Recensioni per
Ink Child
di Gipsy Danger

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
24/02/11, ore 15:25

Splendidi questi due ultimi capitoli! Mi è piaciuto parecchio il fatto che, alla fine, Kail e Yash siano riusciti a “sentirsi” fisicamente, ad avere un corporeo rapporto di fratellanza. Mi sono piaciute molto, inoltre, le due frasi che hanno concluso il capitolo 8: mentre leggevo, ho pensato “wow!” e ho immaginato una macchina da presa che, da un primo piano dei protagonisti, zooma per staccarsi da loro e concedere un momento privato.
Bellissima storia, davvero! I miei complimenti! :)

Recensore Junior
21/02/11, ore 14:00

Dunque.
*prende fiato*
Innanzitutto ribadisco quello che ti dissi tempo in privato, ovvero che se dubiti un’altra volta di te stessa e delle tue capacità, la marmaglia ai miei comandi ha sempre moschetti carichi e corde di canapa pronte. E basta un mio ordine *sbuffo del capitano* Ok, diciamo un ordine indiretto.

L’idea di fondo di questo racconto è incredibile per due motivi. Anzi, impensabile.
Impensabile che un aborto possa essere trattato con tale forza e con tale delicatezza al tempo stesso. Non c’è denuncia ma c’è dolore, rabbia, amarezza; non è importante il come e il perché dell’aborto, ma che ci sia stato. Punto. Kail piange, si rode, non sui motivi di questo tragico evento, bensì perché capisce che, in qualche modo, il fratello/sorella (anzi, solo fratello, per lei) ha bisogno di aiuto, e lo vuole da lei.
Il secondo motivo è...beh...proprio lo spunto autobiografico. Hai avuto una forza d’animo notevole per buttare giù qualcosa che ti ha fatto così male; io non so se ne avrei avuto il coraggio.

Kail è pura empatia con il lettore, sia esso maschio, femmina, giovane o adulto. Il suo dramma è il nostro, una molla che ci spinge a riflettere anche sui rapporti con eventuali fratelli vivi e vegeti, ma neanche lontanamente profondi come quello che, per poche ore, unisce la protagonista con il Mai Nato.
I personaggi di contorno hanno tutti il loro posto: Elinor, soprattutto, spalla ideale e braccio sostenitore. Nonché brava disegnatrice in potenza^^”.
Poi c’è Miriam e...
Già, Miriam.
Più leggo del pezzo che la coinvolge, più mi sale la rabbia e lo scoramento.
Il suo aiuto e il suo sostegno (anzi, il mio), come dici nelle note, è giunto a posteriori (diciamo MOLTO a posteriori). Quando realmente serviva, non c’ero. E mettiamoci un altro punto, perché questo è il commento al TUO racconto, non un motivo di sfogo inutile per me.

Non dico che mi è piaciuto. Penso le mie parole parlino da sole.
Prima di chiudere, aggiungo solo un’ultima cosa.
Questa storia, oltre ad aver esaudito il più intimo desiderio di Yash, fa riflettere sul ruolo, preponderante e mai subordinato, che può avere una scrittura fatta col cuore.
E qui, di soprannaturale c’è ben poco.
Questa è realtà.

E con questo, chiudo.
Satomi