Recensioni per
Avevo un regalo per tutti
di AliceVolevaMorire

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
22/08/13, ore 13:43
Cap. 1:

Melanconico e triste, non sense a effetto emotivo; La scrittura semplice, quasi vista da gli occhi di un bambino, ma comunque dettagliata nelle sensazioni. Be' non so cos'altro dirti, complimenti :)

Recensore Veterano
27/01/10, ore 21:12
Cap. 1:

Scusa se recensisco solo ora, ma non avevo notato che avevi pubblicato questa storia! Non è bella come la precedente, ma mi è comunque piaciuta. Bella soprattutto l'immagine finale, è di una tristezza infinita.

Nuovo recensore
18/01/10, ore 15:45
Cap. 1:

Mi piace come scrivi.
Oh, lo so, è una cosa tanto banale da dire, ma ho inserito il tuo nome fra quelli dei miei autori preferiti, e allora ci tenevo a giustificarmi.
Mi piace davvero tanto, dicevo. Sarebbe stupido dire che l'uso della lingua italiana è perfetto: scrivi nonsense e della grammatica potresti anche infischiartene; aspettarsi errori di ortografia e similia, invece, non è nel mio carattere. Potrei dirlo, duqnue, ma non lo faccio.
Ci tenevo a farti i complimenti per il modo in cui usi il colore, invece, che detto così fa anche un po' ridere, recensendo quello che sto recensendo, ma giuro che è un complimento globale. Lo usi sempre per sottolineare, ma non si vede quasi. Uno legge le tue storie e ne esce con un'impressione che è prima di tutto visiva, e non capisce perchè. Poi, rileggendole più a fondo, si capisce che a dare questa impressione sono colore e accostamenti di immagini e il suono delle parole, ma usati bene..! E questo è vero per qualunque autore, ovviamente, ma soprattutto per chi scrive cose come le tue, un po' impressioniste prima che surreali.
L'unico appunto è che spesso sembrano molto di testa.
Hanno un'archittetura molto rigida, sotto l'apparenza del flusso di pensieri, e la sensazione è che a tratti siano un po' ingessate, come se mancasse del sentimento. Questo può intimidire i lettori, perchè tendi a sembrare un po' distante come autrice, e magari sto proiettando e intimidisce solo me, ma sono una a cui piace che l'autore mi stia vicino, sia una guida, più che uno scrittore lontano e un po' austero.
Ma ripeto, magari sono io che proietto. E che sono prolissa, e mi scuso sin da ora se esulo dal canone della commentatrice di nonsense: di solito non mi piace troppo com genere; mi dispiace ripetermi, ma tendenzialmente lo trovo troppo intellettuale e un po' falso. Se tu mi piaci tanto, come autrice, è perchè hai potenzialità che esulano dal genere in cui ti identifichi.
Scusa per la recensione, è lunga e sembra anche orribilmente presuntuosa, ma ci tenevo a spiegare bene i motivi per cui ti ho piazzata fra gli autori preferiti.



...E ovviamente in tutto questo avevo dimenticato di commentare la storia in sè. Oddio, che figura!
Mi limito a esprimere tutta la mia simpatia al bistrattato color ocra. E mi piace quest'idea che sia un colore un po' negletto, e mi è venuto da sentirmi in colpa perchè anch'io me lo sono sempre perso.
Accostare la solitudine della protagonista a un colore un po' spento e triste è un'idea carina, ed è come se le formassi una cappa di tristezza tutto intorno. Mi piace il ritmo, che malgrado utto è scanzonato e leggero; per tutto il tempo si ha l'impressione di uno strano valzer, e sono cosciente della banalità della metafora, sì.
E probabilmente, ma magari mi sto spingendo troppo oltre, probabilmente c'è anche che noi che leggiamo e tu scrivi sappiamo bene che lei, la protagonista dico, si sta commiserando ed è un po' immatura, e in fondo anche lei è una bambina, con la differenza che è l'unica a non saperlo. Ho forzato l'interpetazione? (Recensione modificata il 18/01/2010 - 03:55 pm)
(Recensione modificata il 18/01/2010 - 03:55 pm)

Recensore Veterano
12/01/10, ore 21:36
Cap. 1:

Non mi piace arrischiare interpretazioni. Non mi è molto chiaro il motivo per il quale, nel recensire una nonsense, si debba produrre un'altra micrononsense fatta di anafore e sospensioni.
Bah, misteri.
Fatto sta che mi sembrava opportuno scrivere due righe di commento a questo testo. Non perché io abbia sofferto particolarmente (anche se devo ammettere che mi abbia colpito più di molti altri scritti anche più pretenziosi), ma perché trovo affascinante questa bizzarra capacità di accostare frammenti di frasi apparentemente privi di qualsivoglia nesso logico... e alla fine ritrovarsi per le mani una storia. Lo trovo singolare, singolare e singolarmente complesso. Ma davvero apprezzabile.
Questo detto molto in generale, perché mi sembra si possa accomunare in linea di massima a molte di quelle storie che vanno sotto il nome di nonsense.
Poi, non vedo perché dirti che ci vedo te in questa storia. Senza offesa, non ti conosco, e anche sforzandomi non mi pare proprio di trovare riferimenti autobiografici. Boh, forse sono insensibile.
E nonostante questo, volevo sottolineare, mi è piaciuta. E' stata una lettura più che breve, supersintetica, da cui ho tratto semplicemente l'impressione di una grande, profonda solitudine.
La quale solitudine, ripeto a costo di sembrare un filino scemo, non credo abbia per forza una connotazione personale. Mi sembra infatti nozione ovvia che uno scrittore attinga alla propria esperienza di vita per mettere su carta qualcosa di sè: ma di qui a definire qualunque scritto di cui non è cristallino il significato come un riversamento totale dell'autore sulla pagina... bah, mi sembra che ce ne passi.
Mi scuso con te per aver un pò divagato rispetto al tema centrale della recensione, che dovrebbe essere la tua storia in esame. Ma forse -avendo io letto praticamente tutto ciò che hai scritto e avendo recensito pochissimo- questo sproloquio può passare anche per una sinossi concettuale di ciò che penso.
I tuoi scritti sono ottimi dal punto di vista della lingua, davvero niente da eccepire. E sono densi di quel mistero un pò sofferente che può stuzzicare molto.
Però -mi scuserai- mi sembrano un pò sommersi nel mare del nonsense.
E con questo, ricollegandomi all'inizio della recensione, chiudo la parentesi (che ha assunto proporzioni ciclopiche^^) e ti faccio, nonostante tutto, i miei complimenti.
Sei una brava scrittrice (il termine andrebbe sottolineato, ma non mi ricordo il tag). Ne sono convinto.
willHole, ancora scusandosi per la prolissa esposizione, porge sorrisoni^^

Recensore Master
06/01/10, ore 22:56
Cap. 1:

Credo che io e il pastello ocra andremmo d'accordo, si.
E no, non perché voglio fare la vittima.
Semplicemente perché come lui, tendo ad essere soverchiata dagli altri colori.
Non è vittimismo, no.
E' un dato di fatto.
Sai, credo che "mi piace" non siano le parole giuste per descrivere cosa ho provato mentre la leggevo.
Sinceramente non so come mettere per iscritto cosa provavo mentre leggevo.
Forse non devo scriverlo.
Forse devo semplicemente dirti che l'ho letta, per evitare di scrivere parole che non c'entrano niente con quello che hai scritto tu. Rischio di sbavare, ecco.
Sbavare, si.
Si, l'ho letta.

Besos.

Recensore Master
06/01/10, ore 21:02
Cap. 1:

E' scritta frettolosamente perché è di fretta che è fatta.
Una fretta dolorosa.
Una fretta che vuole solo esaurirsi.
Il bisogno profondo di gridare velocemente cos'è che ci ha ucciso per poi tornare nel mutismo più assoluto.
Diciamo che è Alice che parla.
L'avevo un pò persa in una storia a capitoli poco affine al suo essere, un essere che si esprime al meglio lanciando pezzi d'anima e sparendo subito dopo per rifugiarsi chissà dove.
Per chissà quanto tempo.
Diciamo che è Alice che parla.
Così noi ci consoliamo che sia ancora viva e lei non avrà nuovamente centrato il suo obiettivo.
Ma è il mondo e bisogna farci il callo.

Recensore Master
30/12/09, ore 14:48
Cap. 1:

Alice. Eva. Come preferisci. Semplicemente tu. Ecco, Tu!
Quanto tempo? Quanto tempo mi hai lasciata a morire di sete senza le tue storie?
Quanto tempo e poi questo. Questo che probabilmente non è una storia. Questo che è come un racconto durante quelle lacrime al ricevimento senza nessuno da ricevere e con solo te stessa come ricevente di quel regalo che nessuno, forse nemmeno tu, riceverai. E' come un racconto tra le lacrime, ecco: veloce, confuso, angosciato, in cerca di comprensione, di un abbraccio, di uno sguardo, smorzato dai singhiozzi e lasciato sedimentare tanto da diventare un ricordo, tanto da assumere il colore stesso dei ricordi.
Perchè per me è l'ocra il colore dei ricordi, davvero. Lontano: caldo quando fa freddo e freddo quando fa caldo, quasi a lasciarti sempre a bocca asciutta. Ocra. Non è giallo, non è arancione, non è marrone. Semplicemente è. E per me è ricordo. E adesso è anche questa storia.
Non forte, non scritta con troppa cura, magari nemmeno tanto pensata, ma necessaria.
Necessaria alla tristezza che racchiude, a quella sconsolazione in cerca di qualcuno che la consoli. Necessaria, secondo me, a farti riprendere fiato. Necessaria.
E non so quanto mi piaccia, non lo riesco a capire. E' perchè i miei commenti sono spesso fuori luogo, perchè commento sempre appena dopo aver finito la lettura, commento senza nemmeno saper cosa dire, a volte...
So solo che mi ha travolta, quasi affogata in quel mare prima ocra e poi nero delle tue parole. In quella malinconia triste, ma tanto, tanto triste da lasciarmi spiazzata.
E mi piace lasciarmi cullare dalle tue parole. Ogni volta.