Questa seconda poesia mi è piaciuta anche più della precedente. Questo, sia ben chiaro, non ha niente a che vedere con un giudizio di regressione poetica, per carità.
È che contiene immagini improvvise, a un primo impatto sgangherate, che invece perfettamente si intonano col filo del pensiero. Un pensiero, come sempre, denso e intenso, tanto da rischiare di essere sottovalutato o incompreso.
È che riesci a giocare con grande padronanza con la lingua inglese, facendone un modo di esprimersi incredibilmente musicale e compatto.
Con facilità e naturalezza i versi riescono a venir fuori corti.
Con lievi variazioni la strofa finale riesce a sottolineare quella iniziale.
Una bella poesia, difficile da tradurre in italiano. |