’incapacità di collocarsi nel presente. Nella saga, Harry è il personaggio che del mondo circostante non sa mai abbastanza, eppure ha sempre chiaro quale sia il suo ruolo in quel mondo, quale sia la sua “missione” – lo vediamo caricarsela sulle spalle sin dal primo momento, per istinto, senza mai metterla davvero in dubbio. La saga, come è ovvio che sia, saluta il suo protagonista nel momento in cui questa missione è compiuta, l’eroe ha vinto: e poi? A questo “e poi?” a mio parere riesce a rispondere questo racconto, che ci mostra da vicinissimo il mondo interiore di Harry, la sua difficoltà nel vivere un presente dove non può più identificarsi in alcuna missione, dove non esiste più alcun nemico, dove il ritmo di vita non è scandito dalla guerra, dove Harry è solo Harry – e Harry, che non è mai stato “solo Harry” nel mondo magico, fatica a collocarsi, a riconoscersi un’identità, a riconoscersi in qualcuno che sia “persona” e non “simbolo”. Insomma, ho apprezzato molto questa visione del personaggio e ho apprezzato la conclusione del racconto, che pur aprendosi al futuro in chiave positiva non restituisce il protagonista “risolto”, dà anzi la sensazione che Harry sia solo all’inizio del suo nuovo percorso di vita.
Considerando quanto abbia sentito su di me il mondo interiore di Harry, credo sia stato inevitabile alla fine candidare il racconto anche per la miglior emozione. Non è stato semplice assegnare questo Oscar, alla fine ho scelto la tua storia perché con il suo ritmo lento, faticoso, che un po’ porta ad annaspare, mi ha catapultata nelle emozioni del suo protagonista. Leggendo, ho avuto l’impressione di sentire su di me le emozioni e le sensazioni di Harry, quel macigno che lo induce a isolarsi, interrogarsi, rifugiarsi in pensieri disordinati. I giorni che per Harry scorrono tutti uguali e con difficoltà sono paragonabili alla lettura che avanza parola dopo parola alla ricerca di una svolta che non arriva perché non può arrivare – siamo nel mondo interiore di un personaggio che ha perso i riferimenti, che è ancora troppo ferito, che non sa dove collocarsi e allora si fa carico di tutto ciò che trova sul suo cammino. Ho immaginato questo Harry vivere in una sorta di apnea, e quella apnea l’ho percepita anch’io leggendo.
Insomma, non posso che farti i complimenti per questa introspezione, sono felice di aver avuto l'occasione di leggerla, mi ha colpita molto!
Un abbraccio! |