Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: SeleneMarino    04/03/2024    3 recensioni
— Lo guardo perché voglio imparare a combattere come lui.
— Vuoi imparare come non si tiene in mano una tazza, forse. — Ribatté Nanaba, con un’occhiata sarcastica al gesto peculiare con cui il soldato più musone dell’umanità stava bevendo un tè — o qualche altra sbobba troppo analcolica per la locandaccia in cui si trovavano.

Come appare Levi agli altri personaggi?
- - -
Una raccolta di one-shot e flashfic che esplorano vari momenti e punti di vista:
1. Erwin Smith • Sparviero – pre canon – Città sotterranea;
2. Keith Shadis • Bastardo – post "No regrets";
3. Petra Ral • Sincero – fino a 57ª spedizione;
4. Hange Zoe • Anomalo – post 57ª spedizione;
5. Erwin Smith • Grazia – post 57ª spedizione;
6. Armin Arlert • Abisso – ritorno a Shiganshina;
7. Erwin Smith • Disobbedienza – post 57ª spedizione.
- - -
[Ship: un pizzichino di Eruri e Rivetra platoniche]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Nota dell'autrice
Questa storia si è praticamente scritta da sola, dandomi lo spunto per le precedenti.
Armin è un personaggio che apprezzo moltissimo e non vedevo l'ora di pubblicare la sua parte! ♥︎ Spero di non averlo stravolto.


Questa storia partecipa all'iniziativa di scrittura Le 12 fatiche dello scrittore di fanfiction indetta da LadyPalma e Mati sul forum Ferisce la Penna.


Abisso


Armin non era tipo da farsi abbindolare dalla forza bruta, e questo era ovvio, considerato quanti calci nelle costole si era dovuto prendere fin da bambino per il solo fatto di possedere un cervello e di volerlo usare. 

— Sei sicuro di voler prendere anche Arlert? — Aveva chiesto, in tono lugubre, la caposquadra Hange.

— Ci serve.

— Non ha il fisico, Levi! È un miracolo che se la sia sempre cavata finora. Non durerebbe un giorno nella tua squadra.

— Miracolo un cazzo. È l’unico tra quei mocciosi ad avere un cervello. 

— Anche Kirschtein non è stupido, e la forza non gli manca. Fatti bastare lui, no? 

— Kirschtein non è stupido, ma il biondino è un cazzo di genio. 

— In effetti ha delle doti strategiche sorprendenti — aveva ammesso lei con riluttanza — ed Erwin l’ha puntato da un pezzo, ma...

— Appena rimette il culo sul cavallo, Erwin è merda di gigante. — Il tono del capitano era persino più aspro del solito.

— La “merda di gigante” non esiste, e comunque Erwin non può continuare a combattere in queste condizioni: dovrà farsene una ragione. Si occuperà della strategia e, già che ci siamo, terrà Arlert con sé. Lo convinceremo. — Aveva concluso Hange, con meno convinzione di quanto le sue parole avrebbero richiesto.

— No. Ci serve un altro cervello oltre al tuo, quattrocchi. Sul campo. O il biondino, o niente.

Armin aveva origliato la conversazione qualche ora prima che lui, Eren e tutti gli altri fossero convocati da Levi come sua nuova squadra, e non gli era piaciuta per niente. Non era tipo da trovare divertente la violenza, nemmeno quella verbale, e il linguaggio da bassifondi del capitano gli dava enormemente fastidio, anche quando serviva, per così dire, a fargli un complimento. 

Erano molte le cose che lo infastidivano del suo superiore, a dire la verità. 

— Il soldato più forte dell’umanità! — aveva gridato anni prima un piccolo Eren in estasi.

— Stronzate — aveva bofonchiato il soldato da lontano, mentre il Corpo di ricerca sfilava mesto per la città.

Da quel giorno le parole crude di Levi non erano mai sfuggite ad Armin, così come la sua supponenza e quell’aria perennemente annoiata, che sembrava voler gridare in silenzio quanto più forte e letale lui fosse di tutti gli altri e quanto il suo corpo fosse una minuscola e implacabile macchina da guerra. Quello che il corpo di Armin, altrettanto minuscolo, non sarebbe mai stato. 

Forse la cosa che più lo infastidiva, però, era che adesso il suo corpo lo era diventato, una macchina da guerra. Solo, di proporzioni gigantesche. Colossali, a dirla tutta.

Levi l’aveva salvato, avrebbero detto gli altri; l’aveva maledetto, avrebbe precisato fra sé Armin, ricacciando indietro la gratitudine. E poi, come si poteva anche solo pensare che il suo briciolo di intelligenza valesse il sacrificio di un uomo come il comandante Smith? 

Un genio, lui? Grazie tante. Adesso era un “cazzo di genio” cannibale capace di trasformarsi in un mostro incendiario. Un mostro inutile, in mano sua, perché con quale coraggio avrebbe potuto servirsene? Il gigante colossale era un’arma che nessuno sano di mente avrebbe mai voluto usare.  

Fino a che punto però sarebbe riuscito a sottrarvisi? Prima o poi sarebbe arrivata una circostanza così disperata da spingerlo a frantumare e bruciare — trucidare — ogni cosa sotto i suoi piedi. Sarebbe arrivata una circostanza in cui la bruta necessità avrebbe vinto, di nuovo, sulla sua coscienza, ed era inutile illudersi del contrario: per quanto potesse raccontarsi di odiare la violenza, per quanto potesse desiderare di essere una persona buona, Armin non poteva negare la realtà dei fatti. Le persone buone non uccidevano altre persone, nemmeno per salvare un compagno in pericolo. 

Avrebbe potuto andarsene da altruista, lasciando il mare agli altri, se solo quella siringa fosse stata usata su chi, pensava Armin, la meritava davvero. Invece Levi aveva scelto il comandante: aveva preferito donarla a lui, la grazia di morire con un sogno intatto, e aveva riportato tra i vivi Armin, che era il più debole, inutile, illuso fra tutte le reclute, inchiodandolo alla sua mostruosità. 

Il ragazzo finì di vomitare, alzò la testa e incrociò lo sguardo del capitano. Era l’abisso.

 


Nota dell'autrice
Grazie a chiunque abbia avuto la pazienza di leggere fin qui! Spero che sia stato piacevole.
- Segue pippone - 
Vorrei aggiungere che non condivido il disprezzo che ho fatto rivolgere da Armin a se stesso! 
Sono anche convinta che la scelta di salvare lui e non Erwin abbia senso in termini di trama e di caratterizzazione dei personaggi.
Che Erwin abbia imboccato una strada suicida si capisce già prima della spedizione a Shiganshina; mi pare una conclusione coerente non solo con il suo personaggio, totalmente dedito alla propria causa e tormentato dalla montagna di cadaveri che ben sappiamo, ma anche con quello di Levi, per il quale non avrebbe senso, credo, condannare Erwin a diventare un "demone" senza più uno scopo. Per di più, è ricorrente in Levi la scelta di salvare i ragazzini, per quanto ostenti di disprezzarli, quindi si capisce come la scelta infine ricada su Armin. E poi, oh, sentite, Armin è davvero un "cazzo di genio" e merita il posto di rilievo che Isayama gli ha riservato! Tutto questo pippone solo per prevenire eventuali polemiche e chiarire la mia posizione sul famigerato "serumbowl". 😇
 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: SeleneMarino