Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Gipsy Danger    21/02/2011    2 recensioni
Sesta classificata e vincitrice del premio giuria nel contest "Amore Fraterno" di Rota; prima classificata e vincitrice dei premi Stile e Originalità nel contest "Sulle orme di Nessuno" di Fatafaby.
Kail ha diciassette anni, vive da normale adolescente e si è sempre dichiarata figlia unica.
Yash, suo fratello, di anni ne dovrebbe avere ventisette, ma la vita gli è stata negata prima ancora che potesse conoscerla.
Quando Kail lo scopre, finisce per spalancare, inavvertitamente, la porta tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Spetta a lei, ora, scoprire perché Yash ha bisogno del suo aiuto e difendere la memoria di suo fratello con l’unica arma che ha a disposizione: la scrittura…
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
(Or is it only the beginning?)


Ad occhi chiusi, ricorda.

Lei e suo fratello seduti lungo il margine della strada, le dita intrecciate. Kail ha la testa appoggiata sulla sua spalla, Yash giocherella con la cerniera della felpa scolorita che indossa la sorella.

“È quello che ho sempre sognato.” Confessa lei, a mezza voce.
“Davvero?”
“Hm - hm. E fa malissimo sapere che non può durare.”
Yash le prende una ciocca di capelli. La intreccia. “Mi dispiace.”
“No, va bene così. Preferisco avere questo dolore, qui.” Kail si preme una mano poco sopra il seno. “Piuttosto che ignorare tutto. O peggio ancora, tormentarmi di dubbi.”

Fa una pausa, si umetta le labbra. L’aria asciutta gliele ha seccate e screpolate.
“Come al solito sto facendo l’egoista.” Mormora. “Parlo senza tenere minimamente in conto te.”
Yash le dà una lieve stretta di mano. Ha le dita callose come se avesse passato anni a stringere spade- dopotutto, è ciò che sa fare meglio in Blood Tribute.
“Ma io sono stato il primo, ad essere egoista.”

Kail alza gli occhi verso di lui, d’improvviso attenta. Yash le posa le labbra in fronte, delicato. Sono tiepide e piacevoli.
“ Sai dove vanno i bambini mai nati?” le chiede, passandole un braccio attorno alle spalle. Riprende a gingillarsi con i suoi capelli, mai sazio dei piccoli contatti tra di loro. Per una volta Kail è contenta di non averli tagliati.
“Mi sa di no. Nessuno si è mai preso la briga di spiegarmelo.”
“Meglio così. C’è un posto chiamato Limbo. Non sta né in Paradiso né all’Inferno. Diciamo che è più che altro un dimenticatoio…tutte le persone la cui memoria viene persa durante gli anni finiscono lì.”

Kail si irrigidisce. Yash le traccia piccoli cerchi sul braccio con le dita perché si rilassi. Lei torna ad appoggiarsi contro di lui, ma il suo viso è rappreso in una smorfia.
È vero: non si può vivere nel passato; ma si chiede come abbiano fatto-potuto- i loro genitori a relegare il ricordo di Yash in un angolino e lasciarlo lì a marcire.
“Non avercela con loro, Kail. Mi hanno voluto bene, per quel poco di tempo che sono rimasto.” Le bisbiglia Yash, sapendo cosa stia pensando. “A volte bisogna dimenticare per andare avanti. È il prezzo che si paga per sfuggire al dolore.”
Allarga le gambe; Kail ci si va ad accoccolare in mezzo, posando la nuca contro il petto ampio. Sa che i fratelli normali non sono così intimi e al momento non gliene potrebbe importare di meno.
Che vadano a fanculo.
I fratelli “normali” si tirano i capelli a vicenda e si sputano addosso parolacce. Non hanno da recuperare ventisette anni di assenza in un’ora o due di sonno.

“È là che tornerai, quando tutto questo sarà finito?” domanda, a mezza voce, posando le mani su Blood Tribute- che ancora una volta le riposa sulla pancia. Lui sovrappone le sue, larghe e calde, alle pagine e alle dita sottili della sorella. “Nel Limbo?”
Non può vedere Yash, ma intuisce che il sorriso quieto mantenuto fino ad ora è scivolato via dal suo viso.

Suo fratello sospira.
“No.”risponde.

Il cuore di Kail salta un battito.
Yash fa una pausa, aspettando che si calmi, poi prosegue. Cerca di mascherare la punta di angoscia che ha nella voce, ma il suo cuore batte troppo velocemente, traditore.
“Ho tenuto da parte, granello dopo granello, l’energia necessaria a restare con te.” Spiega, sommesso. “Mentre tu crescevi, io aspettavo il momento giusto per raggiungerti. Ora che ci siamo l’ho consumata quasi tutta. Non so se riuscirò a tornare nel Limbo e a ricominciare da capo. Il tempo non è mio amico in questo.”

Ad occhi aperti, ora.
Sta ancora nevicando- Kail sente l’odore del gelo infilarsi tra le fessure dei cardini delle finestre serrate. Al buio, con le immagini del sogno che ancora le ballano nella testa, non sembra passato un altro mese.
Ma è così.
È la fine della loro folle corsa.

O solo l’inizio, chissà.

È la notte di Natale.
Kail si siede alla scrivania e accende il portatile nuovo.


“Allora dove andrai?”
“Da nessuna parte.”



“Morirai?”
“Sì.”

‘Questa volta per davvero’ rimane sospeso nel silenzio improvviso tra loro.

Kail non piange. Non ne ha la forza. Il petto nemmeno le fa più male. Basta la sola idea per svuotarla da ogni emozione.
Non si era certo illusa. Sa che suo fratello è morto e non tornerà con lei nel mondo reale. Sa che lei dovrà tirare avanti con la propria vita e lasciare che lui resti nelle ombre.
Ma si era convinta che avrebbe sempre potuto cercarlo nei suoi sogni e sentirsi dire che forse non resterà loro neanche quello è un’orribile ingiustizia.

Yash esala un respiro tremante.
“Capisci che razza di egoista sia?” chiede, in un soffio. La sua voce è cupa di rabbia e dolore. “Sono venuto a chiederti aiuto pur sapendo che non finirà bene. La verità è che sono uno stupido con troppa paura del nulla per guardarlo in faccia ed accettarlo.”

Pausa.
Kail si gira verso di lui, seria. Così seria che per un attimo lo spirito pensa che gli allungherà uno schiaffo e comincerà ad urlargli contro.
‘Non avrebbe torto a fare qualcosa del genere.’ Si dice, amaro. ‘Non avevo alcun diritto a entrare nella sua vita e illuderla.’

“Sei venuto a chiedere aiuto.” Ripete lei, lentamente.
“…Eh?”
“Yash! Metti da parte per un momento le seghe mentali e rispondimi. Sei venuto a chiedermi aiuto?”
“…sì, ma…”
“Allora c’è qualcosa che posso fare non lasciarti scivolare via di nuovo! Cazzo, perché non l’hai detto subito?”

Yash batte le palpebre.
“Perché hai già cominciato a farlo.”bofonchia, sorpreso. “Diciamo che ormai siamo a metà dell’opera…”
Kail lo guarda malissimo.
“Da come parli sembra che non avessi la minima chance di farcela.”
“Ehi, non ne ero sicuro, ok?”
“Dai, raccontami. È meglio se ci spicciamo, Elle ha promesso di chiamarmi e se il sogno si interrompe proprio ora giuro che mi mangio le scarpe.”

Kail attende pazientemente che il computer si carichi e intanto recupera l’mp3. Quando finalmente la schermata ammicca di rimando nella penombra della sua stanza, torna a sedersi e si infila le cuffiette. Mette l’apparecchio in riproduzione casuale.

“Secondo te, da quanto tempo ti sono vicino?”
Kail ci pensa su.
“Direi da quando ti ho scoperto, leggendo di te sul libretto pediatrico, ma mi sa che è la risposta sbagliata, neh?”

Yash ride piano, ma è concentrato in quello che sta per dirle. Nella loro piccola, ultima possibilità.
“Quando hai cominciato a scrivere questo?” domanda, facendo scivolare due dita sul manoscritto di Blood Tribute.
“ Tre anni f- COSA?!”

Seconda risata. Molto meno nervosa e più libera.
“Sono con te da quando hai creato il personaggio di Yash. Volevi che fosse qualcuno che alle tue amiche e a te sarebbe piaciuto avere come fratello e io mi sono aggrappato a quell’appiglio con tutte le mie forze. È bastato per farmi uscire dal Limbo.”

Kail sgrana gli occhi al punto che potrebbero tranquillamente rotolarle giù per le guance. Ha a malapena la forza per gracchiare:“…che?”

Yash le scosta una ciocca di capelli dalla fronte.
“Mi hai dato un’identità, sorellina.” Conferma, attirandola a sé. “Un aspetto. Un modo di pensare e di comportarmi. Tutto ciò che la vita mi ha negato, tu me l’hai dato- con inchiostro, carta e penna. Se vuoi che non scompaia, devi affidarti a ciò che sai fare meglio.”

Kail posa la fronte sulla sua. Si guardano, occhi negli occhi- un paio di un verde innaturale, l’altro nocciola pallido.

Yash sorride. Le annusa una ciocca di capelli, pensoso.
“Anche così non durerò in eterno. Nulla lo fa.” Avverte. “Ma perlomeno non finirò di nuovo nel dimenticatoio.”

Kail lo abbraccia.
“Lo farò.” Promette, decisa. “Scriverò per te. Riprenderò in mano Blood Tribute e-” gli occhi le si illuminano all’improvviso “ Posso partecipare a un contest! Miri me ne aveva proposto uno quest’estate e non sono riuscita ad iscrivermi, ma ha fatto così tanto successo che ne hanno indetto un altro che duri tutto l’anno- se riuscissi a vincere potrei far pubblicare BT…”
Suo fratello le accarezza i capelli, posando la guancia contro la sua testa. Oggi è la giornata delle prime volte- una mezza tonnellata, per lui: il primo abbraccio, il primo bacio sulla guancia, il primo “ti voglio bene”.
Ci pensa su per un attimo e decide che sì, vale la pena di dire “Mi fido di te” per la prima volta.

Kail arrossisce appena e gli sorride.
“Farò tutto il possibile. Ma anche tu devi sforzarti, ok? Senza una musa ispiratrice non riesco a scrivere.” Afferma.
“ Va bene.”
“Promesso?”
Yash sospira e fa scivolare il mignolo attorno a quello di lei. “Promesso.”
“Bene.” Kail gli sfiora la guancia pallida con le labbra.
“Non ti dimenticherò mai.” Aggiunge, in un soffio.”Tu sei mio.”
Yash socchiude gli occhi, perché improvvisamente gli bruciano. L’abbraccia forte.
“Per sempre.” Concorda, a voce bassa.
“Solo per sempre?”
“Per sempre…ed oltre. Lo giuro.”


Kail apre un documento di word. Ha un anno per lavorare al suo racconto, renderlo il migliore tra tutti quelli che abbia mai scritto, limarlo, perfezionarlo, sentirlo gonfiarsi sotto le sue dita- e vuole iniziare subito.

All’inizio scrive:
Autore: Tsamsiyu_Kail_Eira
Titolo: Blood Tribute
Fandom: Originali

E subito sotto aggiunge anche-

Per Yash.
Una promessa è una promessa. Per sempre ed oltre.
Con tanto amore,
Kail.

L’mp3 ha un fremito, sfiorato da dita invisibili. La canzone pop che stava ascoltando la ragazza si interrompe e le cuffiette si riempiono di scariche. Infine, dopo un minuto di silenzio, l’apparecchio torna improvvisamente in vita nel bel mezzo di un altro brano.


“I recognize the way you make me feel
It's hard to think that
You might not be real
I sense it now, the water's getting deep
I try to wash the pain away from me
Away from me

And when I touch your hand
It's then I understand
The beauty that's within
It's now that we begin

'Cause you're everywhere to me
And when I catch my breath
It's you I breathe
You're everything I know
That makes me believe
I'm not alone

You're in everyone I see
So tell me
Do you see me?”

Kail ride tra sè e comincia a scrivere.

*****************************************************************************************************************************************

E siamo alla fine.
Mi sembra assurdo, ma è così. Terminare le storie non è il mio forte: raramente ci riesco. Ricordo che, finendo la stesura di Ink Child - dopo un mese e mezzo d'inferno, mattina dopo mattina con l'idea fissa di mettersi al computer e scrivere, il tormento di non star combinando nulla di buono e l'ansia dell'ultimo minuto - sono scoppiata a ridere. Forse perché più andavo avanti, meno mi faceva male.
Eccomi qui, dunque. Ink Child finisce qui.
Yash no, ovviamente.
Posso assicurarvi che gode di ottima salute, è adorabilmente rompino ed attende pazientemente che accumuli parole su parole. Lo scorso 17 novembre, il mio adorato nonno è andato a fargli compagnia, quindi Yash non può più lamentarsi di essere solo soletto. Da quanto so, se la stanno passando piuttosto bene.
 Ringrazio immensamente tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i preferiti (Amy Yraley Black, Ellie_x3, Lyen, Feel Good Inc, Satomi) o tra le seguite (Ellie_x3, Fabi_, In New York summer gets hot, KiAmAtEmI_BoS, Vienne e Muffin_), tra le ricordate (Rota) o che l'hanno semplicemente letta. La mia gratitudine va, in particolare, a Vienne, Ellie_x3, Kiriri, Amy Yraley Black, Feel good Inc, _ muffin, che mi hanno fatto l'onore di lasciare una recensione, e a Satomi, Valerie_Laichettes e le ragazze del Saiyuki, prime lettrici di questa storia fuori da Internet, supporters e vere incarnazioni di alcuni dei personaggi di Ink.
 Grazie. Di cuore.  

Un'ultima nota, prima di chiudere: La canzone citata è Everywhere di Michelle Branch. Non sarei mai riuscita a scrivere gli ultimi due capitoli senza di essa. Se vi va, andate ad ascoltarla: merita.

Qui di seguito, i punteggi delle giudici.
Un bacio,
Kei

Giudizio di Rota:

 

*Autore: Chandrajak.
*Titolo: Ink Child
*Grammatica/stile/lessico: 10,5/15 punti
*Originalità: 4,5/5 punti
*IC/Caratterizzazione personaggi: 9/10 punti
*Attinenza al tema dato e svolgimento della trama: 9/10 punti
*Gradimento personale: 4,5/5 punti
*Totale: 37,5/45 punti

 

Posso dire che, in questa fan fiction, le uniche vere pecche sono la grammatica e lo stile. Mi spiego meglio. Ci sono notevoli errori di battitura, lungo tutto il testo, nonché un uso della punteggiatura errato in diversi punti e molto, molto confusionario. Stessa cosa dicasi per lo stile, non in quanto prettamente confusionario, quanto devo sottolineare un’estrema confusione nell’utilizzo del corsivo, del grassetto e del barrato. Dal mio punto di vista, questi generi sono usati troppo spesso e con troppi significati diversi, cosa che genera parecchia confusione.

Questo, mi dispiace, ha abbassato e non di poco il punteggio.

Per quanto riguarda invece il resto, direi che la fan fiction mi è piaciuta particolarmente. La protagonista è ben delineata, ha un carattere specifico e coerente lungo tutto la trama, così come anche gli altri personaggi descritti. L’attinenza al tema dato e lo svolgimento della trama sono davvero molto buoni, così come mi ha particolarmente colpita l’originalità del tutto. Faccio i miei più sinceri complimenti per questo, ho trovato quest’opera per certi versi toccante.

 

Giudizio di Faby:

 

I classificata - Ink Child - Chandrajak

Correttezza grammaticale: 9/10

Non ho notato errori gravi, al di là di qualche svista (un ottava invece che un’ottava, ne in luogo di , dissimile allo invece che dallo, letti nel pensiero invece di letto) assolutamente comprensibile, sulle quali non mi metterò certo a sindacare. Poi c’è un mi fai fare un infarto in luogo di mi fai venire un infarto; quasi certamente un’altra svista. La grammatica è davvero buona. Un ottimo punteggio.

 

Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Kail è meravigliosa. Il suo dolore, la sua rabbia, me li sono sentiti addosso come se al suo posto ci fossi stata io, e la sua determinazione e la voglia di aiutare ‘Yash’ sono trascinanti. Dal canto suo, Yash è impalpabile, quasi sfuggente, come è giustissimo che sia, ma anche i suoi stati d’animo arrivano dritti al cuore. Magico il rapporto che instaura con Kail, quel bisogno fisico di sentire la sua vicinanza: l’ho adorato. Fondamentale anche la presenza di Elinor che si sente, se mi concedi di dire così: è giusto che lei ci sia, ed è perfetta in tutto ciò che fa. Unica piccola pecca: forse mi sarei aspettata qualcosa in più da parte della madre di Kail. Di fronte alla domanda iniziale posta dalla figlia, lei si limita ad una risposta concisa e pacata; questo la rende leggermente ‘oscura’, a mio avviso, riguardo i suoi sentimenti verso il bambino che ha perso – il chiarimento non è strettamente necessario ai fini della storia, che comunque riguarda solo Kail e Yash, ma personalmente non mi sarebbe dispiaciuto apprendere qualcosina in più anche sul punto di vista dei responsabili (volenti o nolenti) della non-esistenza di Yash. Tranquilla, mi rendo conto che può benissimo essere una tua scelta e per questo motivo non l’ho penalizzata eccessivamente. ^^

 

Attinenza alle citazioni scelte: 9/10

Malgrado la tua storia fosse già stata scritta quando hai deciso di iscriverti al contest, le due frasi indicate ci stanno d’incanto. Il risultato è la media matematica tra 10 e 8, i rispettivi punteggi: perché la prima delle due naturalmente rispecchia di più l’atmosfera generale della storia; ciò non toglie che anche la seconda sia perfetta, anche se più limitatamente al quarto capitolo, dove hai fatto il riferimento.

 

Originalità: 10/10

Qui non posso che darti il punteggio pieno. Questa storia mi ha spiazzata. Ti confesso che, pur essendo contraria per principio all’aborto, non mi ero mai soffermata sul pensiero dei bambini mai nati, e sicuramente non in questi termini. Il fatto che un mai nato possa appigliarsi così alla realtà dei vivi, in questo caso a un desiderio che la sorella che non ha mai avuto ha riversato nel suo sogno di carta e inchiostro, è semplicemente strabiliante. Ed è anche la prima volta che leggo una fanfic ambientata nel mondo delle fanfic. Sono sbalordita.

 

Stile: 10/10

Il tuo modo di scrivere è coinvolgente e diretto e, va detto, spaventosamente realistico. Nel senso che tutto quello che hai scritto, io l’ho sentito sottopelle. Duramente e dolorosamente a volte, ma anche con tremenda dolcezza. Uno stile forse un po’ disomogeneo nella scelta delle pause, dei punti e a capo con salti più o meno lunghi, ma non per questo meno d’impatto. Anche qui punteggio pieno, meritatamente.

 

Gradimento personale: 5/5

Cosa posso dirti? Ho amato questa storia dalla prima all’ultima pagina. Delicata e spietata, mi ha lasciato dentro un magone che non so descriverti. Non ho pianto, ma neanch’io so come ho fatto a tener ferme le lacrime lì agli angoli degli occhi. Mi sono letteralmente innamorata di Yash, e ho riscontrato nella storia personale di Kail talune sottigliezze che me l’hanno veramente resa vicina come una sorella – se mi permetti di restare in tema. ^^ Bravissima, dico davvero. Mi hai colpita al cuore. Non appena avrai pubblicato questa storia, mi precipiterò a inserirla tra i preferiti: non scherzo.






   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Gipsy Danger