Recensioni per
Lieve, l’abisso
di SeleneMarino

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/05/24, ore 19:46

Ciao Selene!
Come promesso, per le tre recensioni e un dato eccomi qui su AOT (ho letto anche una delle storie su HP però, mi sa che passerò a lasciarti un parere pure di là, con più calma)
E' da molto tempo che non riprendo più il fandom, ma ovviamente ricordo Armin molto bene, così come quella scena così sofferta in cui Levi va a dare a lui il siero, invece che a Erwin. Un po' come dice Armin stesso, però, non si tratta semplicemente di essere stato salvato, ma anche di una maledizione, una condanna.
La sua introspezione nella parte centrale della storia mostra molto bene il lato più schematico e insicuro del suo carattere, il suo ascoltare le conversazioni rimanendoci male ma non facendone mai parola, costruendosi sempre in testa schemi mentali su tutti gli interlocutori (in questo caso, a partire proprio da Levi).
La sua incertezza è perfetta, in questo momento del racconto, e la frase finale non fa che aumentare ancora di più il senso di angoscia e di spaesamento, di paura di essere entrato in qualcosa di davvero troppo grande per lui.
"con quale coraggio avrebbe potuto servirsene? Il gigante colossale era un’arma che nessuno sano di mente avrebbe mai voluto usare."
Trovo che questa frase abbia veramente riassunto il suo modo di essere, di vivere le responsabilità. Anche perché sappiamo che, non solo nel suo caso, il coraggio va a costruirsi con la crescita, ma se non supportato dall'intelligenza e dal senso del dovere va a causare unicamente danni a sé e alla collettività. Ma se in questo fandom c'è un personaggio assennato, logicamente ed emotivamente, questo è proprio lui.
Davvero complimenti! Tra le tue righe ho rivisto in tutto e per tutto l'Armin dell'anime.
In bocca al lupo per i tuoi progetti di scrittura e alla prossima :)
mystery_koopa

Recensore Veterano
11/03/24, ore 22:59

Ciao:)
Perdona il ritardo, sto cercando di concludere alcuni libri che ho acquistato di recente e, ovviamente, dedico con piacere il mio tempo libero alle storie che hanno catturato il mio interesse qui su EFP. Ovviamente rientri nella lista. Diciamo che, io amo leggere, soprattutto i romance, eppure questa raccolta mi ha catturata perché, sei stata brava a cogliere i personaggi attraverso spaccati quotidiani e scene epiche ormai note a tutti ^^
Sai, il bello di questa opera (come in tutte le opere) è guardarla con occhi diversi. Ognuno di noi avrà il proprio pensiero a riguardo e, Isayama stesso ci ha concesso gentilmente di conservarlo, invitandoci a leggere il manga e sviluppare il nostro personale punto di vista, qualunque esso sia. Ho amato ciò, perché la lettura non ha catene, ci rende liberi e, quindi ognuno può avere assolutamente ragione o torto. È tutto opinabile. Levi stesso direbbe che non ha certezze a riguardo, quindi è stato bello scoprire il tuo punto di vista e "inglobarlo" al mio. Ti ringrazio per aver condiviso il tuo lavoro, graditissimo ^⁠_⁠^
Armin è un personaggio che ammiro molto. In quella famosa puntata, quando ha rischiato di perdere la vita, mi sono sentita mancare. È un genio, Levi lo riconosce, Erwin anche. In questa flash hai saputo enfatizzare questo aspetto e mostrarci la brutalità che ne è seguirà. Ha ereditato il gigante colossale, nel suo piccolo ha avuto un compito così grande da portare a termine. La lotta interna e tutta l'insoddisfazione che ha avvertito, mi ha decisamente intrigata. Armin è diffidente verso se stesso e ha addirittura disprezzato Levi per via del suo linguaggio colorito, anche se è stato positivo nei suoi confronti. A parte che le battute di Levi sono esilaranti, mi è anche piaciuto il fatto che nonostante la differenza di alcuni -Hanji- alla fine Armin ce l'ha fatta. Questo potrebbe racchiudere una morale: nella vita ci sarà sempre gente pronta a remarti contro ma, alla fine, conta chi sei, nonostante i pregiudizi che si fermano, in questo caso, alla statura di un personaggio con un cervello grande e un cuore colossale:P
I miei sinceri complimenti!
Spero di rincontrato presto in questi lidi.
Un abbraccio, alla prossima!

Recensore Junior
08/03/24, ore 18:40

Ciao Selene, devo confessarti che non sempre riesco ad apprezzare le one-shot, perché purtroppo chi le scrive spesso non riesce, per quanto si sforzi, a centrare l'argomento con poche, efficaci parole; tu, invece, sei stata molto brava. Già in “Cuori” mi ricordo che ci avevi offerto “un'istantanea” di una delle scene più famose di SNK e anche qui, con questi piccoli sei episodi, hai mantenuto questa linea, che apprezzo molto; Levi è un personaggio particolare e difficile da rendere, e ho apprezzato che tu non ci abbia proposto un “Ora vi dico io quello che pensa” bensì un “Ma secondo voi, gli altri come lo vedono?”, soffermandoti, tra l'altro, intelligentemente, su sei personaggi diversi fra loro che hanno potuto offrire sei punti di vista molto differenti.

Erwin era praticamente obbligatorio da inserire, Isayama negli anni ci ha raccontato il rapporto fra questi due uomini lasciando alla fandom il beneficio del dubbio (penso onestamente per accontentare un pò tutti) e anche se nel tempo il concetto dell’Ackerbond ha subito delle variazioni, non si può negare che qualcosa abbia unito questi due personaggi sino alla fine (e oltre); appare lampante a chiunque abbia letto il manga con un minimo di cervello. L’accenno all’Eruri è velato e piacevole, e anche senza voler vedere la malizia in ogni angolo, sicuramente una persona con le capacità di Levi deve aver colpito sin dal principio, a prescindere, un uomo intelligente come Erwin; una struttura simile la ritroviamo in “Grazia”, dove forse l'Eruri è leggermente più evidente ma dove emergono, soprattutto, il modo in cui Levi conosce Erwin per com'è davvero (quando lo interrompe) e l'affetto (amicale, platonico o altro che sia, qui non è importante) che intercorre fra i due, col perentorio: “E vai a farti vedere quella gamba, o ti ci porto di peso”.

Sono contenta che tu abbia inserito anche Keith Sadis in questa raccolta, perché è un personaggio spesso rimasto in secondo piano ma che tuttavia ha avuto un suo peso e una sua drammaticità (e, fra l'altro, con una delle morti migliori di tutta l’opera… anche se detta così suona un pò macabro 😅). Mi piace come hai descritto il modo in cui il Comandante vede Levi, recalcitrante, chiaramente ostile; ma, e qui sta l'intelligenza, Sadis capisce che una persona come lui “ era meglio tenersela lì “; la questione delle lame è una cosa che mi è rimasta impressa sin da quando ho letto per la prima volta No Regrets (tra l'altro non solo Sadis, ma anche Flagon se n'era lamentato; anche perché oggettivamente tenere le lame così è inutile ma, ehi, Levi è Levi), e per quanto riguarda la questione del saluto beh, non ho potuto non ripensare all'altra tua oneshot, “Cuori”.

Per quanto riguarda la questione Rivetra, sarò sincera, è una coppia che non mi ha mai detto nulla: da un lato proponeva un cliché trito e ritrito, mentre dall'altro mi ha sempre dato un'impressione “sbagliata”, perché si sarebbe pur sempre trattato di un superiore che si intrattiene con una sottoposta più giovane. Ma che Petra potesse ammirare, stimare e, perché no, avere una cotta per Levi quello sì, sicuramente; mi è piaciuto il mini spaccato di cameratismo e di rapporto fra commilitoni che hai proposto e mi è piaciuta anche la conclusione, in cui non ci dici precisamente “e così realizzò che l'aveva sempre amata”, anche perché sarebbe stato un pò stantio, ma invece accenni a qualcosa che era sempre stato lì e che, molto semplicemente, Levi non aveva mai notato, finché non era stato troppo tardi. Molto delicato.

Al pari di Erwin, non potevi non raccontare anche di Hange: i veterani sono stati praticamente la famiglia di Levi, e con la Caposquadra avevi già fatto da apripista in “Cuori”. Sarò un pò controcorrente, ma se dovessi scegliere sceglierei una LeviHan ad occhi chiusi, rispetto a una Rivetra: Hange è forse la persona che, nella vita, è riuscita a comprendere meglio Levi ma, soprattutto, a essere per lui un'amica e un supporto, dal loro primo incontro ( un pò ostico ) fino al salvataggio del Capitano da parte della Comandante. Per questo, ho trovato molto naturale l'idea che Hange si avvicini a Levi dopo il rientro dalla 57esima spedizione per sapere come sta, anche superando l'iniziale ritrosia del commilitone. In fondo, entrambi negli anni hanno visto (e vedranno ancora) tanti compagni cadere, ed è inevitabile che questo crei un legame; sei stata molto brava a tratteggiare tutto questo con poche parole.

Stavo per scriverti: “Anomalo” è stata la mia oneshot preferita ma niente, poi ho letto “Abisso” e Hange è scivolata in seconda posizione, sorry. Armin è un personaggio che spesso nelle fanfiction passa in sordina, rispetto a Mikasa ed Eren, ma in realtà è molto più intelligente di loro e, soprattutto, è nato per essere leader; e il fatto che non se ne renda conto, o meglio, che sia convinto di non essere degno di certi riconoscimenti o oneri lo rende estremamente realistico e molto umano per quanto lui per primo, come hai notato giustamente anche tu, più volte affermi che per vincere chi combatte è costretto a spogliarsi della sua umanità e a smettere di essere “buono” ( cosa che, per l’appunto, lui è convinto di non essere).
Il terribile “momento della siringa” è sempre stato qualcosa di straziante, per me, e non nego che all'inizio ci rimasi malissimo, convinta che Levi avrebbe dovuto scegliere Erwin per quanto, come lo stesso Isayama avrebbe detto in seguito, l'arco narrativo del Comandante avesse trovato la sua conclusione, e come personaggio non avesse più nulla da offrire (anche se io piango ogni volta che rivedo la scena, non posso farci nulla).
Armin, viceversa, aveva ancora molto da dare, e non dico solo a livello narrativo, ma anche come “persona” all'interno della trama; Armin ha il suo sogno, Armin ha il mare. E Levi questo l'aveva capito, così come aveva sempre considerato quel ragazzo molto intelligente, anzi, “un cazzo di genio”.
Mi è piaciuto come hai analizzato, in poco ma molto bene, l'excursus dei pensieri di Armin, il contrasto fra la sua intelligenza (che lui sa di avere ma che non vede come un vanto, perché per tanto tempo ha avuto solo quella, e gli ha valso pure delle botte) e la forza bruta di cui ormai dispone, la sua insicurezza e quell'idea di essere “non buono” in quanto sa che, prima o poi, quella forza bruta lui la dovrà usare; il dono, secondo gli altri, la maledizione, secondo lui. Nel caso volessi cimentarti in qualcos'altro riguardante Armin, approvo calorosamente, perché si percepisce che è uno dei tuoi personaggi preferiti, e l'hai centrato in pieno!

Scusa se magari ti ho scritto un poema, ma ho letto tutte le oneshot di fila e ho preferito fare un'analisi collettiva; se ti sono sembrata logorroica, scusa ancora 😅. Grazie per aver condiviso questa raccolta, spero che proporrai qualcos'altro, prima o poi.
Alla prossima!

Recensore Master
05/03/24, ore 10:19

Ho trovato davvero interessante questo tuo punto di vista fatto passare attraverso gli occhi di Armin, sul nostro capitano. Noi siamo onniscienti come spettatori e conosciamo bene anche le parti meno note di Levi, i ragazzi no.
Non ho mai pensato che Armin potesse vederlo in un modo, passami il termine, "così negativo" ma non è una cosa così improbabile, l'ho trovava plausibile. Armin è diametralmente opposto a Levi e sono d'accordo sul fatto che scegliendo di "salvarlo" lo abbia invece condannato, perché Levi non sapeva a quel punto come sarebbero andate le cose e un "fottuto genio" sul campo di battaglia gli faceva di sicuro comodo. Certo anche Armin alla fine si sporca le mani e non poco, ma questo fa parte dell'ottima caratterizzazione che Isayama ha dato ai suoi personaggi. Nessuno è totalmente cattivo e nessuno è totalmente buono, a parte Floch che è quello che è, porello, più di lì non ci arriva, ma soprassediamo 😁
Riguardo l'annosa questione del siero la penso come te. Io ho odiato la morte di Erwin tanto da abbandonare SNK per anni. Ma con il senno di poi ho capito che era una scelta ponderata e giusta. Erwin non aveva più niente da dire in seno alla storia, il suo arco narrativo si era già concluso con la perdita del braccio e la sua salvezza non avrebbe avuto molto senso, non per come era stato impostato il suo personaggio. Con il tempo ho amato alla follia come Isayama abbia studiato e reso i personaggi prendendo a schiaffi i lettori con una maestria invidiabile. Tutto torna alla fine come le tessere di un puzzle. Nessuna morte e nessuna vita salvata è fan service o pura cattiveria narrativa. 
Ecco mo' che ho fatto il pippone pure io, mi posso congedare.
Complimenti anche per questo punto di vista!
Un sauto e alla prossima!