Ciao Chiara,
anche questa volta sono riuscita a fare mie le emozioni vissute dal protagonista del tuo lavoro.
Mentre tutti dormono, lui continua a ripensare al suo amore perduto; di notte rivive le sensazioni che con lui ha condiviso e, forse, non riesce a farsene una ragione che l’altro non sia più insieme a lui.
L’ho sentito quell’urlo che gli esplode da dentro, dal petto incrinato da un dolore che non può trovare lenimento, e che continua a esacerbare il suo animo facendolo vivere in un perenne, quanto brullo, autunno, sognando primavere che mai più saranno condivise nello stesso identico modo in cui erano condivise un tempo ormai lontano.
E’ un urlo che si alza nella notte ma che arriva muto all’orecchio dell’altro, il quale non potrà mai comprendere l’abisso toccato dalla sua controparte dal momento dell’addio. Ma lui è ancora lì, a pensare a lui, a sperare, anche se è ben conscio che tale speranza sia vana, altrimenti il suo grido verrebbe recepito e otterrebbe magari una risposta, forse anche negativa alle sue suppliche, ma pur sempre una risposta. Probabilmente il terrificante di questa situazione è crogiolarsi in questo nulla nel quale sembra essere precipitato, incapace, per il momento, di reagire poiché la sofferenza è ancora troppo forte e presente.
Un altro dei tuoi componimenti molto intensi e che fa parte del percorso di un’anima tormentata da un amore impossibile.
Complimenti sempre per la forza e il ritmo che imprimi alle singole parole.
Un caro saluto e a presto! |