L'ambientazione circense è interessante e anche l'immagine della protagonista che conosce a memoria il discorso introduttivo del presentatore e lo ripete insieme a lui con annoiata indifferenza. Confesso, però, che la protagonista più che commuovermi mi ha irritata profondamente. Il cinismo non mi disturba ma la supponenza lo fa sempre,anche se, proabilmente, il fatto che riesca ad irritarmi è sinonimo di buona caratterizzazione ( dopotutto i personaggi piatti lasciano indifferenti non irritati no ^_^?). La trama è una rivisitazione interessante del tema dell'innocenza infranta. Tuttavia non riesco a capire il senso del suicidio del seduttore, è un personaggi più o meno di contorno e avrei preferito non sapere che fine avesse fatto, l'idea che potesse vivere come nulla fosse avrebbe a mio avviso aggiunto dramamticità. Tra l'altro chi è che parla? " Io non lo so" etc.
Per quanto mi sia  davvero piaciuta la trama e abbia apprezzato la caratterizzazione del personaggio ( ma non il personaggio) ho un problema insormonatabile con lo stile. Dio sa quanto io odii il periodare a singhiozzo. Lo so, davvero, lo so che è in voga nella letteratura contemporanea, che molti lo apprezzano e che così è stato anche in questo caso, io, tuttavia, proprio non ci riesco. Quando mi trovo dinnanzi a periodi strutturati in stile "frase punto, a capo, frase punto, frase punto, a capo, frase di due parole punto." non posso fare a meno di domandarmi " cosa ti hanno fatto le subordinate?". So che sembra un giudizio particolarmente astioso, che probabilmente sono vecchia dentro e che penserete tutti malissimo di me ( forse a ragione), ma io credo che le subordinate siano poesia. Spero tu non me ne voglia.
(Recensione modificata il 23/08/2011 - 03:30 pm)

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