Ciao Cate!
Perdonamissimi per il ritardo con cui arrivo da questa storia (dì a Milly che può mangiarsi le mie scarpe). Finalmente ho un po’ di tempo libero ed eccomi qui, a dire proprio: che dolcezza! Molly ed Arthur sono un po’ i “nonni” di tutti noi, l’esempio d’amore sincero, “normale” nell’accezione più pura e positiva del termine. Si supportano a vicenda, si comprendono, si prendono cura uno dell’altra. Ci credo che Arthur abbia capito che Molly era quella giusta quando le ha chiesto di spiegargli come funziona un tostapane. E non per il tostapane in sé, of course, ma perché è voluta entrare nel suo mondo: ha capito quanto i Babbani fossero la sua passione, la sua aspirazione, e non l’ha giudicato o preso in giro, ma l’ha ascoltato, assecondato, si è interessata con lui. Questo è il vero amore: non essere un uno più uno ma un due. E loro sono l’esempio perfetto! Ho amato i tuoi richiami alla casa piena di marmocchietti, al silenzio che sicuramente piace ad un papà tanto stanco… silenzio che però non viene dalla solitudine perché vedere Molly nel lettone grande con tutti i suoi bambini, la loro famiglia, ciò che il loro amore ha prodotto, la loro “luce riflessa”, è sicuramente il regalo più bello. E, riprendendo le tue note, chi non vorrebbe questo tipo di amore?
Grazie per aver condiviso la tua storia e per aver partecipato! A prestissimo
Ti abbraccio |